Il "Sacro Cuore" IRCCS per le Malattie Infettive e Tropicali

Con questo riconoscimento da parte del Ministero della Salute, l’ospedale di Negrar entra nell’elenco delle 50 strutture italiane che hanno raggiunto livelli di eccellenza nella ricerca applicata alla clinica in diversi ambiti medici

Con il decreto del 23 maggio 2018, il Ministero della Salute ha riconosciuto il carattere scientifico nella disciplina “malattie infettive e tropicali” all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Quello di Negrar è il terzo IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) del Veneto, con l’Istituto Oncologico Veneto di Padova e la Fondazione Ospedale San Camillo di Venezia. In Italia gli IRCCS sono 50 specializzati in varie discipline mediche. Il “Sacro Cuore Don Calabria” è l’unico ospedale ad aver ottenuto il riconoscimento anche per le malattie tropicali, patologie di interesse globale alla luce dell’incremento esponenziale negli ultimi anni dei viaggi in aree tropicali e dei flussi migratori.

 

Questa mattina nella sala convegni Fr. Perez dell’Ospedale, si è tenuta la conferenza stampa in cui l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, ha illustrato alla stampa questo importante riconoscimento per la Sanità veneta e nazionale. Alla confrenza stampa, condotta dal dottor Fabrizio Nicolis, direttore sanitario dell’ospedale di Negrar, sono intervenuti, oltre all’assessore Coletto, il presidente dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, fr. Gedovar Nazzari; l’amministratore delegato, dottor Mario Piccinini, e il direttore di Malattie Infettive e Tropicali, professor Zeno Bisoffi. Hanno tenuto un breve intervento anche il prorettore dell’Università di Verona, professor Antonio Lupo, il presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Verona, professor Alfredo Guglielmi, e il direttore della Sezione di Malattie Infettive e Tropicali dell’Università di Verona, Ercole Concia. In allegato un breve filmato della conferenza stampa.

 

Che cosa sono gli IRCCS

Gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) sono ospedali di eccellenza con finalità di ricerca, che deve trovare necessariamente sbocco in applicazioni terapeutiche. Inoltre effettuano prestazioni di ricovero e cura di alta specialità. In qualità di IRCCS tali istituti godono di un finanziamento statale (che va ad aggiungersi a quello regionale) che può essere utilizzato solo per attività di ricerca relativa alle materie riconosciute.

 

L’iter di riconoscimento

L’iter di riconoscimento dell’IRCCS ha avuto inizio nel 2014 con la richiesta alla Regione Veneto da parte dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria. Nel 2015 la Regione, ritenendo la richiesta compatibile con la programmazione socio-sanitaria, ha modificato la scheda di dotazione ospedaliera del “Sacro Cuore Don Calabria” e ha provveduto successivamente ad inoltrare la richiesta di riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico al Ministero della Salute. Il ministro ha successivamente nominato una Commissione formata da esperti nella disciplina oggetto della richiesta di riconoscimento che ha valutato i criteri di idoneità anche con due visite alla struttura. Il parere favorevole della Commissione è stato poi sottoposto dal Ministro alla Conferenza Stato-Regioni e al presidente della Regione Veneto che ha espresso la sua formale intesa ai fini dell’adozione del provvedimento di riconoscimento. L’iter si è concluso con il decreto del ministro Beatrice Lorenzin (23 maggio 2018) e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

 

Dal Centro per le Malattie Tropicali all’IRCCS

L’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive e Tropicali nasce come Centro per le Malattie Tropicali dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, diretto dal 2000 da Zeno Bisoffi, professore associato all’Università di Verona. L’U.O.C. raccoglie probabilmente la più ampia casistica nazionale nell’ambito delle malattie tropicali e parassitarie. In quasi 30 anni di attività del Centro sono stati trattati oltre 1.500 casi di malaria. Tra il 2015 e il 2017 sono stati oltre un centinaio i ricoveri per questa patologia, tutti casi d’importazione.

Negli ultimi due anni, con lo sviluppo delle metodiche di biologia molecolare e l’arrivo di nuove ricercatrici e ricercatori, la competenza diagnostica sulla malaria ha raggiunto un livello di assoluta eccellenza. Ad esempio su incarico dei periti nominati dal tribunale sono state svolte recentemente, in parallelo con l’Istituto Superiore di Sanità, le indagini che hanno permesso di chiarire la natura del contagio nell’evento tragico della morte per malaria della piccola Sofia di Trento, che non si era mai recata all’estero.

 

Tuttavia il principale carattere distintivo dell’Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico di Negrar è il lavoro di ricerca – traslazionale (scoperte di laboratorio che hanno immediate applicazioni cliniche), clinica ed epidemiologica – focalizzato prevalentemente sulle “Poverty Related Diseases”, cioè sulle malattie che sono state trascurate dalla ricerca (pubblica e privata) perché riguardano le popolazioni povere del pianeta, ma che oggi rappresentano – alla luce dei flussi migratori e dell’incremento dei viaggi in aree tropicali – un tema di interesse globale.

 

Con il riconoscimento di IRCCS, l’U.O.C. incrementerà la sua attività anche nell’ambito delle malattie infettive, in collaborazione con l’Università di Verona e le Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona. Sul tavolo della comunità scientifica ci sono problemi epocali come la resistenza agli antibiotici dei “super batteri”.

Malattie Infettive e Tropicali è Centro di riferimento regionale per le patologie d’importazione e Centro Collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la strongiloidosi e le altre parassitosi intestinali (dal 2014). Inoltre è coordinatore scientifico del progetto regionale di sorveglianza epidemiologica delle “febbri estive” suddivise in autoctone (West Nile Fever) e di importazione (dengue, chikungunya e virus Zika) ma che possono diffondersi in Italia (si veda l’epidemia di chikungunya nella regione Lazio l’anno scorso) per la presenza di vettori efficaci (zanzara tigre).

Nella storia del CMT un Papa e tre illustri veronesi

Il Centro per le Malattie tropicali (CMT) dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria è stato istituito nel 1989 dalla Fondazione Don Giovanni Calabria per le Malattie tropicali, fondata nel 1988 dall’Opera Don Calabria, da Medici con l’Africa-CUAMM e dall’UMMI (Unione Medico Missionaria Italiana) per dare una risposta ai religiosi e volontari che tornavano ammalati dalle terre di missione. Tra i fondatori della Fondazione anche il professor Giorgio Zanotto, il professor Giorgio De Sandre e l’avvocato Giambattista Rossi, tre illuminati protagonisti della Verona di quell’epoca, grazie ai quali nacque anche l’Università scaligera.

La prima pietra della Fondazione è stata posata idealmente da Papa Giovanni Paolo II il 17 aprile del 1988, come “segno” permanente del suo incontro con gli ammalati e gli operatori del “Sacro Cuore Don Calabria” in occasione della visita pontificia alla diocesi di Verona (16-17 aprile 2018)


Prestigiosa certificazione di qualità per l'Endoscopia digestiva

Il Servizio di Endoscopia ed Ecoendoscopia digestiva ha ottenuto l’accreditamento SIED che certifica l’elevata qualità e gli standard di eccellenza raggiunti nell’erogazione delle prestazioni ai pazienti

Prestigioso riconoscimento per il Servizio di Endoscopia ed Ecoendoscopia Digestiva del Sacro Cuore Don Calabria di Negrar.

Nei giorni scorsi ha ottenuto l’accreditamento da parte della Società Italiana di Endoscopia Digestiva (SIED) che certifica l’elevata qualità e gli standard di eccellenza raggiunti dal Servizio di cui è responsabile il dottor Marco Benini e che afferisce alla Gastroenterologia, diretta dal dottor Paolo Bocus (nella foto di copertina con tutta l’équipe).

Le strutture accreditate in tutta Italia sono 18 tra cui Istituto Europeo di Oncologia, l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano e l’Ismett di Palermo.

L’accreditamento, che è volontario, rappresenta un’ulteriore garanzia per il paziente che si rivolge al Servizio per esami, solo per citarne alcuni, come la gastroscopia, la colonscopia o la più sofisticata ecoendoscopia (video che descrive l’esame). Si tratta di un’ecografia “interna”, disponibile solo in pochi ospedali italiani, che permette di effettuare una ecografia ad alta risoluzione della parete del tubo digerente e delle strutture adiacenti ad esso, fondamentale per la diagnosi e la stadiazione dei tumori.

“Siamo molto orgogliosi della certificazione da parte di un ente autorevole e indipendente come la SIED – commenta il dottor Benini -. I criteri di valutazione per ottenere l’accreditamento sono, infatti, molto stringenti e si basano su rigidi parametri di qualità ampiamente riconosciuti dalla comunità scientifica internazionale.Vengono valutati gli aspetti scientifici e professionali e l’organizzazione dei processi sanitari. Nel non breve percorso che ha portato alla certificazione è stata coinvolta l’Associazione Nazionale degli Infermieri Operatori Tecniche Endoscopiche (ANOTE), che ha messo a disposizione un team di infermieri per affiancare SIED nell’iter di accreditamento sulle tematiche specifiche del loro ruolo. Il risultato è frutto del lavoro di tutti i componenti del servizio e della costante collaborazione con l’Ufficio Qualità Integrato dell’ospedale”.

Il Servizio di Endoscopia ed Ecoendoscopia del “Sacro Cuore Don Calabria” è un centro di eccellenza per la diagnostica precoce e la terapia delle malattie e dei tumori gastrointestinali, del pancreas e delle vie biliari. All’anno vengono eseguiti circa 8mila esami diagnostici.


Stefania Gori presidente nazionale degli oncologi italiani

La direttrice dell’Oncologia Medica del “Sacro Cuore Don Calabria” è la prima donna ai vertici dell’Associazione Italiana Oncologia Medica (AIOM) che ha una storia di oltre quarant’anni e conta 2.500 soci

Stefania Gori, direttore dell’Oncologia Medica del “Sacro Cuore Don Calabria”, è la prima donna al vertice dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM).

Presidente eletto dall’ottobre del 2015, è’ entrata in carica come presidente nazionale al termine del XIX Congresso della Società scientifica, che si è tenuto a Roma dal 27 al 29 ottobre. Al suo fianco avrà Giordano Beretta, come presidente eletto, Roberto Bordonaro, segretario nazionale, e Saverio Cinieri, riconfermato Tesoriere. Il Consiglio direttivo nazionale 2017/2019 è composto da Giuseppe Procopio, Nicla La Verde, Sergio Bracarda, Silvia Novello, Antonio Russo, Giuseppe Aprile, Lucia Del Mastro, Daniele Farci.

Stefania Gori, dopo aver lavorato nell’Oncologia Medica di Perugia, dirige dal 2013 il Dipartimento oncologico della struttura sanitaria veronese. Dal 2007 è componente del Consiglio direttivo nazionale AIOM.

“Nell’ultimo decennio abbiamo ottenuto risultati che inizialmente sembravano irraggiungibili – afferma la Presidente – . I sette obiettivi della società scientifica per i prossimi anni saranno: ridurre il carico di malattia tumorale, puntando ad un accesso sempre più ampio alle nuove terapie per tutti i pazienti su tutto il territorio; aumentare il confronto e la collaborazione con le Istituzioni sanitarie; identificare in maniera sempre più chiara e condivisa con la Società Europea di Oncologia (ESMO) del profilo dell’oncologo medico; rafforzare la posizione dell’oncologia all’interno di un Servizio Sanitario Nazionale che sta cambiando (vedi implementazione delle Reti Oncologiche Regionali); supportare la ricerca oncologica no profit; fornire adeguata informazione ai pazienti e ai cittadini (sito AIOM, sito Fondazione AIOM, media e social); rafforzare la collaborazione con le altre società scientifiche nazionali e internazionali”.

“Voglio anche intensificare e valorizzare il contributo delle colleghe– aggiunge la dottoressa Gori -. Le oncologhe nell’AIOM sono oltre mille, eppure è la prima volta che una donna diventa presidente della nostra società scientifica. È un fatto significativo“. Un impegno importante e prioritario, sottolineato dal Presidente AIOM, sarà con i soci (oltre 2.500) che rappresentano la vera forza di AIOM, e con i coordinatori regionali: con tutti loro andrà aumentato il confronto e la collaborazione.


Mario Piccinini riconfermato alla guida dell'Aris del Triveneto

L’amministratore delegato del Sacro Cuore Don Calabria è al suo terzo mandato come presidente dell’Aris del Triveneto che riunisce 21 strutture sanitarie, 235 in tutta Italia

Mario Piccinini, amministratore delegato dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, è stato riconfermato alla guida dell’Aris Triveneto, l’Associazione religiosa degli istituti socio-sanitari che a livello nazionale riunisce 235 strutture sanitarie cattoliche.

La riconferma del dottor Piccinini, che è al suo terzo mandato, è avvenuta all’unanimità da parte degli associati del Veneto, Friuli Venezia Giulia e delle Provincie autonome di Trento e Bolzano.

All’Aris Triveneto aderiscono 21 strutture di cui sei ospedali classificati, cioè equiparati a quelli pubblici, un Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico, la Fondazione Istituto San Camillo di Venezia, e sette Centri di riabilitazione oltre a numerose case di cura.

A Verona fanno parte dell’Aris oltre alla Cittadella della Carità di Negrar (che comprende l’ospedale Sacro Cuore Don Calabria e le Rsa Casa Perez e Casa Nogarè) anche il Centro Polifunzionale Don Calabria e l’ospedale Villa Santa Giuliana.

Mario Piccinini, laureato in Giurisprudenza, dal dicembre del 2015 è amministratore delegato dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar in cui ha ricoperto anche il ruolo di direttore amministrativo. Nell’ambito dell’Aris nazionale è consigliere e membro della Commissione nazionale per i rinnovi contrattuali di medici e non medici.


Il Sacro Cuore è sempre più "europeo"

‘ospedale di Negrar, unico nel Veneto, ha ottenuto l’accreditamento presso il Gruppo Informale degli Uffici di Rappresentanza Italiani a Bruxelles (GIURI). Si tratta di un importante punto d’appoggio per la partecipazione ai bandi in materia sanitaria

L’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria compie un nuovo passo verso l’Europa. E’ dello scorso mese di dicembre, infatti, l’avvenuto accreditamento della struttura scaligera presso il GIURI, il Gruppo Informale degli Uffici di Rappresentanza Italiani a Bruxelles.

 

L’organismo riunisce gli uffici italiani operanti nella ‘Capitale dell’Unione Europea’ e attivi nel campo della Ricerca e Innovazione. Ne fanno parte centri di ricerca, pubbliche amministrazioni centrali e regionali, associazioni di categoria, intermediari finanziari, istituti bancari e molte altre realtà. L’obiettivo di questo gruppo è facilitare e migliorare lo scambio di informazioni e la cooperazione tra i propri membri con particolare attenzione al Programma Quadro sulla Ricerca ed Innovazione dell’UE, denominato Horizon 2020.

 

Grazie a questo accredito, l’ospedale di Negrar sarà aggiornato con la massima tempestività sui bandi di imminente uscita in tema di sanità, oltreché sulle nuove politiche di salute della Commissione Europea. Inoltre il GIURI può fornire un supporto operativo nella progettazione per partecipare ai bandi europei, in quanto è coordinato dall’Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea (APRE), che è il Punto di Contatto Nazionale per l’8° Programma Quadro Europeo sulla Ricerca ed Innovazione, appunto HORIZON 2020 (ed è quindi l’ente di riferimento per ricevere supporto nella stesura dei progetti e nella partecipazione ai bandi).

 

Il Sacro Cuore, ad oggi, è l’unico Ospedale veneto iscritto al Gruppo, il quale comprende altresì importanti strutture sanitarie e diversi IRCSS italiani.

 

Enrico Andreoli


Stefania Gori è il nuovo presidente degli oncologi italiani

Il direttore dell’Oncologia medica, Stefania Gori, è il nuovo presidente eletto dell’Aiom. La prima donna alla guida della Società scientifica nata nel 1973

Il direttore dell’Oncologia medica dell’ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar, la dottoressa Stefania Gori, è il nuovo presidente eletto dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), la più importante e rappresentativa Società scientifica dell’oncologia italiana, che raggruppa oltre il 95% dei medici che si occupano di questa disciplina.


Certificazione europea per il Dipartimento di Oncologia

L’European Society of Medical Oncology ha rinnovato al Dipartimento di Oncologia la Certificazione di Centro integrato di oncologia e Cure palliative

In coincidenza dell’ultimo Congresso Europeo di Oncologia ECCO-ESMO, che si è tenuto a Vienna, è stata rinnovata ufficialmente al Dipartimento di Oncologia dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria la Certificazione di Centro integrato di Oncologia e Cure palliative .

ESMO (European Society of Medical Oncology) dal 2006 certifica i Servizi oncologici interdisciplinari che si distinguono nell’approccio a tutto campo al malato, prevedendo cure scientificamente adeguate per i singoli tumori, la miglior terapia di sollievo dei sintomi e delle complicazioni, l’aiuto psicologico continuo a pazienti e familiari ed il sostegno nel fine vita.

Sono circa 200 i Centri in tutto il mondo che hanno ricevuto la Certificazione ESMO dal 2006 ad oggi (validità triennale).

Il Dipartimento Oncologico dell’ospedale S Cuore Don Calabria ha ricevuto tale certificazione nel 2009, con successivo rinnovo nel 2012 e nel 2015, confermando un impegno di lunga durata nel concretizzare quotidianamente la filosofia del non abbandono del malato oncologico, in tutte le fasi di malattia.

(nella foto l’équipe de Dipartimento di oncologia)