Nuova data per il Capitolo dell'Opera Don Calabria
Si terrà a febbraio 2021 il dodicesimo Capitolo Generale dei Poveri Servi della Divina Provvidenza,Congregazione fondata da San Giovanni Calabria tra le cui attività c’è anche il “Sacro Cuore”. Lo svolgimento del Capitolo, già rinviato la scorsa primavera, dipenderà comunque dall’andamento della pandemia.
Il Capitolo Generale dei Poveri Servi della Divina Provvidenza si svolgerà nel mese di febbraio 2021, se la situazione della pandemia lo permetterà. A prendere questa decisione è stato il Consiglio Generale della Congregazione, guidato dal Casante padre Miguel Tofful, insieme ai responsabili di tutte le missioni dell’Opera Don Calabria. L’evento sarà dedicato al tema “La profezia della comunione” e vedrà la partecipazione di 38 religiosi e numerosi laici provenienti da 12 Paesi e 4 continenti nei quali l’Opera è presente. In contemporanea si svolgerà anche il Capitolo della Congregazione femminile dell’Opera, ovvero le Povere Serve della Divina Provvidenza.
Il Capitolo dei Poveri Servi originariamente doveva svolgersi nel maggio 2020, ma è stato rinviato a causa della pandemia di coronavirus che tuttora sta colpendo molti Paesi nel mondo. Qualora la situazione pandemica non dovesse risolversi nemmeno nei prossimi mesi, anche la nuova data prescelta potrà subire ulteriori rinvii, ma questo andrà valutato al momento opportuno e sempre con un’ampia condivisione all’interno dell’Opera e con gli organi preposti della Chiesa.
D’altra parte il Capitolo sicuramente non potrà svolgersi in via telematica, nemmeno in piccola parte, poiché Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita apostolica ha chiarito con una lettera indirizzata a tutti i religiosi che questo evento richiede la presenza fisica dei partecipanti per garantire una vera sinodalità e corresponsabilità nelle decisioni. Nemmeno la situazione eccezionale che stiamo vivendo permetterà dunque di derogare a questo principio.
L’auspicio espresso dai due Consigli e dai Delegati, approvato anche dalle Delegate e Responsabili di Missione delle Sorelle, è che i due Capitoli si possano svolgere a Verona nelle rispettive Case Madri, vale a dire San Zeno in Monte per i Fratelli e Santa Toscana per le Sorelle.
“Lo svolgimento in contemporanea dei due Capitoli, pur mantenendo le rispettive specificità delle due Congregazioni, rappresenterebbe un altro profetico segno di comunione e sarebbe la naturale conseguenza del cammino sinodale di preparazione nel quale tutta la Famiglia Calabriana è stata coinvolta fin dalla primavera del 2019 – dicono il Casante padre Miguel Tofful e la Madre Generale delle Povere Serve Lucia Bressan – ora in questo tempo di attesa ci auguriamo che tale tensione sinodale venga mantenuta e rafforzata in tutte le Delegazioni e Missioni dove l’Opera è presente. Noi siamo vicini alla Famiglia Calabriana e chiediamo a tutti di unirsi nella preghiera per le tante persone che sono duramente colpite dalla pandemia o che stanno soffrendo a causa di essa”.
Il Capitolo, nel diritto canonico, è un’assemblea di religiosi dotata di personalità giuridica e autorità normativa. Si tiene ogni sei anni ed è l’occasione per verificare l’andamento della Congregazione e programmare il futuro, rinnovando gli incarichi e dando le linee di sviluppo per il successivo sessennio.
In vacanza al tempo del virus: i consigli per un comportamento responsabile
L’infettivologo Federico Gobbi sottolinea che in questo tempo di convivenza con il CoVid è fondamentale non abbassare la guardia e prendere le dovute precauzioni nelle normali attività di ogni giorno. A maggior ragione se si va in vacanza in Paesi dove il tasso di diffusione è maggiore che in Italia
“Questa è la fase della consapevolezza e della responsabilità. Il virus circola ancora, perciò dobbiamo rispettare con il massimo scrupolo quelle norme di igiene e distanziamento sociale che ormai abbiamo imparato a conoscere, a maggior ragione se ci troviamo in vacanza in Italia o all’estero”. Il dottor Federico Gobbi, infettivologo del reparto di Malattie Infettive e Tropicali del “Sacro Cuore”, invita a non abbassare la guardia nella lotta alla pandemia che viene condotta prima di tutto attraverso i comportamenti quotidiani di ogni persona. “Dobbiamo continuare a usare il più possibile quelle precauzioni che proteggono noi stessi e gli altri, a cominciare dall’uso della mascherina e dall’igienizzazione delle mani. Questo vale ancora di più se viaggiamo su mezzi pubblici come treni, aerei e pullman, e se ci rechiamo in Paesi dove il tasso di diffusione del CoVid è maggiore che da noi”.
Niente allarmismi, dunque, ma nemmeno l’illusione che i rischi siano alle spalle. “In Italia ci sono diversi piccoli focolai del contagio, ma in questi mesi abbiamo lavorato bene e la situazione appare sotto controllo. Tuttavia il leggero aumento dei positivi nelle ultime settimane ci dice che dobbiamo convivere con il virus e c’è bisogno del contributo da parte di tutti con comportamenti responsabili, in modo da poter riprendere gradualmente dopo l’estate tutte le attività economiche e da permettere che bambini e ragazzi tornino a scuola in condizioni di sicurezza.
Qui sotto riportiamo l’intervista del dottor Gobbi a Telepace.
Nonostante le zanzare, è un'estate (per ora) senza West Nile
Le zanzare ci sono, e se ne registra un certo aumento, ma in Italia non sono segnalati casi di West Nile Virus, la febbre estiva che aveva suscitato preoccupazioni nelle scorse estati. E a causa della grande riduzione dei voli in Paesi Tropicali, è diminuito drasticamente il rischio di casi di importazione di Dengue, Chikungunya e Zikavirus.
Nonostante il caldo non eccessivo (almeno per ora), questa estate si presenta popolata di zanzare. La nostra percezione “fastidiosa e dolorosa” viene confermata anche dagli entomologi e dal sito “Meteo Zanzare”, realizzato da Vape Fondation in collaborazione con l’Istituto di Biometerologia del Cnr di Firenze. Secondo il bollettino di luglio, la regione più infestata è la Campania con aumento del 50% di questi insetti rispetto al periodo dello scorso anno. Per la Lombardia, il Piemonte e il Veneto si assesta al 27%.
La buona notizia è che nessuna specie di zanzare trasmette il SARS Cov2, il virus responsabile del Covid 19. L’altra buona notizia è che finora non si sono registrati casi né animali né umani di West Nile Virus, la febbre estiva del Nilo Occidentale trasmessa dalla puntura della zanzara più comune Aedes caspius o Culex, quella che punge prevalentemente nelle ore notturne.
L’anno scorso da giugno a novembre in Italia sono stati segnalati 56 casi umani confermati di infezione da WNV, di questi 25 si sono manifestati nella forma neuroinvasiva, di cui 5 deceduti, 24 casi con febbre confermata, 7 casi identificati in donatori di sangue. Ma è il 2018 l’anno che sarà ricordato per “l’emergenza West Nile” con 606 infezioni, di queste 239 si sono manifestate nella forma neuro-invasiva, 299 casi con febbre e 68 identificati in donatori di sangue asintomatici. I decessi sono stati in totale 49.
“Per ora il sistema di sorveglianza ha segnalato solo casi di positività per West Nile nelle zanzare nelle provincie di Lodi e di Cremona. Ma nessun caso animale (quasi sempre cavalli) e umano”, spiega il dottor Federico Gobbi, infettivologo del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali e Microbiologia. “Quest’anno la sorveglianza sulle febbri estive è particolarmente attenta – sottolinea – in quanto a causa della pandemia da Covid 19 le persone con sintomi febbrili fanno ricorso quasi sempre al Pronto Soccorso, mentre gli altri anni per poche linee restavano a casa”.
La guardia comunque resta sempre alta, anche se è bene ricordare che nonostante il termine esotico, dal circa 20 anni il West Nile Virus è endemico in Italia e che nell’80% dei casi le persone infettate non presentano nessun sintomo. I casi più gravi si registrano in persone anziane defedate o in immunodepressi o in chi soffre di gravi patologie.
Se il West Nile Virus è ormai diventato endemico in Italia, continua la sorveglianza per evitare casi autoctoni di Dengue, Chikungunya e Zikavirus. “A causa della pandemia di Covid-19 i viaggi all’estero sono sensibilmente diminuiti e quindi è drasticamente diminuito il rischio di importare in Italia casi di Dengue, Chikungunya e Zika. – sottolinea il dottor Gobbi -. Queste sono arbovirosi, trasmesse dalla zanzara Aedes albopictus, detta comunemente “tigre” presente anche da noi – sottolinea il dottor Gobbi –. Per queste patologie virali la sorveglianza assume cruciale importanza al fine di impedire la formazione di focolai endemici, anche perché, a differenza del West Nile, la zanzara diventa potenziale veicolo di infezione pungendo una persona infetta”.
Nel 2010 la Regione Veneto ha redatto, con la collaborazione scientifica del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali di Negrar, un sistema di sorveglianza delle febbri estive. Non a caso questo sistema prevede che per ogni caso importato di Dengue, Chikungunya e Zika venga attivata l’autorità sanitaria locale per la disinfestazione dalle zanzare in un’area di circa 200 metri attorno all’abitazione della persona infetta.
Quando produciamo melatonina? L'importanza del dosaggio per la cura dei disturbi del sonno
L’IRCCS di Negrar nell’ambito di un percorso diagnostico volto ad indagare i disturbi del sonno, effettua il dosaggio di melatonina, un esame importante per stabilire quando il nostro organismo secerne naturalmente questo ormone amico del buon riposo
Melatonina. Un nome diventato familiare anche grazie alla pubblicità, che presenta questo prodotto farmaceutico come la panacea per il buon sonno. La melatonina con il sonno ci azzecca, ma prima di essere una pillola “da banco” è un ormone prodotto dal nostro organismo attraverso la ghiandola pineale (o epifisi), collocata al centro della scatola cranica. Questa ghiandola riceve informazioni dai neuroni della retina e quando cala il buio inizia a produrre la melatonina, favorendo così il sonno.
Ne consegue che la difficoltà ad addormentarsi o la tendenza ad avere sonno molto presto o addirittura l’insonnia possa essere causata da una alterata produzione di melatonina, per quanto riguarda la tempistica, anche a causa delle nostre abitudini, rispetto a un orario convenzionale di addormentamento. Pertanto, nell’ambito di un percorso diagnostico volto ad indagare i disturbi del sonno, diventa importante stabilire quando il nostro organismo secerne naturalmente la melatonina.
L’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria esegue questo esame presso il Laboratorio di Analisi Chimico-Cliniche, diretto dal dottor Antonio Conti, anche alla luce dell’esperienza pluriennale del Centro di Medicina del Sonno, di cui è responsabile dottor Gianluca Rossato. Il dosaggio della melatonina non è stato inserito dal Ministero della Salute nei Livelli essenziali di assistenza, cioè tra le prestazioni a cui si può accedere tramite Sistema Sanitario Nazionale. Pertanto è a pagamento. Per accedervi è necessario prenotare un appuntamento presso la segreteria di Neurologia al numero 045.6013644 (dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30). Qui un medico consegnerà il kit per la raccolta della saliva e illustrerà le modalità di raccolta. La consegna dei campioni presso il Laboratorio Analisi deve essere preceduta dalla prenotazione allo 045.6013081 o sul sito www.sacrocuore.it bottone “Prelievo senza coda”
Dottor Rossato, quali sono le proprietà della melatonina?
La melatonina ha due proprietà fondamentali: ipnotica e cronobiotica. La prima è in grado di indurre e migliorare il mantenimento del sonno, mentre l’attività cronobiotica serve per sincronizzare il ritmo biologico (cioè il nostro orologio biologico interno) con il ritmo luce-buio (orologio esterno).
Quando la ghiandola pineale secerne la melatonina?
Solitamente il processo inizia all’imbrunire, grazie alle informazioni provenienti dai neuroni della retina. Quindi intorno alle 19.30-22 (per i bambini 19.30-21), in genere 2-3 ore prima dell’orario dell’addormentamento. La curva di secrezione raggiunge il picco intorno alle 3-4 del mattino per poi azzerarsi al momento del risveglio.
Per quali disturbi del sonno è indicato il dosaggio della melatonina?
Tutti quei disturbi che sono legati alle alterazioni del ritmo circadiano sonno-veglia. Per esempio: sindrome da fase ritardata di sonno o da fase anticipata di sonno, disturbo del sonno dei turnisti, jet lag, sindrome da ritmo sonno-veglia irregolare o ritmo non 24h. Ma il dosaggio può essere di aiuto in caso di insonnia, soprattutto nelle persone che hanno superato i 55 anni, e o nei disturbi del sonno quando è presente anche una malattia neurodegenerativa.
Come avviene il dosaggio?
La melatonina può essere dosata tramite un prelievo di sangue, attraverso le urine o la saliva. Attualmente il metodo più semplice e validato scientificamente è il dosaggio salivare. Prevede la raccolta di 5 campioni di saliva ad intervalli di 1 ora. Il primo campione viene raccolto a -3 ore dal consueto orario di addormentamento e l’ultimo a + 1 ora.
Quali informazioni avremo dal dosaggio?
L’analisi dei campioni descriveranno il bio-ritmo del soggetto. Solitamente per chi va a coricarsi alle 23, l’organismo inizia a produrre melatonina alle 21. Le cose cambiano per esempio negli anziani che vanno a letto molto presto e la cui produzione di melatonina inizia alle 18 o nei giovani che si addormentano molto tardi, con una produzione di melatonina che inizia a notte inoltrata. In questi casi è necessario “rieducare” il soggetto a un ritmo sogno-veglia più convenzionale, tramite indicazioni comportamentali. Il dosaggio di melatonina diventa poi particolarmente importante in coloro che soffrono della sindrome del turnista. Può capitare che i lavoratori che svolgono turni di notte, a lungo andare, non riescano più a dormire. La sindrome del turnista diagnosticata prevede la possibilità della sospensione dei turni almeno per sei mesi. In questo arco di tempo viene prescritta la melatonina esogena al fine di riportare l’orario di addormentamento a quello naturale, e la fototerapia per bloccare la produzione di melatonina al momento del risveglio.
Ma l’assunzione di melatonina può comportare dei rischi?
L’assunzione di melatonina è un trattamento medico e pertanto ha alcune indicazioni. Usarla senza valutazione medica per un po’ di insonnia o non dà nessun risultato o può contribuire a peggiorare l’insonnia se non si sono comprese le cause. L’assunzione di melatonina esogena infatti può modificare la secrezione di quella endogena, alterandone la tempistica di produzione e anche la quantità, che, per una sorta di equilibrio, diminuisce non senza conseguenze sul riposo.
I Rotary di Verona donano 15 caschi per la respirazione assistita
Un dono prezioso arriva dai Rotary veronesi: 15 caschi per la ventilazione assistita non invasiva, dispositivi utilizzati in Terapia intensiva per i pazienti affetti da Covid-19, ma che vengono impiegati da tempo per le insufficienze respiratorie, non tali da richiedere l’intubazione
Non si ferma la solidarietà legata all’emergenza Covid-19. Ieri mattina i Rotary Club della provincia di Verona hanno consegnato all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar 15 C-Pap, un dispositivo per la ventilazione assistita non invasiva che purtroppo abbiamo imparato a conoscere nel corso dei momenti più difficili della pandemia.
Il C-Pap – acronimo di Continuous Positive Airway Pressure – si presenta come un casco, all’interno del quale, grazie al collegamento con un ventilatore automatico, si crea una pressione positiva generando una miscela di ossigeno e aria. Viene impiegato in pazienti con insufficienza respiratoria, ma non tale da richiedere l’intubazione.
La donazione dei 15 caschi monouso rientra nel service “Terapia Intensiva Verona” che ha coinvolto gli 11 Rotary Club presenti nel Veronese. Altri C-Pap sono stati donati agli ospedali di Borgo Trento, Borgo Roma, Villafranca e Peschiera.
“Le cronache degli ultimi mesi hanno legato questo insolito “casco da astronauta” all’infezione da Covid, ma i C-Pap vengono impiegati da tempo all’interno delle rianimazioni per le insufficienza respiratorie”, ha spiegato il direttore della Terapia intensiva dell’Ospedale di Negrar, Massimo Zamperini. “Pertanto questa donazione è molto importante per il mio reparto anche al di là dell’emergenza Coronavirus, che ci auguriamo rimanga solo un ricordo”.
“Ringrazio di cuore il Rotary per l’attenzione al nostro ospedale – ha detto l’amministratore delegato, Mario Piccinini -. Siamo stati in prima fila fin dall’inizio dell’emergenza arrivando ad allestire 100 posti letto dedicati ai pazienti Covid, di cui 14 di terapia intensiva e 12 di semintensiva. Sono stati mesi difficili, durante i quali però è fiorita una grande solidarietà che ci ha supportato nell’affrontare la situazione. Questa donazione è un prezioso esempio”.
“Quando è scoppiata la pandemia ci siamo chiesti cosa potevamo fare come Rotary per aiutare il territorio. Vista la pressione sull’assistenza sanitaria abbiamo voluto intervenire proprio in questo ambito – ha raccontato Giuseppe Palleschi, past president del Rotary Verona Nord -. La generosità dei soci non si è fatta attendere: abbiamo raccolto 250mila euro con i quali abbiamo potuto acquistare non solo i caschi per la ventilazione non invasiva, ma anche ecografi, tablet e mascherine. Grazie al dottor Sergio Albanese, nostro socio e direttore dell’Otorinolaringoiatria di Negrar, abbiamo subito sondato le esigenze del “Sacro Cuore Don Calabria” e ci siamo attivati. Un’opportunità che per noi del Rotary Club Verona Nord assume un ulteriore significato in quanto l’ospedale gravita sul territorio di nostra competenza”.
Alla consegna erano presenti anche Gino Abati, Giuseppe Caruso e Maria Vittoria Lonardi rispettivamente co-prefetto, segretario e socia del Rotary Club Verona Nord. Inoltre hanno presenziato il dottor Fabrizio Nicolis, direttore sanitario, e la dottoressa Lorenza Cipriano, farmacista, sempre del “Sacro Cuore Don Calabria”.
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Il nuovo Centro prelievi "apre" ai donatori di sangue
Da oggi le donazioni di sangue si effettuano al primo piano della nuova struttura d’ingresso dove è stato trasferito, dal “Sacro Cuore”, il Centro prelievi. La palazzina è raggiungibile da viale Rizzardi oppure direttamente dai parcheggi interrati con ingresso in via Ghedini. Per i donatori il parcheggio è gratuito
Da oggi, 29 luglio, le donazioni di sangue vengono effettuate al primo piano della nuova struttura d’ingresso, dove è stato trasferito – dall’ospedale Sacro Cuore – il Centro prelievi.
Le donazioni si possono fare dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 10.30 e la seconda domenica del mese (come da calendario) sempre nella stessa fascia oraria. E’ necessaria la prenotazione telefonando al numero verde 800310611 (gratuito da rete fissa) o allo 0442.622867 (per chiamate da cellulare) oppure scrivendo a prenota.trasfusionale@aulsslegnago.it
Il nuovo Centro prelievi si raggiunge a piedi da viale Rizzardi o direttamente dai tre piani interrati di parcheggi con ingresso da via Ghedini (a fianco dell’ex ingresso di Casa Perez). Il parcheggio per i donatori è gratuito: per annullare il biglietto basta consegnare in portineria il foglio di avvenuta donazione consegnato dal personale del Centro prelievi.
Al primo piano per la donazione si accede direttamente senza effettuare l’accettazione.
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Perché donare il 5Xmille al"Sacro Cuore": lo spiega un video
Guarda il video della campagna “5Xmille” a favore della ricerca sanitaria dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria: solo con la solidarietà possiamo sconfiggere le malattie, ridonando speranza nel futuro a molte persone
“Insieme nella ricerca, più forti nella cura”: non è solo uno slogan, ma una convinzione. La solidarietà è il motore della vita sociale e lo è anche della ricerca. Il 5Xmille non è una semplice donazione, ma un mezzo attraverso il quale ciascuno di noi può contribuire a sconfiggere le malattie e dare nuova speranza a coloro che soffrono. Clicca il bottone qui sotto DONA ORA e potrai vedere il video di presentazione della nostra campagna e avere tutte le informazioni su come devolvere il 5Xmille a favore della ricerca sanitaria dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria.
Anche in epoca Covid, al "Sacro Cuore" il papà entra in sala parto
La pandemia costringe ad adottare misure ‘restrittive’ per la sicurezza di tutti. Ma il “Sacro Cuore Don Calabria” non ha voluto togliere ai futuri papà la gioia di assistere alla nascita del loro figlio, anche a coloro che, positivi al Covid, non possono essere fisicamente presenti in sala parto. Ecco come
La nascita di un figlio, di ogni figlio, è un momento irripetibile, sia per la mamma e sia per il papà, che l’Ostetricia del “Sacro Cuore Don Calabria” ha voluto preservare anche e nonostante il Covid 19, assumendo tutte le misure necessarie perché il partner possa stare vicino alla partoriente senza venir meno alla sicurezza della futura mamma, del bambino, dei sanitari e delle altre degenti.
Per questo in prossimità della presunta data del parto – circa una settimana prima dei monitoraggi programmati – sia la gestante che il partner vengono sottoposti gratuitamente al tampone naso-faringeo per la ricerca del virus SARS Cov2.
Se il travaglio inizia prima dell’esecuzione del tampone o del referto di quest’ultimo, il padre può assistere ugualmente al travaglio e al parto con tutte le precauzioni necessarie e rimanere in reparto, sempre con mascherina e mantenendo il distanziamento, per le prime due ore successive alla nascita. Alla partoriente, invece, il tampone viene fatto all’ingresso in reparto. Appena possibile anche il papà viene sottoposto a tampone e potrà accedere in reparto nei giorni seguenti se il suo tampone e quello della mamma sono entrambi negativi.
Il partner NON può entrare in sala parto SOLO se all’ingresso in ospedale nei punti del triage gli vengono rilevati sintomi riconducibili al Covid-19, se la gestante è positiva al tampone o sospetta tale o se sottoposto alla misura dell’isolamento domiciliare fiduciario perché positivo a Covid-19 o per contatto ravvicinato con persona positiva. Anche in queste circostanze il “Sacro Cuore Don Calabria” ha voluto creare il modo affinché il futuro papà possa assistere alla nascita: tramite tablet o videochiamata.
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Le radiazioni che curano le "tempeste del cuore"
STAR o radioterapia stereotassica ablativa per le aritmie ed è una procedura innovativa che coniuga cardiologia e radioterapia, quest’ultima impiegata tradizionalmente per la cura dei tumori. L’IRCCS di Negrar è il primo centro in Italia per numero di interventi e per aver impiegato in questo trattamento uno speciale corpetto che rende la metodica totalmente non invasiva anche per quanto riguarda la diagnostica
La sensazione è quella dello svenimento imminente, ma prima della perdita di coscienza interviene il defibrillatore. E non senza dolore. Una condizione sopportabile quando le tachicardie ventricolari causate da gravi cardiomiopatie dilatative sono rare, ma nei casi in cui si scatenano anche una ventina di “storm aritmici” al mese non rispondenti ai farmaci, l’aspettativa e la qualità di vita peggiorano fatalmente. E’ il caso dei tre pazienti che da marzo ad oggi (l’ultimo giovedì scorso) sono stati sottoposti all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona) a un trattamento innovativo e non invasivo chiamato STAR o radioterapia stereotassica ablativa per le aritmie.
Si tratta di una metodica promettente che coniuga cardiologia e radioterapia, questa normalmente impiegata nella cura di tumori. Essa richiede un’elevata esperienza nell’impiego di alte tecnologie sia nel campo radioterapico che cardiologico. Per tutti questi motivi sono ancora pochi i centri al mondo ad effettuarla: l’IRCCS di Negrar è quello che registra in Italia la casistica più alta con tre pazienti finora trattati ed è l’unico ospedale ad effettuare un trattamento totalmente non invasivo, anche per quanto riguarda la parte diagnostica, grazie all’utilizzo di uno speciale elettrocardiogramma indossabile dal paziente come un corpetto.
Per la cura multidisciplinare delle gravi cardiopatie si apre quindi una nuova prospettiva che potrebbe interessare i 750 pazienti in Italia affetti da queste patologie, una piccola ma importante percentuale, in termini di costi umani e sanitari, delle 15mila persone portatrici di pacemaker.
La procedura si svolge in un’unica seduta della durata di pochi minuti, nel corso della quale le aree del cuore dove nascono le aritmie vengono colpite da un fascio di radiazioni ionizzanti con precisione millimetrica, creando una cicatrice omogenea tale da interrompere il “cortocircuito” cardiaco. Il trattamento non ha richiesto ricovero e dopo brevissimo periodo di osservazione i pazienti sono ritornati a casa. Attualmente le loro condizioni sono buone.
“Le linee guida prevedono il trattamento di questi pazienti con ablazione transcatetere che utilizza la radiofrequenza veicolata attraverso cateteri che vengono posizionati nel cuore, nel punto in cui è presente il ‘cortocircuito’ che fa scatenare le aritmie – spiega il dottor Giulio Molon, direttore della Cardiologia – Si tratta di una procedura ad alto rischio in persone il cui quadro clinico è già gravemente compromesso da infarti pregressi e da aritmie frequenti controllate dal defibrillatore. Il defibrillatore della prima paziente, che abbiamo trattato a marzo in piena pandemia, per esempio, ha registrato 104 aritmie in tre mesi, un ‘super lavoro” che ha portato alla sostituzione precoce del dispositivo. In questi casi le armi convenzionali che disponiamo – farmaci e ablazione transcatetere – sono inefficaci o ad alto rischio. La radioterapia, invece, dà buoni risultati. Se la terapia si dimostrasse efficace e sicura su ampi numeri potrebbe essere applicata in futuro a ogni tipo di aritmia”.
“STAR è un’estensione della radioterapia stereotassica, già nota come efficace e poco invasiva in oncologia, nel campo cardiologico”, spiega Filippo Alongi, direttore della Radioterapia Oncologica Avanzata del “Don Calabria” e professore associato all’Università di Brescia. “Impiegata correntemente per il trattamento dei tumori primitivi o metastatici, questo tipo di sistema consente l’erogazione di alte dosi direttamente sul tumore con estrema precisione e con un ridotto coinvolgimento dei tessuti sani circostanti. Lo stesso meccanismo avviene nelle aree del cuore che scatenano le aritmie le cui cellule, grazie alle radiazioni, subiscono un danneggiamento tale da portarle alla morte. Si viene così a formare una cicatrice omogenea che impedisce il formarsi del ritmo anomalo”.
Per identificare nel modo più accurato possibile il sito specifico da trattare e salvaguardare il resto del cuore, per la prima volta in Italia sono state utilizzati in questo trattamento esami diagnostici totalmente non invasivi come la risonanza magnetica cardiaca, la PET, la Tc e un innovativo sistema indossabile dallo stesso paziente.
“Tecnicamente è un Elettrocardiogramma – illustra Molon – ma si presenta come un corpetto totalmente coperto da elettrodi. Questo consente dopo esecuzione di Tc e dopo aver indotto la tachicardia ventricolare tramite defibrillatore, di aver un mappaggio tridimensionale completo del muscolo cardiaco all’interno del quale individuare perfettamente la sede da trattare”.
Il primo studio STAR, condotto su 5 pazienti, è stato pubblicato nel 2017 su New England Journal Medicine. “E’ una tecnica ‘giovane’, rimangono da definire i risultati come pure i rischi ed i possibili effetti indesiderati, sia a breve che a lungo termine. Serviranno dati più robusti e studi prospettici con numero di pazienti adeguato per poterne confermare la validità. Ma le premesse sono molto buone”, precisano i due primari.
Nella foto di copertina: da sinistra il dottor Giulio Molon, il professor Filippo Alongi e il dottor Niccolò Giaja Levra
Nella foto allegata: lo speciale elettrocardiogramma indossabile come un corpetto
Nel video: il dottor Molon e il professor Alongi spiegano la procedura. Sotto anche in english version
Il Centro prelievi si trasferisce nella nuova struttura d'ingresso
Nuova collocazione del Centro prelievi: dal “Sacro Cuore” alla nuova struttura d’ingresso di viale Rizzardi. Questo a partire da mercoledì 22 luglio. La nuova sede è raggiungibile direttamente in auto dai parcheggi interrati salendo prima al piano terra per l’accettazione e poi al primo piano per eseguire l’esame. E’ sempre attiva la prenotazione on line o telefonica.
A partire da mercoledì 22 luglio, il Centro prelievi dell’Ospedale di Negrar sarà trasferito dal “Sacro Cuore” nella nuova struttura con ingresso pedonale da viale Rizzardi, inaugurata lo scorso 19 giugno. Ai donatori di sangue, invece, la nuova sede sarà accessibile dal 29 luglio.
L’ingresso diretto alla palazzina è possibile dai parcheggi interrati di via Ghedini, salendo al piano terra dove sono collocati gli sportelli per l’accettazione. Svolta questa operazione, si passa al primo piano per effettuare il prelievo – in base al numero di chiamata – nei sette ambulatori dedicati.
Per ridurre l’attesa ed evitare gli assembramenti, rimane il sistema di prenotazione on line (su www.sacrocuore.it bottone “prelievo senza coda”) oppure telefonico al numero 045.6013081. In questo modo si può scegliere l’orario più adeguato alle proprie esigenze: dal lunedì al venerdì nella fascia dalle 6 alle 8.15 o il sabato dalle 7 alle 10.30. Con la prenotazione non è necessario prelevare il biglietto dal totem “elimina coda” collocato all’entrata, ma solo attendere di essere chiamati dagli sportelli dell’accettazione in base all’orario dell’appuntamento.
Il trasferimento di sede non è la sola novità del Centro prelievi. Nel processo di gestione del prelievo è stato introdotto un sistema di etichettatura robotica delle provette, che garantisce maggiore sicurezza nell’identificazione del prelievo. In pratica le etichette non vengono consegnate al paziente all’accettazione e poi applicate a mano sulle provette nel momento del prelievo, ma l’operatore sanitario preleva direttamente dal ‘robottino’ le provette già etichettate dopo aver digitato sullo stesso il numero di accesso del paziente.
“Come per tutta la palazzina, anche il nuovo centro prelievi è stato realizzato e organizzato tenendo conto delle esigenze del paziente”, spiega il dottor Antonio Conti, direttore del Laboratorio di Analisi cliniche. “Esigenze di sicurezza, innanzitutto. Ma anche di comodità. La nuova sede è raggiungibile direttamente dai parcheggi e ha a disposizione spazi più ampi di attesa oltre che un maggior numero di ambulatori per i prelievi. La prenotazione on line e telefonica inoltre ci permette di ridurre le attese e di evitare gli assembramenti. Chiedo solo un po’ di pazienza (soprattutto nei primi giorni) e la puntualità tenendo conto che sono in vigore tutte le misure di contenimento del contagio all’ingresso: misurazione della temperatura corporea, controllo dell’impiego corretto della mascherina e igenizzazione delle mani”.
I tre piani interrati del nuovo ingresso dispongono di 308 stalli per i parcheggi, di cui 48 dedicati ai disabili. Il costo minimo è di 1 euro, per le ore successive 30 centesimi ogni 15 minuti. Per i disabili, forniti di tesserino, il parcheggio è gratuito.