Inaugurazione del Centro diagnostico terapeutico

Sabato 9 aprile alle 11 si terrà la benedizione inaugurale aperta al pubblico del Centro diagnostico terapeutico ospedale Sacro Cuore, in via S. Marco 121, a Verona

Taglio ufficiale del nastro per il Centro diagnostico terapeutico ospedale Sacro Cuore di via San Marco 121, a Verona.

Sabato 9 aprile alle 11 don Ivo Pasa, responsabile della Delegazione Europea dell’Opera Don Calabria, impartirà la benedizione inaugurale della nuova struttura sanitaria collocata in due palazzine completamente rinnovate del Centro polifunzionale Don Calabria.

Alla cerimonia, aperta alla cittadinanza, interverranno l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, il presidente dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, fratel Gedovar Nazzari, l’amministratore delegato, Mario Piccinini, e il direttore sanitario, dottor Fabrizio Nicolis.

Dopo la benedizione ci sarà un buffet di benvenuto e la possibilità per il pubblico di visitare il Centro.

Con la realizzazione del Centro diagnostico terapeutico, l’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar si avvicina ai cittadini del comune scaligero che da sempre scelgono numerosi la struttura sanitaria della Valpolicella.

Qui, in uno spazio moderno ed accogliente, è possibile effettuare in libera professione visite specialistiche, esami diagnostici, check up ed interventi di day surgery, quest’ultimi grazie all’allestimento di una sala chirurgica con stanze dedicate all’osservazione post-operatoria.


Lo standard ospedaliero è garantito dalle professionalità mediche, le stesse che operano al “Sacro Cuore Don Calabria” di Negrar, e dalla tecnologia diagnostica di ultima generazione, di cui è dotato anche l’ospedale calabriano.

Non solo: in caso di ulteriori accertamenti, il paziente può scegliere di proseguire l’iter diagnostico-terapeutico all’ospedale di Negrar.

Per informazioni: 045.6014844; centro.diagnostico@sacrocuore.it Per prenotazioni telefoniche: tel. 045.6013257 lunedì-venerdì dalle 8 alle 18, sabato dalle 8 alle 13.
Per prenotazioni allo sportello: lunedì-venerdì dalle 8 alle 20.
Disdetta prenotazioni: numero verde 800. 62 0177


800 143 143 il Numero Verde per la cura del tumore

È attivo il Numero Verde 800 143 143 dedicato ai pazienti con diagnosi tumorale che vogliono intraprendere un percorso di cura al Sacro Cuore

800 143 143 è il Numero Verde per la cura del tumore attivato da questa mattina dall’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona). Si tratta di un numero dedicato alle persone con diagnosi oncologica (o solo con un sospetto) che vogliono intraprendere un percorso di accertamento e di cura presso il nosocomio calabriano(vedi filmati sulla presentazione).

Dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 al Numero Verde rispondono due tutor (quattro le linee dedicate) che una volta individuato il problema del paziente lo mettono in contatto con l’Oncologia, i Servizi o le Unità operative interessate al tipo di tumore.L’obiettivo è quello prendere in carico il paziente, accompagnandolo passo dopo passo nel suo percorso, e di abbattere i tempi di attesa per gli esami diagnostici e i trattamenti chirurgici e farmacologici.
“Si tratta di un’ulteriore ‘porta’ che mettiamo a disposizione dei pazienti e dei loro familiari, per una patologia grave come quella oncologica”, ha detto il direttore sanitario, Fabrizio Nicolis, durante la presentazione. E sono stati 10.766 i pazienti oncologici che nel 2015 hanno fatto riferimento all’ospedale di Negrar, un migliaio più dell’anno precedente.

L’iniziativa è parte di un modello organizzativo multidisciplinare tratto dal mondo anglosassone, il Cancer Care Center, strutturato come una rete trasversale ai Dipartimenti, alle singole Unità operative e ai Servizi coinvolti nell’iter diagnostico-terapeutico del paziente. Ogni paziente viene preso in carico da un team di specialisti che valuta il trattamento personalizzato da intraprendere. “Perché – ha sottolineato ancora il dottor Nicolis – se non tutti i tumori sono uguali, lo stesso vale per i pazienti”.

Modello multidisciplinare vincente in Oncologia che è stato reso possibile grazie al fatto che “negli ultimi anni il ‘Sacro Cuore Don Calabria’ ha investito quote notevoli del suo bilancio nello sviluppo strutturale e tecnologico e in capitale umano e professionale soprattutto nel campo oncologico – ha spiegato l‘amministratore delegato, Mario Piccinini -. Tanto che oggi il paziente trova nel perimetro dell’ospedale tutti i servizi e le specialità necessarie per la diagnosi e la terapia dei tumori fino alla riabilitazione oncologica e alle cure palliative. Uno dei pochi esempi di questo tipo in Italia nell’ambito delle strutture ospedaliere non oncologiche“.

Tra i fiori all’occhiello la Radioterapia Oncologica, “la cui dotazione tecnologica, tra le più moderne e uniche in Italia, consente tramite schemi personalizzati di abbattere drasticamente il numero di sedute, riducendo il disagio dei pazienti e azzerando le liste di attesa – ha illustrato il direttore dell’Unità operativa, Filippo Alongi -. Nel caso del tumore alla prostata, per esempio, è stato sviluppato un protocollo innovativo che in sole 5 sedute permette di irradiare in modo curativo il tumore che invece viene trattato solitamente in due mesi“. Inoltre “l’adozione delle tecniche di laparascopia più avanzata e del robot Da Vinci Xi permettono in chirurgia un approccio mininvasivo routinario al trattamento della malattia oncologica garantendo un minor impatto sul paziente e una più rapida ripresa post operatoria”, ha spiegato il direttore della Chirurgia generale, dottor Giacomo Ruffo.Anche la Medicina Nucleare e Terapia Radiometabolica, diretta dal dottor Matteo Salgarello, rappresenta l’unica espressione nella regione Veneto di completezza diagnostica e terapeutica del settore.

La dottoressa Stefania Gori, direttore dell’Oncologia Medica e presidente nazionale eletto dell’AIOM (l’Associazione Italiana di Oncologia Medica, che riunisce circa 3mila oncologi) ha fornito dati rassicuranti sul tumore in Italia. “Nel 2015 le nuove diagnosi sono state 360mila, ma la mortalità risulta in costante diminuzione negli ultimi 15 anni. La sopravvivenza a 5 anni è aumentata dal triennio 1990-92 al triennio 2005-2007 del 18% negli uomini e del 10% nelle donneOggi vivono nel nostro Paese 3 milioni di persone con diagnosi di tumore, indipendentemente dal tempo in cui è stata fatta, con un incremento del 3% annuo”.

Alla conferenza stampa è intervenuto anche l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, che ha sottolineato, “quanto l’ospedale ‘Sacro Cuore Don Calabria’ sia una parte importante del sistema sanitario regionale.Nell’idea del Cancer Care Center c’è anche una grande attenzione all’aspetto umano, che è una “medicina” che si trova solo nelle persone e nelle strutture che fanno buona sanità”.


Giornata mondiale contro il cancro

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Il 4 febbraio è la Giornata mondiale contro il cancro: il 40% dei decessi potrebbe essere evitato incentivando la prevenzione a cominciare da una vita sana

Domani 4 febbraio si celebra in tutto il mondo la Giornata contro il cancro, promossa dall’UICC, un’organizzazione non governativa che rappresenta associazioni impegnate nella lotta alle neoplasie in oltre 100 Paesi.

All’evento partecipa anche l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), di cui è presidente eletto la dottoressa Stefania Gori, direttore dell’Oncologia medica dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar.

L’AIOM ha infatti fatto propria la campagna #WeCanICan(www.worldcancerday.org) che ha lo scopo di aumentare il livello di consapevolezza sia individuale che collettivo su cosa è possibile fare per arginare un’epidemia responsabile ogni anno in tutto il mondo di più di 8,2 milioni di morti. Tuttavia il 40% dei decessi potrebbe essere evitato incentivando la prevenzione a cominciare da una vita sana e all’adesione ai programmi di screening. Spetta invece ai vari governi nazionali e alle Istituzioni sanitarie garantire le terapie innovative e trovare le risorse economiche e umane necessarie per contrastare le neoplasie.

Nel 2015 si sono verificate in Italia 363.300 nuove diagnosi di tumore. Secondo gli studi AIOM il nostro Paese presenta tassi di guarigione fra i più alti in Europa e sei pazienti su dieci riescono a sconfiggere la malattia, potendo così tornare a condurre una vita normale.

Ma molta strada resta ancora da percorrere soprattutto per quanto riguarda alcune forme di tumore particolarmente aggressive e per le quali le terapie a disposizione sono ancora poche. In questi casi la prevenzione primaria è quindi ancora più importante.

L’AIOM da anni è impegnata in progetti educazionali dedicati alla popolazione di ogni fascia d’età, dagli studenti delle scuole medie inferiori agli over 65 dei centri anziani. Il principale fattore di rischio oncologico è il fumo di sigaretta che lo scorso anno ha causato in Italia 100mila nuovi tumori. Sono riconducibili al tabagismo fino al 90% dei casi di carcinoma polmonare, il 75% di quelli alla testa e collo e il 25-30% delle forme di cancro al pancreas. Inoltre aumenta la possibilità di insorgenza di neoplasia a seno, prostata, rene, esofago e vescica.

Di recente l’AIOM ha lanciato alle Istituzioni competenti un appello: aumentare di un centesimo il costo di ogni singola sigaretta.Un’iniziativa che potrebbe disincentivare il vizio del fumo e allo stesso tempo finanziare la creazione di un fondo oncologico nazionale per garantire a tutti i pazienti i farmaci innovati anti-cancro.

Si tratta di terapie efficaci che possono offrire reali possibilità di guarigione. Negli ultimi anni la spesa sanitaria è cresciuta solo dello 0,9%, molto meno rispetto ad altre voci del bilancio pubblico. Grazie a questa speciale “tassa per la salute” sul tabacco secondo Aiom è possibile recuperare importanti risorse da reinvestire nella lotta al cancro.


Apnee notturne: un incontro pubblico per saperne di più

Non è solo un fastidioso disturbo, ma una malattia del sonno che ora influirà anche sul rilascio della patente: martedì 1° dicembre un incontro in Sala Perez

Entro la fine dell’anno l’Unione Europea obbligherà tutti gli italiani (almeno chi guida) a fare i conti con la qualità del proprio sonno. Infatti fra pochi giorni scade il termine entro il quale l’Italia deve recepire una direttiva europea: tra le malattie da segnalare, e indagare, nell’atto delle procedure per il rilascio o per il rinnovo della patente dovranno essere inserite anche le apnee del sonno. Un disturbo che si presenta con un forte russamento e la sospensione per alcuni secondi del respiro.

Per sapere di più, sia sulla patologia che sulle nuove disposizioni per la patente, martedì 1° dicembre il Centro per la Medicina del sonnodell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, diretto dal dottor Gianluca Rossato, in collaborazione con l’associazione “InformaSonno” propone alla cittadinanza un incontro pubblico che si terrà alle 17 al Centro di Formazione (vicino ai Poliambulatori).

In Italia il 4% degli uomini dai 30 ai 65 anni, dotati di peso normale, e il 2% delle donne soffre di apnee notturne. La percentuale sale al 40% nei soggetti obesi. La mancanza di ossigeno, sebbene per brevissimi istanti, può portare all’ipertensione arteriosa fino a malattie più gravi, come l’infarto cardiaco e all’ictus cerebrale.

Senza contare che i colpi di sonno durante il giorno, causati spesso dalle apnee notturne che impediscono un adeguato riposo, sono tra le prime cause degli incidenti stradali più gravi. Si stima che in Italia siano responsabili di un migliaio di morti all’anno e di oltre 120mila feriti. La situazione non è molto diversa in altri Paesi della UE, da qui la necessità di introdurre la direttiva.

Il Centro di Medicina del sonno vanta un’esperienza lunga e qualificata nel trattamento delle apnee notturne. Un disturbo che può essere risolto con una dieta sana e il controllo del peso corporeo. Quando questo non basta se non esistono malformazioni anatomiche, rimediabili anche chirurgicamente, la terapia ventilatoria è quella che dà maggiori risultati.

Si tratta dell’adozione durante la notte di un apparecchio chiamato Cpap (Continous positive airway pressare), una sorta di mascherina che spingendo un flusso d’aria costante e leggero mantiene pervie le vie respiratorie durante la notte, favorendo così una respirazione regolare senza apnee.

Il Centro di Negrar, che ha ricevuto il riconoscimento dall’Associazione italiana medicina del sonno (AISM). All’anno vengono effettuate circa 1.200 visite ed eseguite 600 polisonnografie. Nel 2014 ha sottoposto a terapia ventilatoria con Cpap 350 pazienti affetti da apnee notturne. Specializzato in disturbi del sonno nei grandi obesi, il Centro è consulente della Riabilitazione nutrizionale della clinica Villa Garda, diretta dal dottor Riccardo Dalle Greve.


Firmata una convenzione tra l'ospedale di Negrar e il Comfoter

Il primo accordo nel Veneto che prevede tra l’altro la collaborazione medico-scientifica tra il personale sanitario militare e quello del “Sacro Cuore Don Calabria”

Martedì 20 ottobre nel salone d’Onore di Palazzo Carli, a Verona, è stata firmata un’importante convenzione tra l’ospedale Sacro Cuore Don Calabria e il Comando delle Forze Operative Terrestri (Comfoter). L’accordo – sottoscritto dal dottor Mario Piccinini, direttore amministrativo del nosocomio di Negrar, e dal Generale di Corpo d’Armata Alberto Primicerj, comandante del Comfoter – prevede l’erogazione di prestazioni sanitarie ad alta specializzazione a militari coinvolti in incidenti in servizio e la collaborazione medico-scientifica tra il personale sanitario militare e quello del “Sacro Cuore Don Calabria”.

La convenzione è la prima di questo tipo stipulata nel Veneto e rientra nel più ampio panorama di sempre maggiori sinergie che si stanno sviluppando tra il sistema sanitario nazionale e quello delle Regioni.

“Essere stati scelti come ospedale di riferimento dal Comando delle Forze Operative Terrestri è per noi motivo di grande orgoglio”, ha detto il dottor Piccinini, davanti alla stampa intervenuta per la firma. “Da tempo la nostra struttura accoglie i militari di ritorno dalla missioni con particolari problematiche sanitarie. Questa convenzione suggella una collaborazione già in atto e prefigura il rafforzamento della stessa, soprattutto negli ambiti di interesse sanitario delle Forze Armate, come la riabilitazione o la medicina tropicale».

“Per noi è un quasi un privilegio poter accedere a una struttura che vanta competenze professionali di assoluto pregio e una dotazione tecnologica all’avanguardia a livello nazionale. Credo che la collaborazione sia motivo di reciproca crescita soprattutto nel campo della medicina di urgenza e di emergenza, dove i nostri medici potranno offrire le competenze acquisite in servizio e gli operatori del ‘Sacro Cuore Don Calabria’ la loro esperienza clinica”, ha affermato il Generale Primicerj.

Alla firma della convenzione erano presenti, per l’ospedale di Negrar, anche il direttore sanitario Fabrizio Nicolis, e il vicedirettore amministrativo Claudio Cracco. Mentre per il Comfoter ha presenziato tra gli altri anche il Brigadier generale Antonio Battistini, medical advisor del Comando delle Forze Operative Terrestri, che coordina circa 250 medici militari italiani, 12 quelli presenti a Verona.

L’accordo giunge poche settimane dopo la l’acquisizione da parte del “Sacro Cuore Don Calabria” dell’esoscheletro, il dispositivo bionico impiegato nella riabilitazione avanzata delle persone che hanno subito danni parziali o totali agli arti inferiori. Ad indossarlo in quell’occasione è stato proprio un militare, il Primo Maresciallo della Brigata paracadutisti Folgore, paraplegico dal 2009 quando rimase vittima di un attentato in Afghanistan.

Oltre alla riabilitazione, di particolare interesse per il Comando delle Forze Operative Terrestri è la Medicina tropicale, di cui Negrar è Centro di riferimento della Regione Veneto. Attualmente alcuni militari di stanza a Verona partecipano alle operazioni in Afghanistan, Iraq, Libano e Somalia. “Secondo la Nato – ha rilevato Brigadier Generale Battistini – sono le malattie infettive, quindi anche quelle tropicali, a creare i maggiori problemi, più delle ferite subite in combattimento»,


Incidenti e colpi di sonno: nuove regole per la patente

Sabato 17 ottobre il Centro di Medicina del sonno e InFormaSonno promuovono un convegno sulla prevenzione dei colpi di sonno e sulle nuove disposizioni europee per il rilascio e il rinnovo delle patenti

Si stima che siano la causa diretta o indiretta di un quinto degli incidenti stradali e una delle principali cause degli incidenti mortali in autostrada, provocando ogni anno mille morti e 120mila feriti. Eppure mentre c’è molta attenzione e prevenzione sull’assunzione di bevande alcoliche prima di mettersi alla guida, i colpi di sonno sono un’insidia sulle nostre arterie stradali ancora troppo sottovalutata.

Ma non dall’Unione Europea: entro la fine dell’anno l’Italia dovrà recepire una direttiva (2014/85/UE) che obbliga nel momento dell’emissione o del rinnovo della patente la ricerca della sindrome delle apnee notturne, un disturbo del sonno che si stima colpisca 2 milioni di persone in Italia, impedendo un buon riposo notturno con una conseguente forte sonnolenza durante il giorno.

Su come prevenire i colpi di sonno e sulle modalità di attuazione della direttiva UE saranno i temi del convegno che si terrà sabato 17 ottobre a partire dalle 8.45 nella sala convegni di Unicredit (via Garibaldi, 2). L’incontro è organizzato dal Centro di Medicina del Sonno dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, diretto dal dottor Gianluca Rossato che è anche presidente dell’associazione nazionale InFormaSonno, co-organizzatrice del convegno.

Si tratta di un’occasione importante di informazione e formazione per gli addetti ai lavori. Il recepimento della direttiva UE comporta scelte organizzative che devono tener conto da una parte dell’urgenza di prevenire centinaia di incidenti mortali all’anno e dall’altra di trovare una modalità di ricerca delle apnee notturne in coloro che richiedono o rinnovano la patente che sia sostenibile per il Sistema sanitario pubblico. Come identificare i soggetti a rischio? Ci si limiterà all’autocertificazione dell’interessato? La polisonnografia è l’unico esame in grado di diagnosticare le apnee notturne? L’incontro è tuttavia anche un’opportunità per i semplici cittadini molto spesso ignari di soffrire di un disturbo che oltre a compromettere la loro qualità di vita, può essere potenzialmente dannoso per loro e per le altre persone.

Prestigioso il parterre dei relatori: aprirà i lavori il neurologo Gian Luigi Gigli, già presidente della Società italiana di Medicina del sonno e deputato della Repubblica, che avrà il compito di illustrare la direttiva UE. Il comandante della Polizia Municipale di Verona, Luigi Altamura, e il responsabile dell’Ufficio infortunistica della Sezione della Polizia stradale di Verona, Andrea Scamperle, forniranno i dati sugli incidenti provocati dai colpi di sonno e la loro specificità. Il dottor Gianluca Rossato, responsabile del Centro di Medicina del sonno di Negrar e presidente di InFormaSonno, entrerà nel merito dell’identificazione dei soggetti a rischio dell’eccessiva sonnolenza diurna. Sonnolenza che non è solo un pericolo sulle strade ma anche sui posti di lavoro: tema su cui interverranno Giovanni Costa, professore ordinario di Medicina del lavoro all’Università di Milano, e Daniele Vinco, formatore e consulente sulla sicurezza sul lavoro. Nella seconda parte della mattinata si parlerà di patenti, con Silvana Beltrame, della Commissioni patenti dell’Ulss 20, e di “professionisti della guida”, con Paolo Uggé, presidente nazionale della Federazione autotrasportatori italiani-Conftrasporto. Concluderà la mattinata l’assessore alle Politiche sanitarie della Regione Veneto, Luca Coletto su “La politica sanitaria regionale: definizione della priorità di lavoro e degli standard per il riconoscimento e trattamento della sonnolenza diurna”.


Il "Sacro Cuore" primo centro del Veneto con due PET-TC

Questa mattina il superiore generale dell’Opera Don Calabria, padre Miguel Tofful, ha impartito la benedizione inaugurale alla nuova PET-TC: maggiore comfort per il paziente e diagnosi più precise

L’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) è il primo Centro del Veneto ad avere acquisito la seconda PET-TC, il Tomografo ad emissione di positroni, strumento fondamentale nella diagnosi soprattutto dei tumori, ma anche in campo neurologico, cardiologico e dell’infettivologia.

L’inaugurazione – avvenuta questa mattina in occasione della festa liturgica del Santo fondatore dell’ospedale, Giovanni Calabria – si è tenuta negli spazi della Medicina Nucleare, diretta dal dottor Matteo Salgarello. Erano presenti il superiore generale dell’opera Don Calabria, padre Miguel Tofful, e Claudio Pilerci responsabile della Sezione Attuazione Programmazione Sanitaria della Regione Veneto. Pilerci ha portato i saluti dell’assessore alla Sanità, Luca Coletto, e del direttore dell’Area Sanità e sociale del Veneto, Domenico Mantoan, chiamati a Roma per un incontro al Ministero.

“Con l’inaugurazione della seconda PET-TC si va ad aumentare l’offerta e la qualità diagnostica della nostra struttura al fine di dare una risposta efficace e tempestiva ai pazienti che afferiscono al ‘Sacro Cuore Don Calabria’, in particolare della regione Veneto”, ha affermato fratel Gedovar Nazzari, presidente da alcune settimane della struttura sanitaria. “Contribuendo alla riduzione delle liste di attesa nell’ambito della diagnostica oncologica come indicato dalla Regione”.

Il presidente ha poi proseguito: “Questa nuova e sofisticata apparecchiatura elettromedicale, che si aggiunge alle tante altre esistenti in questo ospedale, non ci fa comunque dimenticare l’importanza irrinunciabile del rapporto con la persona che San Giovanni Calabria ha sempre avuto a cuore. Il paziente è sempre stato il punto fondamentale di ogni nostra azione e come ricordava Don Calabria: “Il malato è, dopo Dio, il nostro vero padrone”. Egli è l’unico centro di ogni interesse, ricerca, provvedimento, struttura, organizzazione dell’ospedale. Questo obiettivo si raggiunge sia con le scelte istituzionali, sia con la quotidiana azione professionale di ciascuno. Ed è proprio questo l’auspicio – ha concluso fratel Gedovar – : che il patrimonio umano, scientifico e tecnologico di cui disponiamo possa, con la benedizione di San Giovanni Calabria, stimolare la ricerca e lo sviluppo di nuovi percorsi terapeutici”.

Il secondo tomografo ha caratteristiche innovative rispetto a quello precedente, ad iniziare dalla riduzione della dose di radiofarmaco da somministrare al paziente. Inoltre vengono abbattuti i tempi di esecuzione dell’esame del 40%, passando dagli attuali 20 minuti a circa 12 . La nuova macchina consente infine una migliore risoluzione dell’immagine.

“In cinque anni abbiamo eseguito 20mila esami con un media di diciotto pazienti al giorno – ha sottolineato il dottor Salgarello -. Esami eseguiti tutti in regime convenzionato con una lista di attesa di una settimana al massimo. Grazie a questo nuovo Tomografo potremo offrire un servizio ancora più tempestivo ed efficace. E soprattutto diagnosi più precise al fine di un intervento terapeutico personalizzato per ogni paziente”.

Pilerci ha sottolineato l’eccellenza dell’ospedale di Negrar, il quinto nel Veneto per numero di ricoveri e il sesto per numero dei posti letto, oltre che Centro di riferimento regionale per alcune patologie come quelle retiniche e tropicali. “Le tecnologie sono molto importanti per una struttura sanitaria all’avanguardia, ma non dimentichiamo che è ancora l’operatore a fare la differenza. Colgo l’occasione per ringraziare tutti gli operatori medici e non di questa struttura e di tutte le strutture del Veneto per la professionalità e la dedizione con cui si prendono cura dei pazienti”.


L'esoscheletro robotico: l'ultima frontiera della riabilitazione

L’ Ekso, l’esoscheletro robotico, la riposta tecnologicamente più avanzata per la riabilitazione dei lesionati midollari

“Si prova una sensazione primordiale, la stessa che prova un bambino che muove i primi passi”. Simone Careddu, 35 anni, sardo, ma veronese di adozione, è sulla sedia a rotelle dal 2009, quando rimase vittima di un attentato in Afghanistan.

Primo Maresciallo della Folgore, Simone ha indossato questa mattina all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar l’Ekso, l’Esoscheletro robotico che gli ha permesso di alzarsi e deambulare.

Ekso, l’Esoscheletro robotico, è risposta tecnologica più avanzata nel campo riabilitativo per i pazienti che hanno perso totalmente o parzialmente la facoltà di camminare a causa di lesioni midollari. Il “Sacro Cuore Don Calabria” è il secondo ospedale del Veneto che dispone del dispositivo robotico di ingegneria californiana, concepito inizialmente per finalità belliche, affinché i soldati americani potessero portare pesi superiori alle loro forze.

Una volta indossato come una tuta (il peso è di 20 chilogrammi, ma viene scaricato totalmente a terra) permette al paziente non solo di stare in posizione eretta ma anche di deambulare avvalendosi di un appoggio per gli arti superiori (stampelle o deambulatore).

Grazie a particolari sensori, capaci di registrare piccole variazioni di carico effettuate dal paziente, viene innescato un cammino del tutto simile a quello naturale.

“Si tratta di un’acquisizione tecnologica importante che dimostra quanto la nostra struttura sia attenta al benessere dei pazienti – ha detto il presidente del Sacro Cuore Don Calabria, fratel Carlo Toninello-. Offriremo così a tante persone la possibilità di recuperare le capacità motorie dove ci sono le condizioni e di mantenere una qualità di vita dove la mobilità è definitivamente compromessa”.

L’acquisizione del dispositivo “conferma il Dipartimento di Riabilitazione del Sacro Cuore uno dei fiori all’occhiello non solo di questo ospedale, ma a livello regionale”, ha sottolineato il direttore amministrativo, Mario Piccinini.

Come ha spiegato il dottor Renato Avesani, direttore del Dipartimento di Riabilitazione, “l’esoscheletro può essere usato da due categorie di pazienti: le persone che hanno subito una lesione totale o parziale del midollo spinale e coloro che hanno problemi di mobilità causati per esempio da ictus. Lo abbiamo scelto perché è un macchinario che simula meglio di qualunque altro l’atto del camminare e inoltre è l’unico che permette di muoversi fisicamente nello spazio. E’ nostra intenzione – ha proseguito il medico – fare parte di un network internazionale per lcondivisione dei dati legati all’uso dell’esoscheletro, in modo da ottimizzare il suo utilizzo”.

L’esoscheletro potrebbe rivelarsi un importante strumento per studiare il modo in cui il cervello mantiene attive le aree del movimento quando le capacità motorie sono fortemente compromesse. Uno studioè già in atto da parte del Dipartimento di Filosofia, psicologia e pedagogia dell’Università di Verona, tramite la professoressa Valentina Moro, con la collaborazione del Dipartimento di Riabilitazione di Negrar e il Galm-Gruppo di animazione lesionati midollari.


Alzheimer: dal Sacro Cuore "un'alleanza" per i pazienti

Il 3 ottobre il Centro decadimento cognitivo promuove un convegno al Museo Nicolis di Villafranca dal titolo “Officina della memoria”, il primo step di un progetto che vuole coinvolgere le realtà sociali ed economiche del territorio

Oggi in tutto il mondo si celebra la XXII Giornata mondiale dell’Alzheimer, la forma più diffusa i demenza che nel mondo colpisce su tutto il pianeta 36 milioni di persone, un numero destinato a crescere a causa del progressivo allungamento della vita media e quindi della popolazione anziana.

Proprio per questo la patologia è oggetto di un forte interesse da parte della comunità medico-scientifica internazionale, impegnata a scoprirne le cause e quindi le terapie.

Ma il morbo di Alzheimer (dal cognome dello psichiatra tedesco che nel 1901 descrisse per primo i sintomi della patologia degenerativa del sistema nervoso centrale in particolare dei centri della memoria e del linguaggio) ha anche una forte ricaduta sociale, in quanto ha un decorso che può durare molti anni e il paziente richiede progressivamente un’assistenza totale. Assistenza il più delle volte a carico delle famiglie, spesso lasciate sole a sostenere una fatica enorme, resa ancora più pesante dai pregiudizi e dalle paure socialmente diffuse nei confronti della malattia.

Una risposta a questa condizione può arrivare da un’alleanza ospedale e realtà economico-sociali del territorio al fine di costruire un percorso che possa offrire una vita ricca e significativa anche alle persone fragili, come possono essere le donne e gli uomini affetti da demenza. E ai loro familiari, che spesso devono sacrificare la loro vita lavorativa e sociale per dedicarsi totalmente alla cura del loro caro.

È questo il progetto che nasce nel Centro Decadimento cognitivo dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria afferente all’Unità operativa di Neurologia, diretta dal dottor Claudio Bianconi (Photo Galleryl’équipe al completo)

Progetto che avrà come primo capitolo il convegno aperto al pubblico dal titolo “Officina della memoria”, in programma sabato 3 ottobre a partire dalle 15.30. L’evento sarà ospitato in un prestigioso luogo di cultura da sempre attento alle tematiche sociali. come il Museo Nicolis di Villafranca.

“Un titolo significativo che richiama alla memoria, il prezioso bagaglio che ogni persona dispone, che viene sì colpito dalla demenza, ma che può essere stimolato perché sia conservato più a lungo. Il termine memoria richiama anche le auto d’epoca esposte al Museo Nicolis, come il sostantivo “officina”, che però è anche il luogo in cui si costruisce qualcosa. In questo caso un progetto condiviso per i pazienti”, spiega il dottor Bianconi.

“Sono felice che il “Sacro Cuore Don Calabria” abbia scelto il Museo Nicolis per questo incontro con le famiglie” – commenta il presidente, Silvia Nicolis (vedi Photo Gallery) -. Anche in questo modo vogliamo testimoniare il nostro impegno sociale e la nostra vicinanza alle tante famiglie di Verona e dell’intero territorio che si trovano ad affrontare problematiche così complesse e che non devono sentirsi abbandonate dalla propria comunità. Avere un ruolo attivo nella società significa mettere a disposizione le proprie risorse, il proprio tempo, la propria passione- prosegue – Al Museo Nicolis lo facciamo ogni giorno per promuovere la cultura, il valore della tradizione, le ricchezze del territorio. Con questo evento, sosteniamo il bel progetto dell’ospedale di Negrar ma vogliamo anche ricordare che i luoghi della cultura moderna sono e devono essere luoghi aperti, che favoriscono l’incontro e il confronto delle persone su temi che riguardano la vita di tutti e di tutti i giorni, perché “cultura” è uno stile di vita quotidiano che nasce dal “sapere” e si sviluppa con la condivisione”

L’obiettivo dell’incontro è innanzitutto quello di informare e sensibilizzare la popolazione su una condizione patologica, la demenza, che nel solo Veronese interessa 12mila persone (report 2013 della Regione) di cui 9.241 affette da Alzheimer, su una popolazione di 227.363 ultrasessantenni.

Dopo i saluti del presidente dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, fratel Carlo Toninello, il convegno sarà aperto dalla dottoressa Zaira Esposito, responsabile del Centro Decadimento cognitivo di Negrar, che focalizzerà il suo intervento sulla differenza tra decadimento fisiologico, dovuto all’età, e patologico. A raccontare la sua esperienza di medico, ma soprattutto di figlio di una madre affetta da Alzheimer sarà il dottor Alberto Cester, direttore del Centro Decadimento cognitivo dell’ospedale di Mirano (Venezia). Chiuderà il pomeriggio la dottoressa Paola Poiese, psicologa e psicoterapeuta del Centro Decadimento cognitivo del Sacro Cuore Don Calabria, che parlerà dell’impatto emotivo sui pazienti e sui familiari della demenza. Durante i lavori, i malati potranno visitare il Museo Nicolis, seguendo un percorso studiato appositamente per loro.

Il convegno e il progetto che da esso prenderà forma hanno come premessa il lavoro che da tre anni il Centro Decadimento cognitivo svolge con piccoli gruppi di pazienti. Si tratta di attività di stimolazione cognitiva che prevede esercizi di mantenimento della memoria, dell’attenzione e del linguaggio, oltre all’elaborazione di strategie per la gestione della vita quotidiana.

Da circa un anno il Centro ha formato un gruppo di familiari di pazienti per aiutarli ad affrontare in senso propositivo la malattia del loro caro.


Mons. Zimowski in visita all'ospedale

Martedì 15 settembre il presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari farà visita all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria

Martedì 15 settembre l’arcivescovo Zygmunt Zimowski, presidente del Pontificio Consiglio degi operatori sanitari, farà visita al Sacro Cuore Don Calabria.

Alle 17 il responsabile della Pastorale della Salute della Santa Sede incontrerà il Consiglio di direzione e visiterà l’ospedale. Alle 18.30 presiederà la celebrazione eucaristica nella cappella Don Calabria. Tutti gli operatori della Cittadella della Carità sono invitati.