
Dalla chirurgia robotica alla genetica applicata alla prevenzione, dalle strumentazioni diagnostiche con intelligenza artificiale alle terapie di ultra-precisione: nel 2024 sono state 18mila le persone affette da malattia oncologica che si sono rivolte al “Sacro Cuore Don Calabria” nel loro percorso di cura. La dottoressa Stefania Gori: “I migliori risultati di cura si ottengono solo con un’organizzazione multidisciplinare: la complessità della malattia oncologica è tale che il paziente non può essere preso in carico da un solo specialista”.
Sono 18.000 le persone affette da malattia oncologica che nel 2024 si sono rivolte all’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar per prestazioni di diagnosi, terapia o follow-up all’interno del loro percorso di cura. Una crescita del 21% rispetto a cinque anni fa quando i pazienti erano 14.812. Numeri che attestano un riconoscimento da parte dei pazienti, ottenuto grazie al progressivo, e continuo, rinnovamento tecnologico sommato a professionalità di alto livello e alla realizzazione di percorsi di cura multidisciplinari per ogni tipo di neoplasia.
In vista della Giornata mondiale contro il cancro, che ricorre il prossimo 4 febbraio, l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria ha l’attività del Cancer Center che nel 2023 ha ottenuto la certificazione da parte dell’OECI, la più importante rete europea degli Istituti Oncologici. L’incontro ha avuto come ospite il professor Paolo Marchetti, oncologo e direttore scientifico dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata di Roma, che ha tenuto un intervento sul ruolo sull’esposoma – cioè la totalità dei fattori esterni a cui è esposto un individuo – nella genesi dei tumori. In sala erano presenti anche i rappresentanti di alcune associazioni presenti nel territorio e che collaborano con l’IRCCS di Negrar: Lega Italiana per la lotta contro i tumori- Lilt; l’Associazione donne operate al seno (Andos) e Pink Darsena del Garda.
Durante l’incontro i direttori delle Unità Operative del Cancer Center sono intervenuti presentando gli aspetti più innovativi della loro attività: la chirurgia robotica con oltre il 70% degli interventi oncologici urologici effettuati con i tre robot chirurgici, impiegati anche per altre specialità; la elevata casistica di interventi in laparoscopia per il tumore all’ovaio; il ruolo fondamentale della biologia molecolare che traccia la “carta d’identità”, anche con un semplice prelievo del sangue (biopsia liquida), del tumore ai fini diagnostici, terapeutici e prognostici; la prevenzione oncologica attraverso la genetica; le strumentazioni diagnostiche di nuova generazione, tra cui due nuovi mammografi con intelligenza artificiale. E infine le terapie di ultra-precisione della Medicina Nucleare e della Radioterapia.
“Negli anni l’IRCCS di Negrar ha visto crescere le competenze professionali e tecnologiche, ma ha anche migliorato l’organizzazione con la creazione e lo sviluppo dei Gruppi Oncologici Multidisciplinari (GOM), nei quali un team di professionisti di diverse specialità discutono il caso di malattia neoplastica che per la sua complessità non può essere presa in carico da un solo specialista”, ha spiegato la dottoressa Stefania Gori, direttore del Dipartimento Oncologico. “Una simile organizzazione determina beneficio per il paziente: migliore assistenza, aumentata aderenza del percorso diagnostico-terapeutico dettato dalle Linee Guida nazionali e internazionali e aumento della sopravvivenza, maggiore opportunità di arruolamento in studi clinici, quindi accesso alle cure innovative”. Nel 2024 sono stati discussi nell’ambito dei GOM i casi clinici di 1.200 pazienti, per un totale di 1.420 verbali, che entrano a far parte del dossier clinico del paziente. Un esempio di GOM è quello della mammella: il caso della paziente viene discusso collegialmente dall’oncologo, dal radiologo, dall’anatomopatologo, dal chirurgo senologo, dal chirurgo plastico, dal genetista, dal radioterapista oncologo e dal medico nucleare.
Lo scorso anno i ricoveri oncologici sono stati 3.800 su un totale 31.500 e sono stati effettuati 2.800 interventi chirurgici per neoplasia (21.000 quelli totali). Di questi 400 hanno riguardato gli interventi maggiori per patologie neoplastiche urologiche, 236 la mammella, 93 il polmone, 131 il colon-retto, 95 le malattie tumorali ginecologiche e 116 i tumori della tiroide.