Premio della chirurgia europea colorettale per l'APP iColon

L’App “iColon” valica i confini nazionali e viene premiata in Europa. L’applicazione digitale sviluppata dalla Chirurgia generale dell’Irccs di Negrar per supportare i pazienti nell’adesione al protocollo ERAS ha ricevuto il premio PosterAward nel corso dell’ultimo congresso europeo di chirurgia colo-rettale che si è svolto a San Gallo in Svizzera, “sbaragliando” un centinaio di altri lavori candidat

L’App “iColon” valica i confini nazionali e viene premiata in Europa. L’applicazione digitale sviluppata dalla Chirurgia generale dell’Irccs di Negrar per supportare i pazienti nell’adesione al protocollo ERAS (Enhanced Recovery After Surgery, ovvero miglior recupero dopo un intervento chirurgico) ha ricevuto il premio PosterAward nel corso dell’ultimo congresso europeo di chirurgia colo-rettale che si è svolto a San Gallo in Svizzera, “sbaragliando” un centinaio di altri lavori candidati.

A ritirare il prestigioso riconoscimento è stata la dottoressa Elisa Bertocchi, chirurgo colo-rettale e responsabile ERAS per la chirurgia del colon-retto, che ha illustrato l’abstract davanti all’assemblea plenaria del meeting scientifico, circa un migliaio di esperti del settore.

“Siamo molto orgogliosi di questo premio assegnato da uno dei congressi di riferimento per la nostra chirurgia – sottolinea la dottoressa -. Mesi prima avevo inviato un lavoro, redatto insieme al primario, il dottor Giacomo Ruffo, e ai miei colleghi di tutto il team ERAS, relativo all’adozione di iColon da parte dei primi 850 pazienti sottoposti a chirurgia colorettale”.

 

A colpire innanzitutto la giuria, composta dai relatori del congresso, è stato il numero dei pazienti coinvolti nell’uso di iColon. “Si tratta dell’esperienza digitale che in Europa vanta la più alta casistica. Ad oggi  sono circa un migliaio i pazienti che hanno utilizzato  l’App – sottolinea la dottoressa Bertocchi –. Altri numeri rilevanti sono quelli che riguardano l’elevato tasso di utilizzo dell’applicazione che nel pre e nel post-operatorio oscilla tra il 76 e l’85%”.

Un ulteriore aspetto interessante è la correlazione tra l’utilizzo dell’App e l’adesione al protocollo ERAS. “Dal nostro studio è emerso che più il paziente fa uso di iColon, più è aderente alle indicazioni proposte dal protocollo – spiega ancora la dottoressa Bertocchi -. Abbiamo inoltre rilevato che coloro che fanno un uso minore, o addirittura nullo dell’applicazione, nella fase  post dimissione risulta maggiormente a rischio di incorrere in complicanze e in  una nuova ospedalizzazione Per questo iColon si è rivelata uno strumento prezioso per standardizzare e migliorare il follow up dei nostri pazienti dopo un intervento chirurgico: chi risulta non aderente alle indicazioni fornite o chi non utilizza l’applicazione viene celermente contattato dal team clinico per escludere la presenza di possibili problemi ed eventualmente trattarli e gestirli celermente.”.


Raccontare l'afasia: un incontro per dare voce a chi non può più esprimersi con la parola

“Donne a fasi che cambiano. Quando il disturbo del linguaggio ferisce la vita”. E’ questo il titolo dell’evento di medicina narrativa organizzato per domenica 23 febbraio al teatro Ristori di Verona a cura del Servizio di medicina fisica e riabilitazione del “Sacro Cuore”. Un’occasione per testimoniare che nonostante l’afasia è possibile vincere il silenzio e costruire nuove relazioni in famiglia e nella vita quotidiana.

Raccontare la storia di persone che, a causa dell’afasia, non trovano più le parole per raccontarsi come vorrebbero. E ascoltare la testimonianza dei familiari che con la malattia del loro caro vedono cambiare improvvisamente la loro vita di relazione.

E’ un evento di medicina narrativa che si preannuncia molto intenso ed emozionante quello organizzato dal Servizio di Medicina Fisica e Riabilitazione dell’IRCCS di Negrar, in programma al Teatro Ristori di Verona domenica 23 febbraio, dal titolo “Donne A FASI CHE cambiano. Quando il disturbo di linguaggio ferisce la vita”. Un evento che è già un successo, visto che il teatro registra un tutto esaurito.

Saranno circa 20 le toccanti testimonianze portate sul palco da parte di pazienti, caregiver e in alcuni casi anche figli che hanno vissuto sulla propria pelle l’esperienza di un genitore colpito da afasia. In gran parte si tratta di esperienze “al femminile”, da cui il titolo scelto. Il tutto intervallato da momenti di spettacolo ed esibizioni artistiche, ma anche da brevi approfondimenti su una patologia fortemente invalidante che provoca problemi spesso difficili da comprendere per chi non si trova coinvolto nella situazione.

Interverranno tra gli altri la dottoressa Elena Rossato, direttore del Servizio di Medicina Fisica e Riabilitazione;  il dottor Renato Avesani, già direttore dello stesso Servizio; il professor Giampietro Pinna, direttore della Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona; il professor Franco Denes, neurologo con una lunga esperienza di ricerca sull’afasia; padre Miguel Tofful, vice presidente della Cittadella della Carità di Negrar.

L’afasia è un disturbo del linguaggio che si verifica in seguito ad un danno neurologico all’emisfero sinistro del cervello. Può colpire in tanti modi diversi e spesso si associa a difficoltà motorie oltre che di comunicazione.  I pazienti in genere arrivano dopo un evento acuto, ad esempio incidente o ictus, che li costringe ad un lungo ricovero e spesso a intervento neurochirurgico. In un secondo momento vengono trasferiti a Negrar, presso la Riabilitazione Neurologica Intensiva o la Lungodegenza Riabilitativa e durante il ricovero iniziano il percorso di riabilitazione per l’eventuale afasia.

“Abbiamo voluto dare un’impronta sperienziale a questo evento perché è importante conoscere le storie di questi pazienti e delle loro famiglie – dicono Maria Mainente e Mara Leder, che con le colleghe Anna Marchesini e Serena Aganetto compongono l’équipe di logopedia – Per loro poter condividere il proprio vissuto è già un modo per uscire dall’isolamento in cui spesso la malattia li costringe. E da fuori non è facile capire le reali difficoltà non solo di comunicazione, ma anche nell’affrontare la vita quotidiana.

Difficoltà che vanno dal totale isolamento, come talvolta accade, all’incapacità di spiegare anche i problemi più banali. “Speriamo che da questi incontri nasca, come in effetti sta succedendo, anche la possibilità di creare un’associazione dove queste persone possano condividere le proprie realtà e cercare di stare meglio: anche l’aspetto morale è molto importante”, concludono le due logopediste.

Un messaggio positivo e di speranza, che emerge anche dalla scena finale dello spettacolo al Ristori: si tratta di un video in cui una signora colpita da afasia, racconta la sua piccola odissea a lieto fine. Uscendo dal vialetto di casa, ogni giorno trovava parcheggiata una macchina in una posizione che le impediva la visuale. Dopo una settimana la decisione di andare a denunciare la cosa alle forze dell’ordine. Ma denunciare come, se non era in grado di spiegarglielo a parole? Un bel rompicapo, ma c’è sempre una via di uscita…


Inaugurato il nuovo Centro di Riabilitazione in Ucraina realizzato in collaborazione con il "Sacro Cuore"

Il Servizio di Medicina Fisica e Riabilitazione dell’IRCCS di Negrar ha accompagnato i colleghi ucraini della clinica St. Luke di Ivano Frankivs’k nella realizzazione del nuovo centro, inaugurato lo scorso 16 gennaio, e nella formazione dei terapisti. L’iniziativa fa parte di un progetto finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo di cui l’IRCCS è partner tecnico. Approntato anche un percorso specifico per le persone amputate a causa della guerra.

Un nuovo centro di riabilitazione in Ucraina, rivolto principalmente a pazienti con problemi neurologici ma anche con un percorso specifico per persone con arti amputati a causa della guerra, il tutto realizzato grazie all’accompagnamento e alla supervisione dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. L’inaugurazione è avvenuta lo scorso 16 gennaio a Ivano Frankivs’k, nella parte occidentale del Paese, presso il policlinico San Luke dell’arcidiocesi greco cattolica della città.

Il centro è stato realizzato nell’ambito del progetto “Health care for safety and rehabilitation” finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che vede come capofila l’associazione Missione Calcutta di Bergamo in collaborazione con Focsiv e come partner tecnico l’IRCCS di Negrar. In rappresentanza dell’ospedale calabriano era presente all’inaugurazione Massimo Mengalli, coordinatore del Servizio di Medicina Fisica e Riabilitazione, che ha seguito l’evolversi del progetto insieme alla dottoressa Elena Rossato, direttore del medesimo Servizio, e al dottor Claudio Bianconi, responsabile dei progetti internazionali dell’IRCCS. Al taglio del nastro c’erano le autorità civili e religiose, nonché altri enti che partecipano al progetto tra cui la Fondazione Don Calabria per il Sociale.

Grazie alle nuove dotazioni il policlinico San Luke è diventato partner del sistema sanitario nazionale ucraino con un’apposita convenzione per le prestazioni del centro appena inaugurato. Nei prossimi mesi, inoltre, è previsto l’avvio del nuovo reparto degenze per i pazienti che necessitano della riabilitazione.

Il contributo dell’IRCCS di Negrar al progetto è duplice. Anzitutto i professionisti del Sacro Cuore hanno svolto un ruolo di supervisione e consulenza nell’acquisto della strumentazione tecnologica del nuovo centro. In secondo luogo il personale della Riabilitazione dell’IRCCS ha approntato un percorso di formazione per i colleghi ucraini con un particolare focus sulla riabilitazione neurologica, che nella regione di Ivano Frankivs’k era praticamente inesistente fino ad ora. Per seguire questo percorso diversi gruppi di fisioterapisti, infermieri e medici ucraini sono stati a Negrar. L’ultimo gruppo di professionisti ucraini arriverà in Valpolicella nel prossimo mese di marzo. A fine febbraio, invece, si recheranno nuovamente in Ucraina 2 fisioterapisti del servizio di medicina fisica e riabilitazione per seguire l’andamento del nuovo centro e offrire un’ulteriore occasione di formazione.


In Europa sempre più frequenti epidemie autoctone di Dengue e Chikungunya: uno studio, coordinato dall'IRCCS di Negrar, indica le politiche sanitarie da adottare

Uno studio, coordinato dal Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali dell’IRCCS di Negrar, fa il punto sulle epidemie autoctone di Dengue, Zika e Chikungunya sviluppate in Europa negli ultimi 15 anni (2007-2023). Nessun allarme ma il trend di crescita richiede di sviluppare nuove politiche sanitarie per la rilevazione precoce dei focolai, in particolare in Italia.

In Europa si sviluppano con sempre maggiore frequenza epidemie autoctone di Dengue e Chikungunya, a causa della mancata diagnosi su viaggiatori di rientro dai Paesi tropicali. Sebbene la situazione non sia allarmante, il trend richiede di sviluppare nuove politiche sanitarie finalizzate alla rilevazione precoce dei focolai, in particolare in Italia.

Questo è ciò che emerge dalla lettura della review Transmission of autochthonous Aedes-borne Arboviruses and related public health challenges in Europe 2007-2023:  a systematic review and secondary analysis pubblicata su Lancet Regional Health Europe, che contiene i dati delle epidemie autoctone di Dengue, Zika e Chikungunya in Europa dal 2007 al 2023.

Un lavoro di altissimo impatto, utile a indirizzare le politiche sanitarie e il sistema di sorveglianza, redatto da  esperti del Dipartimento di Malattie Infettive/Tropicali e Microbiologia dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar in collaborazione con la Fondazione Bruno Kessler di Trento, l’Istituto Superiore di Sanità, le Università di Brescia, Bari, Padova e Firenze, e co-finanziato dal Programma di Ricerca INF-ACT.

Prof. Federico Gobbi

“La Dengue è un esempio di questo trend di espansione delle epidemie tropicali anche alle nostre latitudini, per fortuna ancora limitate: in Italia, nel 2024, si è il record di casi a trasmissione autoctona: 279 che si vanno ad associare ai 474 casi d’importazione. Significativo è stato il focolaio localizzato a Fano, nelle Marche, con 199 persone infette, tutte sintomatiche e con identificazione del virus Dengue. Un altro focolaio, di dimensioni più contenute, 35 casi dello stesso virus, è stato individuato in un comune della Regione Emilia-Romagna. In Lombardia sono stati invece confermati 10 casi, mentre in Abruzzo è stato segnalato un focolaio con 8 casi.” – chiarisce Federico Gobbi, direttore del Dipartimento di malattie infettive/tropicali e microbiologia dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) e professore associato di malattie infettive all’Università di Brescia. – “In Italia nei prossimi anni assisteremo molto probabilmente a epidemie sempre più frequenti di dengue complice l’innalzamento della temperatura che favorisce la sopravvivenza e la proliferazione della zanzara tigre, vettore della malattia”.

LA SITUAZIONE ITALIANA PRIMA DEL 2024

In gran parte del territorio italiano è presente la zanzara Aedes Albopictus (zanzara tigre) per cui oltre a focolai autoctoni di dengue (in Veneto nel 2020, Lombardia e Lazio nel 2023)  vi è anche il rischio di trasmissione autoctona di Chikungunya, come testimoniato dalle recenti epidemie in Emilia-Romagna (2007), Lazio e Calabria (2017).

QUATTRO STEP PER PREPARARSI

Lo studio offre un panorama europeo di ciò che è accaduto negli ultimi 15 anni, mettendo in evidenza il rischio crescente per Paesi come la Francia, la Croazia, la Spagna e soprattutto per l’Italia.

In questi anni i casi di trasmissione autoctona sono aumentati e le tendenze climatiche in atto potrebbero aumentare la diffusione della zanzara Aedes albopictus, responsabile della trasmissione di arbovirus quali Chikungunya, Dengue e Zika e, conseguentemente, accelerare la trasmissione delle patologie.

Per essere preparati, occorre programmare le strategie di difesa, valutare il rischio di trasmissione di questi virus e stimare le probabilità di uno sviluppo dei focolai autoctoni, così da accelerarne l’individuazione e mettere in atto i protocolli sanitari adeguati.

Il primo è sensibilizzare la classe medica, così che sappia intuire il prima possibile la presenza di un possibile focolaio: la differenza nei casi e le dimensioni dei focolai tra Italia e Francia – dove è stato registrato un numero maggiore di cluster rispetto al nostro Paese, ma circoscritti a pochi infetti –  è riconducibile a una maggiore abitudine dei medici francesi ad avere a che fare con viaggiatori provenienti dai territori d’oltremare e a una conseguente maggiore familiarità a segnalare alle autorità potenziali casi.

Il secondo è sensibilizzare l’opinione pubblica, affinché sia consapevole che una febbre estiva, non giustificata, potrebbe essere dovuta a un arbovirus. Il terzo riguarda la riorganizzazione dei laboratori di microbiologia e la messa a disposizione di test rapidi. Infine, è necessario sensibilizzare i viaggiatori internazionali a recarsi prontamente a un centro di malattie infettive in caso di febbre al rientro da zone endemiche in modo da diagnosticare una eventuale Dengue o Chikungunya e attivare tempestivamente le operazioni di bonifica di zanzare tigre nei pressi dell’abitazione del paziente in questione.


Nuovo Punto Prelievi al Centro Diagnostico Terapeutico di via San Marco

Giovedì 13 febbraio apre il Punto Prelievi presso il Centro Diagnostico Terapeutico di via San Marco 121 (Verona), dove è  possibile effettuare esami di laboratorio in regime privato, senza presentare l’impegnativa del medico curante. E’ già possibile prenotarsi on line. Scopri come

Giovedì 13 febbraio apre il Punto Prelievi presso il Centro Diagnostico Terapeutico di via San Marco 121 (Verona), dove è  possibile effettuare esami di laboratorio in regime privato, senza presentare l’impegnativa del medico curante. E’ già possibile prenotarsi on line.

I prelievi eseguiti vengono analizzati dal Laboratorio di analisi di chimica clinica e Medicina Trasfusionale e dal Laboratorio di Microbiologia, situati presso l’IRCCS “Ospedale Sacro Cuore Don Calabria” di Negrar.

Tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 7 alle 10 è possibile effettuare:

  • prelievi di sangue per bambini a partire dai 7 anni di età
  • prelievi di sangue per adulti
  • consegna e raccolta di campioni biologici (feci e urine)
  • tamponi faringei
  • tamponi auricolari
COME PRENOTARE
IL GIORNO DELL’APPUNTAMENTO
  • Con prenotazione online
    Recarsi all’Accettazione del Centro Diagnostico Terapeutico – Palazzina B.  L’orario dell’appuntamento è riportato sulla conferma di prenotazione insieme al codice di prenotazione. Ricordare sempre la tessera sanitaria
  • Accesso diretto (senza prenotazione)
    Presentarsi al Centro Diagnostico Terapeutico (Palazzina B). Il numero di chiamata all’Accettazione viene generato dai totem premendo il pulsante “Laboratorio Analisi accesso senza prenotazione”. Ricordarsi sempre la tessera sanitaria
COSTI

Per conoscere i costi dei singoli esami clicca qui


Nasce l'APP "Sacro Cuore Don Calabria" per la prenotazione di visite ed esami

Si chiama “Sacro Cuore Don Calabria” ed è la nuova APP con la quale è possibile prenotare visite ed esami (anche con il Sistema Sanitario Nazionale), visualizzare i propri appuntamenti e accedere al dossier sanitario, dove sono “archiviati” tutti i referti delle prestazioni effettuate all’IRCCS di Negrar. Inoltre, comprende uno spazio riservato alle news, grazie alle quali si può rimanere aggiornati su tutte le novità che riguardano l’Ospedale.

Si chiama “Sacro Cuore Don Calabria” ed è la nuova APP con la quale è possibile prenotare visite ed esami, visualizzare i propri appuntamenti e accedere al dossier sanitario, dove sono “archiviati” tutti i referti delle prestazioni effettuate all’IRCCS di Negrar. Inoltre, comprende uno spazio riservato alle news, grazie alle quali si può rimanere aggiornati su tutte le novità che riguardano l’Ospedale.

La nuova applicazione è scaricabile su tutti i cellulari smartphone (iOS e Android) accedendo all’APP store del proprio sistema.

Sempre per facilitare il servizio di prenotazione, sul sito www.sacrocuore.it, bottone “Prenota visita/esami”, è possibile ora effettuare la prenotazione anche di prestazioni con Servizio Sanitario Nazionale, cioè con il pagamento del ticket. Il sistema richiede di apporre, negli appositi spazi, il numero dell’impegnativa elettronica, la quale deve contenere la prescrizione di una sola visita o di un solo esame. Inoltre è possibile prenotare esclusivamente le prime visite, non quelle successive per eventuali controlli. I tempi di attesa dipendono sia dal codice di priorità, stabilito dal medico che ha effettuato la prescrizione, sia dalla disponibilità.

Nello stesso spazio online si può accedere alla prenotazione di prestazioni di “Attività sanitaria privata” che prevedono una tariffa calmierata, ma senza la scelta del medico. Oppure prestazioni in “Libera professione” per le quali è possibile scegliere il medico.


Esami del sangue per verficare il proprio stato di salute: il nuovo servizio di check up ematochimici

Check up ematochimici per la valutazione dello stato di salute, prevenire alcuni sintomi ed identificare i fattori di rischio, individuando precocemente l’insorgenza di alcune patologie. Come prenotarli presso il Punto prelievi dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria.

Presso il Punto Prelievi è stata avviata la nuova attività di check up ematochimici per la valutazione dello stato di salute, prevenire alcuni sintomi ed identificare i fattori di rischio, individuando precocemente l’insorgenza di alcune patologie. Sono disponibili i seguenti pacchetti di esami:

  • CHECK UP INTESTINALE
  • DIABETE METABOLISMO LIPIDICO
  • CHECK UP METABOLISMO OSSEO
  • FUNZIONALITÀ DIGESTIVA
  • FUNZIONALITÀ EPATICA
  • FUNZIONALITÀ RENALE
  • FUNZIONALITÀ TIROIDEA
  • PREVENZIONE CARDIOLOGICA
  • PROFILO SALUTE UOMO
  • PROFILO SALUTE DONNA
  • MALATTIE REUMATICHE

Per ulteriori informazioni tecniche e sui costi consultare la brochure  cliccando qui

Prenotazione e modalità di accettazione ESCLUSIVAMENTE per i “Pacchetti Check Up”:

  • On line: sacrocuore.it — Prelievo senza coda — Prelievi di sangue —- “Prelievo di sangue senza impegnativa” scegliendo l’orario preferito.
    Il giorno dell’appuntamento presentarsi all’ingresso principale dell’Ospedale e attendere, per accedere allo sportello, la comparsa sui monitor del numero di chiamata, numero che corrisponde al codice ricevuto tramite e-mail dopo aver effettuato la prenotazione online.
  • Accesso diretto senza prenotazione: dal lunedì al sabato dalle ore 7 alle ore 10
    Presentarsi all’ingresso principale dell’Ospedale. Il numero di chiamata allo sportello viene generato dai totem premendo il pulsante “Pacchetti Check Up”.


Il Presidente Sergio Mattarella ha ricevuto una delegazione dell'Opera Don Calabria e del "Sacro Cuore"

Una delegazione dell’Opera Don Calabria, guidata dal Casante, è stata ricevuta dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lunedì 3 febbraio. Presenti anche il presidente del “Sacro Cuore” fratel Gedovar Nazzari e l’amministratore delegato Claudio Cracco. Il capo dello Stato ha espresso il suo apprezzamento per il lavoro dell’Opera e dell’ospedale al fianco dei più fragili e sofferenti.

Nel pomeriggio di lunedì 3 febbraio il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale una delegazione dell’Opera Don Calabria e dell’ospedale di Negrar. E’ stato un incontro davvero emozionante, avvenuto in un clima di famliarità e amicizia, durante il quale è stato possibile illustrare al Presidente una panoramica delle attività svolte dall’Opera in campo sociale, pastorale e sanitario.

A guidare la delegazione era il Casante, don Massimiliano Parrella, mentre per l’ospedale erano presenti il presidente fratel Gedovar Nazzari, che è anche economo dell’Opera, e l’amministratore delegato Claudio Cracco. L’incontro è durato circa 30 minuti. Dopo un momento di saluto e presentazione, ha preso la parola il Casante che ha descritto al Presidente la realtà della Famiglia Calabriana in Italia e nel mondo. Nel suo discorso ha ringraziato l’on. Mattarella per la sua vicinanza, manifestata con la precedente visita da lui effettuata all’ospedale Divina Provvidenza di Luanda, in Angola, nel 2019 e con l’udienza concessa ai responsabili dell’Opera a Salvador de Bahia durante la recente visita di stato in Brasile (luglio 2024).

A seguire è intervenuto l’ad Cracco, il quale ha presentato l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria spiegando la mission affidata dal fondatore (che si può riassumere con la frase di don Calabria “il malato dopo Dio è il nostro padrone”) e descrivendo le eccellenze mediche presenti con uno sguardo alle sfide che l’ospedale sta affrontando per “restare all’altezza dei tempi” come desiderava il fondatore.

In conclusione il Presidente Mattarella ha indirizzato un messaggio di apprezzamento per la figura di San Giovanni Calabria e per il lavoro svolto dall’Opera al fianco dei più fragili e sofferenti.

All’incontro erano presenti anche Giovanna Martelli, consulente per le relazioni istituzionali dell’Opera; il dr. Claudio Bianconi, responsabile dei progetti sanitari internazionali e dell’ospedale di Negrar; Matteo Cavejari, responsabile comunicazione dell’Opera.

Al termine sono stati consegnati al Presidente Mattarella alcuni doni simbolici. Per l’ospedale, in particolare, sono stati donati un modello della statua in bronzo raffigurante don Calabria collocata davanti all’ingresso (realizzata dal maestro Albano Poli) e un libro con la storia fotografica delle origini e degli sviluppi più recenti dell’ospedale, tratto dalla mostra fotografica realizzata per il centenario. Tra gli altri doni consegnati, un quadro dipinto da un ragazzo disabile del Centro Polifunzionale Don Calabria di Verona, raffigurante la Gioconda); una biografia di san Giovanni Calabria; poi alcuni biscotti realizzati dal laboratorio “Cotti in fragranza”, iniziativa portata avanti dall’Opera nel carcere minorile Malaspina di Palermo per formare i giovani detenuti ad una professione da intraprendere una volta usciti; un barattolo di miele prodotto dai bambini di strada accolti nella casa dell’Opera a Nakuru (Kenya); infine una bottiglia di Amarone come prodotto tipico del territorio veronese e della Valpolicella in particolare.


Verso la Giornata mondiale contro il cancro: la carta d'identità del tumore

In vista della Giornata mondiale contro il cancro, che ricorre il 4 febbraio, continuiamo la presentazione di alcune specialità che hanno un ruolo fondamentale nel percorso di cura della persona affetta da malattia oncologica. In questo caso entriamo nel Laboratorio di Biologia molecolare, dove viene tracciata la carta di identità del tumore, e nell’ambulatorio di Genetica Oncologica, dove viene analizzato il rischio in persone sane di poter contrarre un cancro.

In vista della Giornata mondiale contro il cancro, che ricorre il 4 febbraio, continuiamo la presentazione di alcune specialità che hanno un ruolo fondamentale nel percorso di cura della persona affetta da malattia oncologica. In questo caso entriamo nel Laboratorio di Biologia molecolare, dove viene tracciata la carta di identità del tumore, e nell’ambulatorio di Genetica Oncologica, dove viene analizzato il rischio in persone sane di poter contrarre un cancro.

Prof. Giuseppe Zamboni

Da tempo non si parla più di tumore al singolare ma di tumori anche quando interessano lo stesso organo. La caratterizzazione molecolare delle neoplasie, ovvero la mappa genetica del tumore, svolge un ruolo cruciale nell’identificazione delle mutazioni, integrando le informazioni tradizionali (esami istologici). La presenza di mutazioni actionable determina la possibilità di intraprendere terapie innovative mirate al tumore, come quelle a bersaglio molecolare. Il riscontro invece di mutazioni di tipo “ereditario”, cioè trasmesse e trasmissibili, è fondamentale per attuare gli opportuni programmi di prevenzione specifici per ogni tipo di neoplasia (mammella, ovaio, colon…).

Dott.ssa Valeria Viassolo

“Un elemento innovativo è rappresentato dall’utilizzo clinico della biopsia liquida – ha spiegato il professor Giuseppe Zamboni, direttore dell’Anatomia Patologica e Biologia Molecolare. “Tale metodica consiste nell’identificazione di alterazioni molecolari predittive di risposta o al contrario di resistenza alle terapie attraverso un semplice prelievo di sangue, analizzando frammenti di DNA e RNA che rilasciano le cellule tumorali. Ciò è possibile grazie all’elevatissima sensibilità delle metodiche di sequenziamento del DNA di nuova generazione (definite Next Generation Sequencing-NGS) di cui si avvale il nostro laboratorio di Biologia Molecolare per tutti gli esami, e non solo per la biopsia liquida, di caratterizzazione molecolare che nel 2024 sono stati circa 600”. Attualmente l’utilizzo della biopsia liquida è raccomandato nel tumore del polmone e nel carcinoma della mammella

 Il ruolo della genetica nella prevenzione oncologica

Strettamente legata all’attività di biologia molecolare è quella della genetica oncologica. Si tratta di un percorso rivolto sia a pazienti oncologici sia a persone sane con storia personale e/o familiare che potrebbe far ipotizzare una predisposizione ereditaria, quindi un elevato rischio, di contrarre la malattia. I tumori ereditari rappresentano circa il 5-10% della totalità delle diagnosi oncologiche e possono essere sospettati in caso di neoplasie sviluppate in età precoce, multiple, di tipo istologico particolare o diagnosticate in numerosi familiari dello stesso ramo parentale. “I principali obiettivi di un percorso di genetica oncologica sono innanzitutto quello di stabilire la presenza di una predisposizione ereditaria anche attraverso esami genetici eseguiti dalla Biologia Molecolare – ha illustrato la dottoressa Valeria Viassolo, genetista oncologa -. Quindi di valutare la percentuale di rischio di ammalarsi di tumore e infine proporre misure di sorveglianza (come esami clinico-strumentali a scadenze ravvicinate) o di prevenzione personalizzate, sulla base del rischio stimato”. Nel 2024 la Genetica Oncologica ha effettuato circa 800 visite.


Verso la Giornata mondiale contro il cancro: il ruolo della chirurgia nel Cancer Center di Negrar

Il 4 febbraio ricorre la Giornata mondiale contro il cancro. La chirurgia ha un ruolo cruciale nella cura contro i tumori. Andiamo a scoprire insieme ai professionisti del Sacro Cuore Don Calabria alcune specificità della chirurgia oncologica del Cancer Center dell’IRCCS di Negrar. Le interviste di: Stefano Cavalleri, direttore dell’Urologia; Marcello Ceccaroni, direttore della Ginecologia; Giacomo Ruffo, direttore della Chirurgia Generale; Diego Gavezzoli, direttore della Chirurgia Toracica; Alberto Massocco, direttore della Chirurgia Senologica; Cesare Cristofoli, direttore della Chirurgia Plastica

Nel 2024 all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria sono stati effettuati 2.800 interventi chirurgici per neoplasia (21.000 quelli totali). Di questi 400 hanno riguardato gli interventi maggiori per patologie neoplastiche urologiche, 236 la mammella, 93 il polmone, 131 il colon-retto, 95 le malattie tumorali ginecologiche e 116 i tumori della tiroide.

Chirurgia mini-invasiva: centro di eccellenza per il tumore dell’ovaio avanzato

La chirurgia mini-invasiva (laparoscopica o robotica) è da molti anni una prassi consolidata all’IRCCS di Negrar anche per la chirurgia oncologica.

Dr. Marcello Ceccaroni

In particolare l’Unità Operativa Complessa di Ginecologia, diretta dal dottor Marcello Ceccaroni, è uno dei pochi centri, a livello internazionale, ad offrire un trattamento laparoscopico del tumore dell’ovaio avanzato. Neoplasia (con circa 5.200 nuovi casi all’anno in Italia) che oggi rappresenta una sfida oncologica tra le più grandi, in quanto nella maggioranza dei casi la diagnosi avviene in fase avanzata quando sorgono i primi sintomi. “Un nostro studio retrospettivo pubblicato nel 2024 da Cancers (“Things Have Changed-Laparoscopic Cytoreduction for Advanced and Recurrent Ovarian Cancer: The Experience of a Referral Center on 108 Patients”) riporta il più alto numero di pazienti (108) con tumori ovarici avanzati e ricorrenti sottoposti a chirurgia laparoscopica in un unico centro di riferimento – ha spiegato il dottor Ceccaroni -. La chirurgia mini-invasiva è predominante nelle sale operatorie. Tuttavia per il tumore ovarico è rimasta confinata a piccoli numeri. Il nostro studio ha dimostrato invece che l’approccio laparoscopico è fattibile in pazienti selezionati con risultati paragonabili a quelli ottenuti con la chirurgia open. Inoltre ne riduce l’invasività, i tempi operatori, le perdite di sangue, il dolore e, soprattutto, i giorni di degenza della paziente, migliorandone la ripresa, la qualità di vita e permettendole di accedere molto prima ad una chemioterapia post-operatoria”.

 Tre robot anche per la chirurgia oncologica
Dr, Stefano Cavalleri

La chirurgia robotica oncologica è praticata all’IRCCS di Negrar da un decennio. Nel 2024 è stato acquisito un secondo robot Da Vinci Xi e il robot Hugo Ras. “Oltre il 70% degli interventi di chirurgia urologica oncologica vengono eseguiti con tecnica robotica, che consente un approccio più preciso e meno invasivo per il paziente – ha sottolineato il dottor Stefano Cavalleri, direttore dell’Urologia -. Con la disponibilità di tre robot abbiamo possibilità di estendere questo tipo di chirurgia a un numero maggiore di pazienti oncologici, non solo di urologia, ma anche di chirurgia colo-rettale, toracica e ginecologica”.