"Un anno al Sacro Cuore": in un video le immagini e gli avvenimenti del 2022

Un video per raccontare le immagini più belle e gli avvenimenti più importanti di un anno all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria. Da gennaio, con la presentazione della ricerca epidemiologica sul Covid-19 a Verona, fino a dicembre, con lo storico accordo per la nascita di un corso di laurea in Scienze del Farmaco a Negrar. E nel mezzo tanti altri eventi significativi che hanno coinvolto la comunità ospedaliera in questo 2022.

Attraverso questo video porgiamo a tutti i migliori auguri di un buon anno nuovo!


Influenza e bambini: anche l'alimentazione e l'inquinamento possono causa dei tanti casi di infezione

Quest’anno l’inizio della stagione influenzale ha registrato un numero dei ricoveri per le infezioni e le sue complicanze più alto tra i bambini di età compresa tra lo 0 e i 4 anni rispetto a quello relativo alle  persone di età superiore ai 65 anni. Tra le possibili cause dei numerosi casi di influenza pediatrica anche l’alimentazione e l’inquinamento

Giorgio Zavarise, Pediatra IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
Dr. Giorgio Zavarise

Quest’anno l’influenza stagionale colpisce particolarmente i bambini. Un dato soltanto: a metà dicembre, i   ricoveri settimanali pediatrici registravano un aumento del 50% rispetto al picco record delle ultime sette stagioni influenzali. Insolitamente, a livello nazionale, il numero dei ricoveri per influenza, e le sue complicanze, è più alto tra i bambini dagli zero ai quattro anni  rispetto a quello relativo alle persone di età superiore ai 65 anni. Con sintomi come febbre tosse e spossatezza che durano oltre a qualche giorno.

La situazione non deve essere sottovalutata e la frase scontata “si tratta di una semplice influenza” è anacronistica. I virus a RNA, come quello dell’influenza e il virus respiratorio sinciziale (responsabile delle bronchioliti, che l’anno scorso aveva causato un picco di infezioni quasi due mesi prima del previsto) stanno negli ultimi tempi diventando più aggressivi.

Possiamo solo ipotizzare alcune spiegazioni.

  • Molte infezioni potrebbero essere dovute a un “deficit immunitario” nella popolazione, derivante dalla mancanza di esposizione – grazie alla mascherina e altre misure di contenimento del SARS-CoV-2 – all’influenza stagionale durante la pandemia di COVID-19 e alla conseguente scarsa vaccinazione.
  • Il sottotipo dominante dell’influenza di quest’anno, H3N2, è noto per causare malattie più gravi rispetto ad altri ceppi comuni.
  • È anche possibile che precedenti o concomitanti infezioni da COVID-19 siano causa di aggravamento dei sintomi provocati da altri virus respiratori, incluso quello dell’influenza.

Attualmente non è possibile ancora prevedere se il numero dei casi di influenza continuerà a salire anche per il mese di gennaio, o se il rapido aumento registrato all’inizio della stagione porterà a un calo di infezioni anticipato come era capitato nel 2021 con il virus respiratorio sinciziale

Ma perché anche i bambini con età superiore ai 4 anni si ammalano più spesso con sintomi che durano più a lungo?

Oltre alle già citate cause, potrebbero aggiungersi anche l’alimentazione e l’inquinamento.

Iniziamo dall’alimentazione che, come ormai sappiamo, influenza la nostra salute in diversi modi. Eccesso di calorie, errata distribuzione e qualità dei nutrienti e diete ricche di alimenti ultraprocessati, agiscono sulla risposta immunitaria in maniera negativa, tramite il microbiota intestinale

In particolare i cibi ultraprocessati-  ossia alimenti confezionati e pronti per essere riscaldati o consumati direttamente, frutto di ripetute lavorazioni industriali – contengono più calorie, ma saziano meno, creano dipendenza, sono povere di micronutrienti e promuovono infiammazione.

Diversi esperimenti – i cui risultati sono stati pubblicati da riviste scientifiche prestigiose –  hanno evidenziato che topi nutriti esclusivamente con cibi ultraprocessati sono più suscettibili all’infezione da virus dell’influenza rispetto ai topi nutriti con cibo semplice, riportando anche conseguenze peggiori.

Come comportarsi, quindi? Una buona regola è data dal detto: “consuma pochissimo il cibo che tua nonna o meglio la tua bisnonna non riconoscerebbe come cibo”

L’inquinamento. Il particolato atmosferico, che determina la qualità dell’aria, potrebbe fungere da carrier, ossia come vettore di trasporto, per molti virus. Ma si sospetta che possa anche potenziarne la diffusione nell’aerosol, attraverso la creazione di un microambiente adatto alla loro persistenza. L’inalazione a sua volta trasporta il particolato all’interno dei polmoni, permettendo così al virus di svilupparsi in profondità nel tratto respiratorio causando infezioni.

Se è in nostro potere uno stile di vita sano – a partire dall’alimentazione -, più difficile è incidere sul cambiamento climatico e sull’inquinamento, anche se ciascuno di noi può dare un contributo. Di certo disponiamo già di un’arma efficace contro il virus dell’influenza e le sue conseguenze ed è la vaccinazione.

Dottor Giorgio Zavarise
pediatra, specializzato in malattie infettive


Gli auguri del Casante per un Natale di pace e di speranza

Don Massimiliano Parrella, Casante dell’Opera Don Calabria, in questo video si rivolge direttamente ai collaboratori della Cittadella della Carità, agli ammalati e ai loro familiari, augurando a tutti che questo Santo Natale porti la speranza per chi soffre e la pace per chi si trova a subire le conseguenze dei conflitti, quelli grandi tra le nazioni e quelli più piccoli di ogni giorno.

Ci uniamo anche noi al Casante nel porgere a tutti i migliori auguri di un Buon Natale a nome dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria. Lo facciamo con il disegno a china riportato qui a fianco, e raffigurato anche nel video del Casante, realizzato da Anna, paziente tetraplegica dell’atelier di Arteterapia del Servizio di Medicina Fisica e Riabilitazione. Si tratta di un lavoro ispirato a “La quercia della speranza”, scultura in ferro del maestro Marco Bonamini che rappresenta l’Opera Don Calabria e si trova nel vano luminoso centrale della Palazzina d’ingresso dell’ospedale.


Alla Cittadella della Carità Babbo Natale arriva con i Cavalieri dell'Ordine di Malta

Come l’anno scorso, l’Ordine di Malta ha consegnato agli ospiti delle strutture socio-sanitarie della Cittadella della Carità delle scatole dono, allestite da scuole, parrocchie e centinaia di volontari. Non solo regali ma un modo per stare accanto a coloro che non hanno una famiglia o non possono trascorre il Natale con i propri cari.

La sorpresa si è ripetuta anche in questo Natale per gli ospiti della Cittadella della Carità, grazie, come nel 2021, all’Ordine di Malta (delegazione di Verona, Vicenza e Trento) e alla generosità di tante persone.

Mercoledì 21 dicembre in un clima di festa sono stati consegnati ad alcuni rappresentanti degli ospiti di Casa Perez, Casa Clero e Casa Nogarè – le strutture socio-sanitarie che affiancano l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria – 220 scatole di Natale, frutto dell’intraprendenza di Anna e Barbara, due signore di Vicenza che da tre anni danno vita a un progetto nato in Francia (Boîtes de Noël) ed esportato in Italia nel 2019 dalla milanese Marion Pizzato.

Anna e Barbara, a loro volta, hanno coinvolto parrocchie, scuole e decine di volontari che hanno confezionato, da veri elfi di Babbo Natale, i doni. Semplici scatole da scarpe adeguatamente adornate, dove è stato collocato qualcosa di “caldo” (guanti, sciarpe, maglioni…), qualcosa di “goloso” (biscotti, cioccolatini, dolci…), un passatempo e un prodotto di igiene/bellezza. Le scatole sono state poi prese in carico e portate a Negrar dal Corpo di Soccorso e alla Delegazione dell’Ordine di Malta, da sempre impegnato in opera umanitarie e progetti sociali

Alla consegna dei doni erano presenti  il direttore sanitario e il responsabile medico dell’area socio-sanitaria, rispettivamente i dottori Davide Brunelli e Brunello Milano, il direttore amministrativo Paolo Ferrari e la dirigente infermieristica Rosalba Dall’Olio. Ospiti inattesi la signora Rossana e Federico, moglie e figlio del compianto dottor Giovanni Vantini per cinque anni responsabile medico delle strutture socio-sanitarie e scomparso lo scorso 9 settembre

“Ringraziamo tutti i volontari e l’Ordine di Malta che anche quest’anno con la loro generosità hanno reso possibile questo momento di gioia – ha detto Ferrari -. Ogni scatola non è solo un regalo, ma anche un gesto di vicinanza con coloro che sono soli o non possono trascorrere il Natale in famiglia. Ogni scatola è infatti accompagnata da un augurio personale scritto chi l’ha preparata”.

Il signor Renato Malesani con alla sua sinistra la moglie Maria, accanto a lei la poetessa Rossana Albaro. Alla destra di Renato, sua sorella, Lidia

A nome di tutti gli ospiti ha preso la parola Renato Malesani, 92 anni. Accanto a lui la moglie Maria, 83 anni. Sono sposati da più di mezzo secolo. “Vogliamo ringraziarvi per questi regali, ma soprattutto per il modo con cui vi prendente cura di noi – ha detto Renato rivolgendosi agli operatori -. Grazie per farci stare bene con gentilezza e affetto”.  Ma se Renato e Maria vantano il “primato” di essere l’unica coppia di Casa Nogarè, la signora Luigia Assunta Cassandrini in Caleffi, presente alla consegna dei regali, è la più anziana degli ospiti: il 15 agosto del prossimo anno compirà un secolo.

Una festa di Natale non poteva non concludersi con una poesia. A scriverla Rossana Albaro, poetessa e pittrice.

“Come tutti gli anni arriva Natale                   
e per alleviare gli affanni,
guardiamo alla capanna,
colei che con la Natività non ci inganna.
Gesù fa che Natale
sia un attimo di amore,
un attimo di pace!
Accanto al Presepe scambiamo gli auguri
e così saremo sicuri
per ogni prosperità futura

Auguri!

Ross


Punto Nascita: riprende l'incontro mensile sull'allattamento dedicato ai futuri genitori

Dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia Covid-19, riprende l’incontro mensile sull’allattamento e sull’organizzazione del Punto Nascita del Sacro Cuore Don Calabria. L’incontro – gratuito e ad accesso libero – si tiene ogni quarto lunedì del mese (esclusi i festivi) dalle ore 14 alle ore 16 nella sala convegni Fr. Perez dell’Ospedale 

Dopo la pausa forzata dovuta alla pandemia Covid-19, riprende l’incontro mensile sull’allattamento e sull’organizzazione del Punto Nascita del Sacro Cuore Don Calabria.

L’appuntamento è fissato ogni quarto lunedì del mese (esclusi i festivi) dalle ore 14 alle ore 16 nella sala convegni Fr, Perez dell’Ospedale ed è dedicato a tutte le coppie che non frequentano il corso di accompagnamento alla nascita (clicca qui). E’ aperto anche alle persone che aiuteranno la mamma nella cura del bambino al rientro a casa dopo la degenza ospedaliera.

L’incontro – gratuito e ad accesso libero – è tenuto dal pediatra, dall’infermiera del nido e dall’ostetrica che illustreranno l’organizzazione del punto nascita dell’IRCCS di Negrar. Questi i temi che verranno trattati:

  • L’importanza dell’allattamento materno esclusivo
  • Fisiologia dell’allattamento materno
  • Contatto pelle a pelle e rooming-in
  • Segnali di fame, posizione e attacco al seno
  • Segni di un adeguato apporto nutritivo
  • Spremitura manuale
  • Problematiche più frequenti
  • Condivisione del letto
  • Cure amiche della madre
  • Dove trovare sostegno e aiuto
  • Attività del Punto Nascita (vedi il video di presentazione)

Dal 2018 il Sacro Cuore Don Calabria è Ospedale Amico dei Bambini, riconoscimento dato dall’UNICEF alle realtà ospedaliere che promuovono, difendono e sostengono l’allattamento materno. L’incontro organizzato mensilmente dal Punto Nascita risponde proprio alle indicazioni del Progetto UNICEF.

Foto: HunnyPixel


Il blocco operatorio ora porta il nome del dottor Orio, storico direttore sanitario del Sacro Cuore

Il dotto Orio, 90 anni, è stato primario di Anestesia e direttore sanitario dell’Ospedale di Negrar dal 1970 al 2002. Quando giovane medico appena laureato arrivò a Negrar, esisteva solo una sala operatoria, ora sono 16:  “Inutile nascondere che nel mettere le basi di questo grande ospedale ci siano state delle difficoltà che abbiamo tuttavia superato guardando avanti e avendo fiducia nei nostri operatori. Abbiamo lavorato intensamente, mai per ambizione ma sempre per passione e senso del dovere”.       

Il dottor Gastone Orio

Il 14 dicembre all’IRCCS Sacr o Cuore Don Calabria si è tenuta la cerimonia di intitolazione del Gruppo operatorio al dottor Gastone Orio, già primario di Anestesia e direttore sanitario dell’Ospedale di Negrar dal 1970 al 2002. Il dottor Orio, classe 1932, originario di Caprino Veronese, era presente alla scopertura della targa a cui hanno assistito, al terzo piano del Sacro Cuore, anche la direzione e i primari della struttura, oltre che la famiglia.

 “Con questa intitolazione vogliamo rendere omaggio a un protagonista indiscusso per 50 anni della storia del “Sacro Cuore Don Calabria”, ha detto il dottor Mario Piccinini, amministratore delegato dell’IRCCS. “Un uomo e un professionista sanitario dotato di grande lungimiranza, capace di essere sempre al passo con i tempi ma anche in grado di anticiparli, vedendo nella piccola struttura ospedaliera di provincia in cui è arrivato più di 60 anni fa le potenzialità di un grande ospedale. Molte delle sue scelte, come la realizzazione del blocco operatorio o la nomina di alcuni primari, sono state determinanti per lo sviluppo del Sacro Cuore”.

Il dottor Orio giunge a Negrar nel maggio del 1959, fresco di laurea e ancora prima di effettuare l’esame di Stato per l’esercizio della professione medica. A quel tempo il “Sacro Cuore Don Calabria” contava solo tre medici: il chirurgo e direttore sanitario Bortolo Zanuso, l’internista Augusto Cavalleri, il geriatra Luigi Vantini. Conseguita la specializzazione in Anestesia, rimane l’unico anestesista per 10 anni e fonda di fatto l’attuale Dipartimento di Anestesia, Terapia Intensiva e Terapia Antalgica che conduce fino al 1998, quando subentra il dottor Luigi Giacopuzzi. Nel 1970 viene nominato direttore sanitario, ruolo che copre fino al 2002 quando passa il testimone al dottor Fabrizio Nicolis. Il dottor Orio rimane all’ospedale di Negrar fino al 2009 come consulente e responsabile delle sale operatorie.

Da sinistra il presidente, fr. Gedovar Nazzari, fr. Mario Bonora (già presidente per 24 anni), il dottor Orio, l’amministratore delegato Mario Piccinini, il direttore sanitario Fabrizio Nicolis, il direttore amministrativo Claudio Cracco e il direttore dell’Ortopedia Claudio Zorzi

“Quando sono arrivato esisteva una sola sala operatoria e si effettuavano 250 interventi all’anno. Oggi le sale sono 16 e gli interventi oltre 22mila. Cito alcuni numeri per sottolineare quanto la scelta di realizzare un blocco chirurgico nel 2001 sia stata lungimirante”, ha detto il dottor Orio visibilmente emozionato. “Inutile nascondere che nel mettere le basi di questo grande ospedale ci siano state delle difficoltà che abbiamo tuttavia superato guardando avanti e avendo fiducia nei nostri operatori. Abbiamo lavorato intensamente, mai per ambizione ma sempre per passione e senso del dovere”.       


Storico accordo tra Università di Verona e IRCCS di Negrar: nasce il Corso di Laurea in Scienze del Farmaco

Grazie ad un accordo tra l’Università scaligera e l’IRCCS di Negrar, nasce un nuovo Corso di Laurea magistrale:  Scienze del Farmaco e dei prodotti della salute. Dal secondo anno la sede sarà all’interno della Cittadella della Carità. L’accordo quadro prevede altre collaborazioni tra Ateneo e Ospedale sul fronte della ricerca e della didattica

Il Rettore Nocini e l’AD Piccinini nel momento della firma

Il 13 dicembre 2022 sarà ricordata come una data storica per l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria e l’Università di Verona. Grazie all’accordo quadro firmato dal rettore Pierfrancesco Nocini e dall’amministratore delegato Mario Piccinini, nasce a Verona un nuovo Corso di Laurea magistrale a ciclo unico, dedicato a Scienze del farmaco e dei prodotti della salute.

I contenuti dell’accordo quadro

L’intesa prevede inoltre il finanziamento da parte del “Sacro Cuore” di 10 contratti di formazione specialistica individuati tra le scuole di specializzazione di area sanitaria presenti nell’attuale offerta formativa scaligera. L’Università, a sua volta, garantirà di inserire nel percorso formativo, ulteriori Unità Operative di Negrar. Saranno finanziate anche 4 borse di studio di dottorato di ricerca nella macroarea Scienze della Vita e della Salute.  L’Università mantiene la responsabilità della formazione delle dottorande e dei dottoranti e saranno concordati dei periodi di svolgimento delle ricerche anche all’interno delle strutture e dei laboratori dell’IRCCS. Verranno individuati, d’intesa con il tutor universitario, delle figure di tutor tra il personale strutturato dell’IRCCS in possesso dei titoli e dei requisiti idonei.

Si parte il 1° ottobre del 2023 e un anno dopo la sede sarà a Negrar
Il pubblico nella Sala del Rettorato

Il Corso di laurea partirà il 1° ottobre del 2023. I posti disponibili sono 60, a cui si potrà accedere con un test d’ingresso previsto per la prossima primavera. Il primo anno l’attività didattica si terrà in una sede universitaria di Verona, mentre a partire dall’anno accademico 2024-2025 le lezioni si sposteranno a Negrar, nell’area della Cittadella della Carità dove sarà realizzata nuova palazzina dotata di aule didattiche, spazi dedicati allo studio e ai laboratori.

 

 

Il Rettore: “Prepareremo farmacisti del territorio e ospedalieri e anche scienziati del farmaco”

“L’idea di realizzare un corso di laurea in Farmacia è nata da tempo – ha detto il Rettore – e nel conseguente sviluppo ho sempre voluto che il progetto si differenziasse rispetto a quello delle altre Università. Abbiamo stabilito quindi che il nuovo corso dovesse dare tre sbocchi: preparare i farmacisti del territorio, quelli ospedalieri e una figura particolare, quella dello scienziato esperto riguardo agli aspetti biologici e biotecnologici del farmaco. Ma con chi potevamo realizzare questo progetto? Solo con l’IRCCS di Negrar, un grande ospedale, un ospedale no profit, con il quale è importante lavorare in sinergia. Ringrazio il dottor Piccinini e tutto lo staff del Sacro Cuore per aver reso concreto un progetto ambizioso e duraturo nel tempo, finalizzato esclusivamente al bene comune”.

L’Ad: “Personale formato anche umanamente per fare grandi gli ospedali”

“Sono grato al Magnifico Rettore per questa grande opportunità, e anche il dottor Federico Gallo (direttore generale dell’Università di Verona, ndr) con cui abbiamo collaborato per confezionare l’accordo”, ha detto il dottor Piccinini. “Qualche giorno fa sono stato invitato a un incontro a Firenze sui Grandi Ospedali – ha proseguito – Erano invitate strutture come il Gemelli, il Niguarda, l’Humanitas… Ho chiesto ai miei colleghi: cosa fa un grande ospedale? Forse il numero dei posti letto, la tecnologia, la ricerca… Io credo invece che siano i pazienti a stabilire quali sono i grandi ospedali, in base alla qualità delle cure che ricevono. Ma perché un paziente sia curato bene è necessario che il personale sia formato. Oggi Università e l’IRCCS Sacro Cuore danno vita non ad un accordo o a una convenzione, ma a un progetto a lungo o lunghissimo termine, che ha come cuore la creazione di una rete in grado di formare il personale a 360°, capace di curare il paziente con professionalità, ma anche con umanità”. Il dottor Piccinini ha ribadito “la creazione di un campus a Negrar. Vorremmo che fosse un luogo attrezzato per la ricerca, la didattica e lo studio, ma anche un luogo dove parlarsi, dove avere possibilità di crescere in un clima di serenità e di collaborazione, non di competizione”.

Il primo tavolo della Fondazione Don Calabria per le Malattie Infettive e Tropicali
Università e Sacro Cuore: un legame che nasce da lontano

 Il legame tra l’Università e il Sacro Cuore Don Calabria risale a molti anni fa. Era il 18 maggio del 1988 quando iniziarono i lavori la Fondazione Don Giovanni Calabria per le malattie tropicali, la cui prima pietra è stata posata idealmente da Giovanni Paolo II in occasione della sua visita a Negrar il 17 aprile dello stesso anno. “Al primo tavolo di lavoro erano seduti la Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, il CUAMM, l’UMMI e altre tre persone: l’avvocato Giambattista Rossi, il professor Giorgio De Sandre e il professor Giorgio Zanotto. Nomi illustri ai quali Verona e, in particolare l’Università, saranno sempre grate”, ha ricordato l’Ad.

Settembre 1991: la Convenzione Generale

Il settembre del 1991 segna poi la firma della Convenzione Generale tra l’Ateneo e il Sacro Cuore, che ha posto le basi perché l’Ospedale di Negrar diventasse parte della rete formativa dell’Università di Verona: ogni anno i reparti accolgono decine di specializzandi della Facoltà di Medicina scaligera

La ricerca: una mission dell’IRCCS

“Università significa didattica e ricerca. Ambiti che ci riguardano da vicino – ha continuato -. Nel 2018 il “Sacro Cuore Don Calabria” ha ricevuto dal Ministero della Salute il riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per le Malattie Infettive e Tropicali”.

Farmacia Ospedaliera e Radiofarmacia: già polo di attrazione degli studenti

Sul fronte farmaceutico, da molti anni la Farmacia Ospedaliera, diretta dalla dottoressa Teresa Zuppini, è sede di formazione per gli studenti delle Facoltà di Farmacia, con lo svolgimento di tirocini pre-laurea, post laurea (Master e corsi di alta formazione) e di tutoraggio per gli specializzandi della Scuola di Farmacia Ospedaliera. Per quanto riguarda l’attività in ospedale, la Farmacia è un servizio chiave, a supporto delle Unità Operative come, ad esempio, dell’Oncologia (allestimento e gestione farmaci oncologici), dell’Ortopedia (scongelamento dei tessuti da banca utilizzati come innesti nella chirurgia osteo-articolare) e dell’Oculistica (allestimento di farmaci intravitreali e colliri per le patologie retiniche) e di tutti i reparti che necessitano di farmaci e prodotti sperimentali. Allestisce inoltre i farmaci galenici sterili e non sterili e affianca i clinici nella valutazione e gestione dei dispositivi medici (anche critici/ impiantabili). Supporta i chirurghi con l’innovativo servizio di realizzazione di stampe 3D relative ad articolazioni, a strutture vascolari e ad interi organi al fine di evidenziare le eventuali problematiche chirurgiche. Il calco 3D favorisce anche la scelta dei materiali da impiegare o quale tecnica applicare.

Dal 2014 è poi attiva a Negrar la Radiofarmacia con Ciclotrone, diretta dal dottor Giancarlo Gorgoni, per la

preparazione di radiofarmaci, utilizzati per la diagnostica PET. Nel settembre scorso la Radiofarmacia è diventata Officina Radiofarmaceutica avendo ottenuto dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) la certificazione GMP (Good Manufacturing Practices), necessaria per la produzione di radiofarmaci non solo a consumo della Medicina Nucleare interna, ma per tutto il territorio italiano. Si tratta di un’autorizzazione per la produzione di radiofarmaci sperimentali nell’ambito di protocolli clinici, quindi nel perimetro della ricerca.   Quella di Negrar è l’unica Officina Radiofarmaceutica in Italia gestita da un ospedale. Dal 2016 è attiva una collaborazione con il Dipartimento in Biotecnologie dell’Università di Verona. La Radiofarmacia accoglie gli studenti per visite ai Laboratori, ma soprattutto per lo svolgimento di tesi sperimentali. Con Biotecnologie è in atto anche una collaborazione per un progetto di ricerca sui leganti per radiometalli. I radiofarmaci sono anche un modulo all’interno di un insegnamento del Corso di Laurea magistrale in Biotecnologia Medica e Molecolare tenuto dal direttore della Radiofarmacia. Nel 2020 è iniziata anche la collaborazione con il Corso di Laurea in tecniche di Laboratorio Biomedico di Verona, che prevede un seminario annuale sui radiofarmaci e la presenza in sede di studenti per tesi sperimentali.

 

  • Video a cura dell’Università degli Studi di Verona


Anche la prevenzione maschile deve diventare un'abitudine che... salva la vita

Il dottor Stefano Cavalleri, direttore dell’Urologia, spiega in una video-intervista l’importanza di sottoporsi a visite ed esami periodici che possano diagnosticare precocemente il tumore della prostata. Un carcinoma che ogni anni registra 36mila nuovi casi, il 19% delle diagnosi di tutti i tumori maschili.

Ogni anno si registrano circa 37mila nuove diagnosi di tumore della prostata, il 19% delle diagnosi realitive a tutte le neoplasie diagnosticate nel sesso maschile. Come tutte le patologie tumorali, anche quelle che colpiscono la prostata hanno diverse cause (tra cui gli stili di vita non salutari, il consumo di alcol e sigarette).

I trattamenti hanno migliorato notevolmente la sopravvivenza, che a cinque anni è del 91%. Tuttavia come per tutti i tumori più la diagnosi è precoce, maggiore è la probabilità di una prognosi favorevole. Da qui l’importanza di sottoporsi a visite urologiche periodiche e al dosaggio del PSA, a partire dai 50 anni o anche prima se in famiglia ci sono casi di carcinoma prostatico, come spiega il dottor Stefano Cavalleri, direttore dell’Urologia dell’IRCCS di Negrar nel video qui sotto.

Purtroppo il sesso maschile, al contrario di quello femminile, si avvicina al medico solo nel caso di sintomi, evitando quegli esami e quelle visite di routine che dovrebbero diventare invece un’abitudine… che salva la vita.


Parcheggi dell'Ospedale: dal 1° gennaio 2023 variazione dei costi

Dal 1° gennaio 2023, a causa dei rilevanti incrementi dei costi energetici, le tariffe del parcheggio multipiano San Giovanni Calabria (negli spazi sottostanti all’ingresso dell’Ospedale) subiranno un aumento, pur rimanendo sempre gratuiti i primi 15 minuti di sosta.

Dal 1° gennaio 2023, a causa dei rilevanti incrementi dei costi energetici, le tariffe del parcheggio multipiano San Giovanni Calabria (negli spazi sottostanti all’ingresso dell’Ospedale) subiranno un aumento, pur rimanendo sempre gratuiti i primi 15 minuti di sosta.
Per i disabili il parcheggio è gratuito: il biglietto, prelevato all’ingresso del multipiano, può essere annullato all’uscita, esibendo in portineria l’apposito contrassegno che consente facilitazioni nella circolazione e nella sosta.
Il parcheggio San Giovanni Calabria è raggiungibile, venendo da Verona, alla quarta uscita della grande rotonda di Negrar, con rampa d’ingresso in via Ghedini. Collegato direttamente, tramite scale e ascensori alla reception dell’ospedale, comprende 318 posti auto, gran parte coperti.


Riabilitazione e disabilità: l'importanza di guardare oltre le mura dell'ospedale

Quando un paziente deve fare i conti con un’improvvisa disabilità, la riabilitazione può aiutarlo a guardare con più fiducia alla nuova vita che lo aspetta. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Elena Rossato, direttore del Servizio di Riabilitazione, in occasione della Giornata Internazionale per i diritti delle persone con disabilità, istituita dall’Onu nel 1981 e celebrata ogni anno il 3 dicembre.

La disabilità acquisita in seguito a malattia o incidente non è una mancanza da colmare o un limite da rimuovere per tornare come prima, ma piuttosto una condizione nella quale, attraverso la partecipazione del paziente e dei suoi cari, è possibile esplorare un nuovo modo di inserirsi nella quotidianità.

È un messaggio costruttivo e di speranza quello che arriva dal Servizio di Medicina fisica e riabilitativa del “Sacro Cuore”, in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, che si celebra il 3 dicembre. Il Servizio, diretto dalla dottoressa Elena Rossato, fa parte dell’Area Riabilitativa che comprende anche il reparto di Riabilitazione Intensiva – Unità gravi cerebrolesioni e Unità Spinale, la Lungodegenza riabilitativa e la Riabilitazione ortopedica. Si tratta di un punto di riferimento a livello nazionale con una particolare attenzione alla riabilitazione dei pazienti affetti da lesione midollare e da esiti di ictus (233 i ricoveri nella riabilitazione intensiva e 578 nel reparto di recupero e rieducazione funzionale e lungodegenza nel 2021).

Il Servizio di Medicina fisica e riabilitativa è l’unità che eroga prestazioni riabilitative all’interno dell’ospedale, assistendo i pazienti ricoverati e seguendone altri a livello ambulatoriale. Tra i pazienti trattati, molti sono coloro che si trovano ad affrontare per la prima volta una condizione di disabilità grave a causa di un incidente che ha lesionato il midollo spinale o per una condizione patologica improvvisa.

Elena Rossato, fisiatra IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
La dottoressa Elena Rossato

“Il principio cardine quando ci prendiamo cura di una persona paraplegica o emiplegica è capire che, al di là dell’aspetto strettamente fisico e funzionale, questa persona dovrà affrontare cambiamenti oggettivi nella sua vita quotidiana, nelle sue occupazioni e nella sua socialità – spiega Elena Rossato – per questo il nostro compito è sicuramente quello di aiutare il paziente a recuperare alcune abilità attraverso gli esercizi in palestra, le terapie e il supporto psicologico; ma la vera sfida è aiutarlo a ‘vedersi’ nella nuova situazione, fargli sperimentare una quotidianità nella quale per lui è ancora possibile fare tante cose che faceva prima, o anche diverse, a patto di sviluppare strategie adeguate”.

Partendo da questo approccio, già da anni il Servizio di Medicina fisica e riabilitativa propone ai pazienti, accanto a una riabilitazione d’eccellenza, un intenso programma di attività che guardano alla nuova vita che li aspetta fuori dall’ospedale. Ad esempio si è visto che una delle paure che generano più ansia in queste persone è l’impossibilità di tornare a guidare la macchina. Per questo si è deciso di organizzare uscite periodiche nelle quali si dà la possibilità, a chi è in grado, di fare prove di guida su una macchina adattata. Questo ha un effetto positivo perché permette ai pazienti di guardare in modo più sereno al proprio rientro a casa.

Ma sono tante altre le iniziative che vanno in questa direzione. È ormai consolidata una collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico (CIP) per la pratica di alcuni sport individuali e di squadra. Durante l’anno accade quindi che istruttori specializzati vengano in ospedale per far provare a un gruppo di pazienti sport quali la scherma paralimpica e il tiro con l’arco. Inoltre c’è una convenzione con il Comune di Negrar per l’utilizzo della palestra delle vicine scuole medie al fine di praticare sport di squadra come il basket, il rugby in carrozzina e le bocce.

“La pratica di uno sport ha un valore riabilitativo in sé, ma allo stesso tempo permette al paziente di conoscere una realtà che, se lo vorrà, potrà proseguire anche dopo la dimissione con beneficio sul fisico e sulla socialità”, prosegue la dottoressa Rossato. Una duplice valenza che riguarda anche il nuoto, praticato presso un’apposita piscina del Centro Don Calabria di Verona.

Altre attività sono le uscite terapeutiche per far approcciare la persona con l’ambiente esterno all’ospedale, provando esperienze magari già vissute prima della disabilità ma che ora avvengono in un contesto del tutto nuovo. Rientrano in tale ambito le uscite sulla neve, al parco, in malga e simili. Purtroppo durante il Covid questa attività è stata sospesa, ma l’obiettivo è di riprenderla al più presto.

Sempre nell’ottica dell’educazione alla quotidianità ci sono i pranzi in taverna, con i pazienti che talvolta sono coinvolti nella preparazione di un pasto speciale e poi mangiano insieme in un ambiente che si trova nel perimetro della Cittadella della Carità ma fuori dall’ospedale. Anche in questo caso, al di là del pur importante lavoro manuale, l’idea di fondo è aiutare il paziente a sfruttare le proprie abilità residue per fare quello che si faceva prima o anche per intraprendere qualcosa di nuovo. E’ il caso, per esempio, di alcuni pazienti che scoprono di avere una passione per l’arte partecipando al laboratorio di arteterapia che fa parte sempre della proposta riabilitativa del “Sacro Cuore” (vedi articolo sul laboratorio).

“Tutto questo è possibile grazie alla professionalità e alla disponibilità del nostro personale, senza dimenticare il fondamentale supporto dei familiari e delle associazioni che si occupano di queste tipologie di disabilità– conclude Elena Rossato – E’ grazie al lavoro in rete che diventa possibile promuovere un modo diverso di guardare la disabilità, ponendosi con la riabilitazione non solo l’obiettivo di aiutare le persone a recuperare il più possibile le capacità fisiche, ma anche a creare percorsi utili per l’inizio di una nuova vita, dove accanto a limitazioni e difficoltà ci possono essere nuove possibilità di autonomia e, perché no, felicità”.