Il blocco operatorio ora porta il nome del dottor Orio, storico direttore sanitario del Sacro Cuore

Il dotto Orio, 90 anni, è stato primario di Anestesia e direttore sanitario dell’Ospedale di Negrar dal 1970 al 2002. Quando giovane medico appena laureato arrivò a Negrar, esisteva solo una sala operatoria, ora sono 16:  “Inutile nascondere che nel mettere le basi di questo grande ospedale ci siano state delle difficoltà che abbiamo tuttavia superato guardando avanti e avendo fiducia nei nostri operatori. Abbiamo lavorato intensamente, mai per ambizione ma sempre per passione e senso del dovere”.       

Il dottor Gastone Orio

Il 14 dicembre all’IRCCS Sacr o Cuore Don Calabria si è tenuta la cerimonia di intitolazione del Gruppo operatorio al dottor Gastone Orio, già primario di Anestesia e direttore sanitario dell’Ospedale di Negrar dal 1970 al 2002. Il dottor Orio, classe 1932, originario di Caprino Veronese, era presente alla scopertura della targa a cui hanno assistito, al terzo piano del Sacro Cuore, anche la direzione e i primari della struttura, oltre che la famiglia.

 “Con questa intitolazione vogliamo rendere omaggio a un protagonista indiscusso per 50 anni della storia del “Sacro Cuore Don Calabria”, ha detto il dottor Mario Piccinini, amministratore delegato dell’IRCCS. “Un uomo e un professionista sanitario dotato di grande lungimiranza, capace di essere sempre al passo con i tempi ma anche in grado di anticiparli, vedendo nella piccola struttura ospedaliera di provincia in cui è arrivato più di 60 anni fa le potenzialità di un grande ospedale. Molte delle sue scelte, come la realizzazione del blocco operatorio o la nomina di alcuni primari, sono state determinanti per lo sviluppo del Sacro Cuore”.

Il dottor Orio giunge a Negrar nel maggio del 1959, fresco di laurea e ancora prima di effettuare l’esame di Stato per l’esercizio della professione medica. A quel tempo il “Sacro Cuore Don Calabria” contava solo tre medici: il chirurgo e direttore sanitario Bortolo Zanuso, l’internista Augusto Cavalleri, il geriatra Luigi Vantini. Conseguita la specializzazione in Anestesia, rimane l’unico anestesista per 10 anni e fonda di fatto l’attuale Dipartimento di Anestesia, Terapia Intensiva e Terapia Antalgica che conduce fino al 1998, quando subentra il dottor Luigi Giacopuzzi. Nel 1970 viene nominato direttore sanitario, ruolo che copre fino al 2002 quando passa il testimone al dottor Fabrizio Nicolis. Il dottor Orio rimane all’ospedale di Negrar fino al 2009 come consulente e responsabile delle sale operatorie.

Da sinistra il presidente, fr. Gedovar Nazzari, fr. Mario Bonora (già presidente per 24 anni), il dottor Orio, l’amministratore delegato Mario Piccinini, il direttore sanitario Fabrizio Nicolis, il direttore amministrativo Claudio Cracco e il direttore dell’Ortopedia Claudio Zorzi

“Quando sono arrivato esisteva una sola sala operatoria e si effettuavano 250 interventi all’anno. Oggi le sale sono 16 e gli interventi oltre 22mila. Cito alcuni numeri per sottolineare quanto la scelta di realizzare un blocco chirurgico nel 2001 sia stata lungimirante”, ha detto il dottor Orio visibilmente emozionato. “Inutile nascondere che nel mettere le basi di questo grande ospedale ci siano state delle difficoltà che abbiamo tuttavia superato guardando avanti e avendo fiducia nei nostri operatori. Abbiamo lavorato intensamente, mai per ambizione ma sempre per passione e senso del dovere”.       


Storico accordo tra Università di Verona e IRCCS di Negrar: nasce il Corso di Laurea in Scienze del Farmaco

Grazie ad un accordo tra l’Università scaligera e l’IRCCS di Negrar, nasce un nuovo Corso di Laurea magistrale:  Scienze del Farmaco e dei prodotti della salute. Dal secondo anno la sede sarà all’interno della Cittadella della Carità. L’accordo quadro prevede altre collaborazioni tra Ateneo e Ospedale sul fronte della ricerca e della didattica

Il Rettore Nocini e l’AD Piccinini nel momento della firma

Il 13 dicembre 2022 sarà ricordata come una data storica per l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria e l’Università di Verona. Grazie all’accordo quadro firmato dal rettore Pierfrancesco Nocini e dall’amministratore delegato Mario Piccinini, nasce a Verona un nuovo Corso di Laurea magistrale a ciclo unico, dedicato a Scienze del farmaco e dei prodotti della salute.

I contenuti dell’accordo quadro

L’intesa prevede inoltre il finanziamento da parte del “Sacro Cuore” di 10 contratti di formazione specialistica individuati tra le scuole di specializzazione di area sanitaria presenti nell’attuale offerta formativa scaligera. L’Università, a sua volta, garantirà di inserire nel percorso formativo, ulteriori Unità Operative di Negrar. Saranno finanziate anche 4 borse di studio di dottorato di ricerca nella macroarea Scienze della Vita e della Salute.  L’Università mantiene la responsabilità della formazione delle dottorande e dei dottoranti e saranno concordati dei periodi di svolgimento delle ricerche anche all’interno delle strutture e dei laboratori dell’IRCCS. Verranno individuati, d’intesa con il tutor universitario, delle figure di tutor tra il personale strutturato dell’IRCCS in possesso dei titoli e dei requisiti idonei.

Si parte il 1° ottobre del 2023 e un anno dopo la sede sarà a Negrar
Il pubblico nella Sala del Rettorato

Il Corso di laurea partirà il 1° ottobre del 2023. I posti disponibili sono 60, a cui si potrà accedere con un test d’ingresso previsto per la prossima primavera. Il primo anno l’attività didattica si terrà in una sede universitaria di Verona, mentre a partire dall’anno accademico 2024-2025 le lezioni si sposteranno a Negrar, nell’area della Cittadella della Carità dove sarà realizzata nuova palazzina dotata di aule didattiche, spazi dedicati allo studio e ai laboratori.

 

 

Il Rettore: “Prepareremo farmacisti del territorio e ospedalieri e anche scienziati del farmaco”

“L’idea di realizzare un corso di laurea in Farmacia è nata da tempo – ha detto il Rettore – e nel conseguente sviluppo ho sempre voluto che il progetto si differenziasse rispetto a quello delle altre Università. Abbiamo stabilito quindi che il nuovo corso dovesse dare tre sbocchi: preparare i farmacisti del territorio, quelli ospedalieri e una figura particolare, quella dello scienziato esperto riguardo agli aspetti biologici e biotecnologici del farmaco. Ma con chi potevamo realizzare questo progetto? Solo con l’IRCCS di Negrar, un grande ospedale, un ospedale no profit, con il quale è importante lavorare in sinergia. Ringrazio il dottor Piccinini e tutto lo staff del Sacro Cuore per aver reso concreto un progetto ambizioso e duraturo nel tempo, finalizzato esclusivamente al bene comune”.

L’Ad: “Personale formato anche umanamente per fare grandi gli ospedali”

“Sono grato al Magnifico Rettore per questa grande opportunità, e anche il dottor Federico Gallo (direttore generale dell’Università di Verona, ndr) con cui abbiamo collaborato per confezionare l’accordo”, ha detto il dottor Piccinini. “Qualche giorno fa sono stato invitato a un incontro a Firenze sui Grandi Ospedali – ha proseguito – Erano invitate strutture come il Gemelli, il Niguarda, l’Humanitas… Ho chiesto ai miei colleghi: cosa fa un grande ospedale? Forse il numero dei posti letto, la tecnologia, la ricerca… Io credo invece che siano i pazienti a stabilire quali sono i grandi ospedali, in base alla qualità delle cure che ricevono. Ma perché un paziente sia curato bene è necessario che il personale sia formato. Oggi Università e l’IRCCS Sacro Cuore danno vita non ad un accordo o a una convenzione, ma a un progetto a lungo o lunghissimo termine, che ha come cuore la creazione di una rete in grado di formare il personale a 360°, capace di curare il paziente con professionalità, ma anche con umanità”. Il dottor Piccinini ha ribadito “la creazione di un campus a Negrar. Vorremmo che fosse un luogo attrezzato per la ricerca, la didattica e lo studio, ma anche un luogo dove parlarsi, dove avere possibilità di crescere in un clima di serenità e di collaborazione, non di competizione”.

Il primo tavolo della Fondazione Don Calabria per le Malattie Infettive e Tropicali
Università e Sacro Cuore: un legame che nasce da lontano

 Il legame tra l’Università e il Sacro Cuore Don Calabria risale a molti anni fa. Era il 18 maggio del 1988 quando iniziarono i lavori la Fondazione Don Giovanni Calabria per le malattie tropicali, la cui prima pietra è stata posata idealmente da Giovanni Paolo II in occasione della sua visita a Negrar il 17 aprile dello stesso anno. “Al primo tavolo di lavoro erano seduti la Congregazione dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, il CUAMM, l’UMMI e altre tre persone: l’avvocato Giambattista Rossi, il professor Giorgio De Sandre e il professor Giorgio Zanotto. Nomi illustri ai quali Verona e, in particolare l’Università, saranno sempre grate”, ha ricordato l’Ad.

Settembre 1991: la Convenzione Generale

Il settembre del 1991 segna poi la firma della Convenzione Generale tra l’Ateneo e il Sacro Cuore, che ha posto le basi perché l’Ospedale di Negrar diventasse parte della rete formativa dell’Università di Verona: ogni anno i reparti accolgono decine di specializzandi della Facoltà di Medicina scaligera

La ricerca: una mission dell’IRCCS

“Università significa didattica e ricerca. Ambiti che ci riguardano da vicino – ha continuato -. Nel 2018 il “Sacro Cuore Don Calabria” ha ricevuto dal Ministero della Salute il riconoscimento di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico per le Malattie Infettive e Tropicali”.

Farmacia Ospedaliera e Radiofarmacia: già polo di attrazione degli studenti

Sul fronte farmaceutico, da molti anni la Farmacia Ospedaliera, diretta dalla dottoressa Teresa Zuppini, è sede di formazione per gli studenti delle Facoltà di Farmacia, con lo svolgimento di tirocini pre-laurea, post laurea (Master e corsi di alta formazione) e di tutoraggio per gli specializzandi della Scuola di Farmacia Ospedaliera. Per quanto riguarda l’attività in ospedale, la Farmacia è un servizio chiave, a supporto delle Unità Operative come, ad esempio, dell’Oncologia (allestimento e gestione farmaci oncologici), dell’Ortopedia (scongelamento dei tessuti da banca utilizzati come innesti nella chirurgia osteo-articolare) e dell’Oculistica (allestimento di farmaci intravitreali e colliri per le patologie retiniche) e di tutti i reparti che necessitano di farmaci e prodotti sperimentali. Allestisce inoltre i farmaci galenici sterili e non sterili e affianca i clinici nella valutazione e gestione dei dispositivi medici (anche critici/ impiantabili). Supporta i chirurghi con l’innovativo servizio di realizzazione di stampe 3D relative ad articolazioni, a strutture vascolari e ad interi organi al fine di evidenziare le eventuali problematiche chirurgiche. Il calco 3D favorisce anche la scelta dei materiali da impiegare o quale tecnica applicare.

Dal 2014 è poi attiva a Negrar la Radiofarmacia con Ciclotrone, diretta dal dottor Giancarlo Gorgoni, per la

preparazione di radiofarmaci, utilizzati per la diagnostica PET. Nel settembre scorso la Radiofarmacia è diventata Officina Radiofarmaceutica avendo ottenuto dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) la certificazione GMP (Good Manufacturing Practices), necessaria per la produzione di radiofarmaci non solo a consumo della Medicina Nucleare interna, ma per tutto il territorio italiano. Si tratta di un’autorizzazione per la produzione di radiofarmaci sperimentali nell’ambito di protocolli clinici, quindi nel perimetro della ricerca.   Quella di Negrar è l’unica Officina Radiofarmaceutica in Italia gestita da un ospedale. Dal 2016 è attiva una collaborazione con il Dipartimento in Biotecnologie dell’Università di Verona. La Radiofarmacia accoglie gli studenti per visite ai Laboratori, ma soprattutto per lo svolgimento di tesi sperimentali. Con Biotecnologie è in atto anche una collaborazione per un progetto di ricerca sui leganti per radiometalli. I radiofarmaci sono anche un modulo all’interno di un insegnamento del Corso di Laurea magistrale in Biotecnologia Medica e Molecolare tenuto dal direttore della Radiofarmacia. Nel 2020 è iniziata anche la collaborazione con il Corso di Laurea in tecniche di Laboratorio Biomedico di Verona, che prevede un seminario annuale sui radiofarmaci e la presenza in sede di studenti per tesi sperimentali.

 

  • Video a cura dell’Università degli Studi di Verona


Anche la prevenzione maschile deve diventare un'abitudine che... salva la vita

Il dottor Stefano Cavalleri, direttore dell’Urologia, spiega in una video-intervista l’importanza di sottoporsi a visite ed esami periodici che possano diagnosticare precocemente il tumore della prostata. Un carcinoma che ogni anni registra 36mila nuovi casi, il 19% delle diagnosi di tutti i tumori maschili.

Ogni anno si registrano circa 37mila nuove diagnosi di tumore della prostata, il 19% delle diagnosi realitive a tutte le neoplasie diagnosticate nel sesso maschile. Come tutte le patologie tumorali, anche quelle che colpiscono la prostata hanno diverse cause (tra cui gli stili di vita non salutari, il consumo di alcol e sigarette).

I trattamenti hanno migliorato notevolmente la sopravvivenza, che a cinque anni è del 91%. Tuttavia come per tutti i tumori più la diagnosi è precoce, maggiore è la probabilità di una prognosi favorevole. Da qui l’importanza di sottoporsi a visite urologiche periodiche e al dosaggio del PSA, a partire dai 50 anni o anche prima se in famiglia ci sono casi di carcinoma prostatico, come spiega il dottor Stefano Cavalleri, direttore dell’Urologia dell’IRCCS di Negrar nel video qui sotto.

Purtroppo il sesso maschile, al contrario di quello femminile, si avvicina al medico solo nel caso di sintomi, evitando quegli esami e quelle visite di routine che dovrebbero diventare invece un’abitudine… che salva la vita.


Parcheggi dell'Ospedale: dal 1° gennaio 2023 variazione dei costi

Dal 1° gennaio 2023, a causa dei rilevanti incrementi dei costi energetici, le tariffe del parcheggio multipiano San Giovanni Calabria (negli spazi sottostanti all’ingresso dell’Ospedale) subiranno un aumento, pur rimanendo sempre gratuiti i primi 15 minuti di sosta.

Dal 1° gennaio 2023, a causa dei rilevanti incrementi dei costi energetici, le tariffe del parcheggio multipiano San Giovanni Calabria (negli spazi sottostanti all’ingresso dell’Ospedale) subiranno un aumento, pur rimanendo sempre gratuiti i primi 15 minuti di sosta.
Per i disabili il parcheggio è gratuito: il biglietto, prelevato all’ingresso del multipiano, può essere annullato all’uscita, esibendo in portineria l’apposito contrassegno che consente facilitazioni nella circolazione e nella sosta.
Il parcheggio San Giovanni Calabria è raggiungibile, venendo da Verona, alla quarta uscita della grande rotonda di Negrar, con rampa d’ingresso in via Ghedini. Collegato direttamente, tramite scale e ascensori alla reception dell’ospedale, comprende 318 posti auto, gran parte coperti.


Riabilitazione e disabilità: l'importanza di guardare oltre le mura dell'ospedale

Quando un paziente deve fare i conti con un’improvvisa disabilità, la riabilitazione può aiutarlo a guardare con più fiducia alla nuova vita che lo aspetta. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Elena Rossato, direttore del Servizio di Riabilitazione, in occasione della Giornata Internazionale per i diritti delle persone con disabilità, istituita dall’Onu nel 1981 e celebrata ogni anno il 3 dicembre.

La disabilità acquisita in seguito a malattia o incidente non è una mancanza da colmare o un limite da rimuovere per tornare come prima, ma piuttosto una condizione nella quale, attraverso la partecipazione del paziente e dei suoi cari, è possibile esplorare un nuovo modo di inserirsi nella quotidianità.

È un messaggio costruttivo e di speranza quello che arriva dal Servizio di Medicina fisica e riabilitativa del “Sacro Cuore”, in occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, che si celebra il 3 dicembre. Il Servizio, diretto dalla dottoressa Elena Rossato, fa parte dell’Area Riabilitativa che comprende anche il reparto di Riabilitazione Intensiva – Unità gravi cerebrolesioni e Unità Spinale, la Lungodegenza riabilitativa e la Riabilitazione ortopedica. Si tratta di un punto di riferimento a livello nazionale con una particolare attenzione alla riabilitazione dei pazienti affetti da lesione midollare e da esiti di ictus (233 i ricoveri nella riabilitazione intensiva e 578 nel reparto di recupero e rieducazione funzionale e lungodegenza nel 2021).

Il Servizio di Medicina fisica e riabilitativa è l’unità che eroga prestazioni riabilitative all’interno dell’ospedale, assistendo i pazienti ricoverati e seguendone altri a livello ambulatoriale. Tra i pazienti trattati, molti sono coloro che si trovano ad affrontare per la prima volta una condizione di disabilità grave a causa di un incidente che ha lesionato il midollo spinale o per una condizione patologica improvvisa.

Elena Rossato, fisiatra IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar
La dottoressa Elena Rossato

“Il principio cardine quando ci prendiamo cura di una persona paraplegica o emiplegica è capire che, al di là dell’aspetto strettamente fisico e funzionale, questa persona dovrà affrontare cambiamenti oggettivi nella sua vita quotidiana, nelle sue occupazioni e nella sua socialità – spiega Elena Rossato – per questo il nostro compito è sicuramente quello di aiutare il paziente a recuperare alcune abilità attraverso gli esercizi in palestra, le terapie e il supporto psicologico; ma la vera sfida è aiutarlo a ‘vedersi’ nella nuova situazione, fargli sperimentare una quotidianità nella quale per lui è ancora possibile fare tante cose che faceva prima, o anche diverse, a patto di sviluppare strategie adeguate”.

Partendo da questo approccio, già da anni il Servizio di Medicina fisica e riabilitativa propone ai pazienti, accanto a una riabilitazione d’eccellenza, un intenso programma di attività che guardano alla nuova vita che li aspetta fuori dall’ospedale. Ad esempio si è visto che una delle paure che generano più ansia in queste persone è l’impossibilità di tornare a guidare la macchina. Per questo si è deciso di organizzare uscite periodiche nelle quali si dà la possibilità, a chi è in grado, di fare prove di guida su una macchina adattata. Questo ha un effetto positivo perché permette ai pazienti di guardare in modo più sereno al proprio rientro a casa.

Ma sono tante altre le iniziative che vanno in questa direzione. È ormai consolidata una collaborazione con il Comitato Italiano Paralimpico (CIP) per la pratica di alcuni sport individuali e di squadra. Durante l’anno accade quindi che istruttori specializzati vengano in ospedale per far provare a un gruppo di pazienti sport quali la scherma paralimpica e il tiro con l’arco. Inoltre c’è una convenzione con il Comune di Negrar per l’utilizzo della palestra delle vicine scuole medie al fine di praticare sport di squadra come il basket, il rugby in carrozzina e le bocce.

“La pratica di uno sport ha un valore riabilitativo in sé, ma allo stesso tempo permette al paziente di conoscere una realtà che, se lo vorrà, potrà proseguire anche dopo la dimissione con beneficio sul fisico e sulla socialità”, prosegue la dottoressa Rossato. Una duplice valenza che riguarda anche il nuoto, praticato presso un’apposita piscina del Centro Don Calabria di Verona.

Altre attività sono le uscite terapeutiche per far approcciare la persona con l’ambiente esterno all’ospedale, provando esperienze magari già vissute prima della disabilità ma che ora avvengono in un contesto del tutto nuovo. Rientrano in tale ambito le uscite sulla neve, al parco, in malga e simili. Purtroppo durante il Covid questa attività è stata sospesa, ma l’obiettivo è di riprenderla al più presto.

Sempre nell’ottica dell’educazione alla quotidianità ci sono i pranzi in taverna, con i pazienti che talvolta sono coinvolti nella preparazione di un pasto speciale e poi mangiano insieme in un ambiente che si trova nel perimetro della Cittadella della Carità ma fuori dall’ospedale. Anche in questo caso, al di là del pur importante lavoro manuale, l’idea di fondo è aiutare il paziente a sfruttare le proprie abilità residue per fare quello che si faceva prima o anche per intraprendere qualcosa di nuovo. E’ il caso, per esempio, di alcuni pazienti che scoprono di avere una passione per l’arte partecipando al laboratorio di arteterapia che fa parte sempre della proposta riabilitativa del “Sacro Cuore” (vedi articolo sul laboratorio).

“Tutto questo è possibile grazie alla professionalità e alla disponibilità del nostro personale, senza dimenticare il fondamentale supporto dei familiari e delle associazioni che si occupano di queste tipologie di disabilità– conclude Elena Rossato – E’ grazie al lavoro in rete che diventa possibile promuovere un modo diverso di guardare la disabilità, ponendosi con la riabilitazione non solo l’obiettivo di aiutare le persone a recuperare il più possibile le capacità fisiche, ma anche a creare percorsi utili per l’inizio di una nuova vita, dove accanto a limitazioni e difficoltà ci possono essere nuove possibilità di autonomia e, perché no, felicità”.


Prevenzione, diagnosi precoce e farmaci: la sconfitta dell'AIDS è possibile

1 dicembre: Giornata mondiale dell’AIDS. Conoscenza delle modalità di diffusione del virus e diagnosi tempestiva rendono possibile prevenire e curare la malattia. Occorre pertanto continuare a investire nella diffusione della corretta informazione a livello capillare  e promuovere l’accesso al test, primo passo per potersi sottoporre alle cure che oggi come mai prima, sono sicure ed efficaci.

Nell’ultimo decennio abbiamo assistito, a livello globale, ad un progressivo calo delle nuove infezioni da HIV; tuttavia i progressi nella lotta all’AIDS hanno subito un rallentamento a causa dell’emergenza COVID, rallentamento che ha colpito in maggior misura i Paesi poveri, acuendo così il divario tra Nord e Sud del mondo.  Equalize, promuovere uguaglianza, è appunto il tema scelto da Unaids (il programma delle Nazioni Unite per accelerare, intensificare e coordinare l’azione globale contro l’AIDS, ndr) per celebrare il World AIDS Day del 1° dicembre.

Dopo 40 anni dalla scoperta del virus, permane lo stigma nei confronti delle persone con HIV, uno degli ostacoli principali nella lotta contro l’infezione

Nel 2021, sono stati registrati un milione e mezzo di nuovi casi nel mondo: ben un milione in più rispetto agli obiettivi-target indicati per il 2020. Ricordando che mancano solo otto anni all’obiettivo del 2030 di porre fine all’AIDS come minaccia per la salute globale, Unaids segnala che i fattori che alimentano le disuguaglianze sono: la criminalizzazione delle popolazioni chiave, lo stigma che pesa sulle persone con HIV, la compressione dei diritti delle donne. Sembra quasi paradossale che questi temi siano gli stessi di 40 anni fa, quando l’HIV/AIDS è stato scoperto.

In Italia l’incidenza è inferiore alla media europea, ma rimane il ritardo diagnostico

Secondo l’ultimo aggiornamento dei dati di sorveglianza, pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanità, in Italia le infezione da HIV diagnosticate nel 2021 sono state 1.770, pari a tre nuovi casi per 100.000 residenti, incidenza inferiore a quella della media europea, che ha registrato 4,3 nuovi casi per 100.000 abitanti. Dal 2018 si osserva una evidente diminuzione dei casi per tutte le modalità di trasmissione. I rapporti sessuali rimangono la via predominante di infezione e le fasce più colpite sono i giovani adulti di sesso maschile.

Purtroppo anche nel 2021 permane il ritardo diagnostico: il 63% delle nuove diagnosi in Italia riguarda persone con malattia in fase avanzata. Un dato che rispecchia una insufficiente consapevolezza e scarsa sensibilizzazione riguardo all’HIV nella popolazione, dovute, probabilmente, alla pandemia da COVID-19 che ha monopolizzato l’attenzione e gran parte delle risorse.

Grazie ai farmaci oggi l’HIV/AIDS si può curare

Occorre riaccendere i fari sull’infezione da HIV/AIDS, perché oggi, dopo 40 anni dalla sua scoperta, è ancora una pandemia silenziosa e subdola, che tuttavia può essere sconfitta con gli strumenti a disposizione grazie ai progressi della medicina e della scienza.

Progressi che hanno portato, negli ultimi anni, ad un cambiamento radicale della storia naturale dell’infezione, grazie alla disponibilità di farmaci efficaci e di gestione semplificata. Oggi le persone infette che assumono correttamente i farmaci antiretrovirali possono contare su una sostanziale normalizzazione dell’aspettativa di vita; inoltre, è stato definitivamente assodato che l’assunzione regolare di tali farmaci, pur non riuscendo ad eliminare il virus dai reservoir nei quali è annidato, ne arresta la replicazione, determinando la non rilevabilità della carica virale nel sangue ed in altri liquidi biologici.

La condizione di carica virale non rilevabile corrisponde all’arresto della contagiosità attraverso i rapporti sessuali.  Questo concetto, riassunto nel ben noto slogan U=U: undetectable (non rilevabile) = untransmittable (non trasmissibile), ha un impatto rivoluzionario sulla quotidianità della vita di relazione delle persone positive, ma non è ancora sufficientemente conosciuto a livello di popolazione.

Partendo dal concetto che la conoscenza delle modalità di diffusione del virus e una diagnosi tempestiva rendono possibile prevenire e curare la malattia, occorre continuare a investire nella diffusione della corretta informazione a livello capillare e a promuovere l’accesso al test, che è il primo passo per potersi sottoporre alle cure che oggi come mai prima, sono sicure ed efficaci.

Maria Rosa Capobianchi

biologa consulente dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, membro dell’Istituto Superiore della Sanità e professoressa Saint Camillus International University of Health Sciences, Roma


Avviato il registro europeo STAR: il trattamento delle aritmie ventricolari maligne con la radioterapia

Recentemente è stato avviato il primo Registro Europeo del trattamento STAR (Stereotactic Arrhytmia Radioablation) nell’ambito del progetto europeo  STOPSTORM, che mira a mettere a punto gli standard di una terapia finalizzata alla cura delle aritmie ventricolari maligne attraverso l’utilizzo della radioterapia. Al progetto partecipa anche la Cardiologia e la Radioterapia Oncologica Avanzata dell’IRCCS di Negrar

Recentemente è stato avviato il primo Registro Europeo del trattamento STAR (Stereotactic Arrhytmia Radioablation), grazie al quale il consorzio STOPSTORM –  che mira a mettere a punto gli standard di questa terapia non invasiva, finalizzata alla cura delle aritmie ventricolari maligne attraverso l’utilizzo della radioterapia – può ora raccogliere i dati delle 30 strutture partner (situate in 8 Paesi europei) che hanno aderito al progetto. In seguito, il registro sarà esteso a un numero ancora maggiore di centri in tutta l’UE. STOPSTORM mira a raccogliere i dati di oltre 300 pazienti entro il 2025. Questi dati stabiliranno l’indicazione, la sicurezza e l’efficacia di STAR per il trattamento della tachicardia ventricolare.

This project has received funding from the European Union’s Horizon 2020 research and innovation programme under grant agreement No 945119

Al consorzio, coordinato dall’Universitair Medisch Centrum (UMCU) di Utrecht (Olanda), ha aderito anche l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria con la Cardiologia diretta dal dottor Giulio Molon, in collaborazione con la Radioterapia Oncologica Avanzata, diretta dal professor Filippo Alongi. Da marzo 2020 a Negrar sono stati trattati con STAR 7 pazienti.

STAR è una tecnica di radioterapia non invasiva utilizzata per trattare un ritmo cardiaco pericolosamente veloce, la Tachicardia Ventricolare. La radioterapia da sempre trova applicazione nella cura dei tumori, mentre l’utilizzo per il trattamento delle aritmie cardiache è relativamente nuova e, sebbene i primi risultati siano promettenti, c’è ancora molto da capire sugli effetti a lungo termine del trattamento. Per questo il consorzio STOPSTORM creerà un database a livello europeo per comprendere meglio l’efficacia e la sicurezza di questo innovativo trattamento.

Per conoscere di più:

Le radiazioni che curano le tempeste del cuore

Il Sacro Cuore nel progetto europeo per cura radioterapica delle aritmie maligne


L'Opera Don Calabria compie 115 anni nell'anno giubilare del fondatore

Il 26 novembre 1907, esattamente 115 anni fa, nasceva ufficialmente l’Opera Don Calabria. Quel giorno sette ragazzi partirono dalla sacrestia di San Benedetto al Monte, dove don Calabria li aveva raccolti dalla strada, per trasferirsi in una casa di Vicolo Case Rotte, nel quartiere di San Giovanni in Valle a Verona. Un anniversario che si intreccia con un’altra importante ricorrenza, in quanto ci troviamo nell’anno giubilare calabriano che porterà a celebrare i 150 anni dalla nascita del fondatore l’8 ottobre 2023.

Nel disegno di copertina si vede un don Giovanni Calabria sorridente che accoglie una folla di persone davanti ad un arco che è l’ingresso di una casa. La scena, raffigurata dall’artista Alfredo Berardi, rappresenta un momento “storico” accaduto esattamente 115 anni fa. Infatti la sera del 26 novembre 1907 un drappello di sette ragazzi accompagnati da due sacerdoti varcarono quell’arco e depositarono i loro miseri bagagli nell’abitazione che il conte Francesco Perez aveva trovato per loro in Vicolo Case Rotte, a Verona. I ragazzi erano i primi buoni fanciulli che don Calabria aveva raccolto dalla strada e quella era la loro prima casa. Quel giorno nasceva l’Opera del sacerdote veronese.

L’anniversario dell’Opera assume oggi ulteriore importanza perchè si intreccia con un’altra importante ricorrenza: da alcune settimane è iniziato infatti l’anno giubilare calabriano che porterà a celebrare fra pochi mesi, l’8 ottobre 2023, il 150° compleanno del fondatore. L’anno giubilare si intitola “San Giovanni Calabria faro di santità” e le celebrazioni sono state aperte dal Casante don Massimiliano Parrella lo scorso 8 ottobre. L’immagine del faro era molto cara a don Calabria il quale la usava spesso riferendosi alle case dell’Opera, compresa la Casa di Negrar.

 

Ecco le parole del Casante in occasione dell’apertura:

«Carissimi Fratelli e Sorelle della Famiglia Calabriana,
ricorrendo oggi il 149° anniversario della nascita del nostro santo fondatore Giovanni Calabria, con gioia e trepidazione, in questo giorno 8 Ottobre 2022 dichiaro ufficialmente aperto l’Anno Giubilare Calabriano, che si compirà il prossimo anno, nella
Domenica 8 Ottobre 2023.
Celebrare questo anniversario non significa per noi solo fare memoria della vita e delle opere di una persona, per quanto cara e straordinaria, ma riconoscere l’azione dello Spirito Santo, lodare e benedire per i frutti che ci ha donato attraverso l’esperienza spirituale del Padre don Giovanni e accogliere, custodire, e annunciare il carisma dell’Opera
che ne è scaturito.

Questo Anno Giubilare sia per tutti noi una celebrazione e un appello alla santità” sulle orme di san Giovanni Calabria, il  quale ci consegna un programma di vita da realizzare che si può sintetizzare con una immagine tanto a lui cara:

“Vedo l’Opera come una gran luce, un grande faro destinato ad illuminare tutto il mondo se noi non metteremo ostacoli”.

“L’Opera è grande, l’Opera è divina, deve essere un faro di luce per tutte le anime fino all’estremo della terra”; ma ricordiamo, […] che condizione prima, assolutamente necessaria è farsi santi, santi, santi, vivendo lo spirito puro e genuino dell’Opera”.

“L’Opera sarà come un faro che illuminerà il mondo, […] se noi staremo fermi al nostro posto, nel cercare solo e sempre il
santo Regno di Dio e la sua giustizia”.

“Ognuno di noi possa essere un faro di luce che segna ai fratelli la via della virtù cristiana, con la pratica del Vangelo”.

(San Giovanni Calabria)

Faro di santità! Questo titolo non sia solo a memoria della santità di san Giovanni Calabria, ma un richiamo costante al nostro stile di vita e a realizzare con determinazione, tutti insieme, questo programma di vita!».


Apnee del sonno: incontro per conoscere i rischi per la salute

Sabato 26 novembre alle 10.30 presso il Centro Diagnostico Terapeutico di via San Marco 121, gli specialisti del Centro di Medicina del sonno di Negrar e l’Associazione Apnoici Italiani terrà un incontro sull’apnee notturne, fattore di rischio per le patologie neurologiche e cardiovascolari e una delle prime cause di incidenti stradali e sul lavoro

I dati del Centro di Medicina del sonno dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria parlano chiaro: su un campione di 100 pazienti, degli oltre 300 visitati nel 2019, il 66% presentava un grado moderato/grave di sindrome delle apnee ostruttive del sonno. Numeri rilevanti, ma non esaustivi di quanto incida questa situazione clinica sulla popolazione (si stima che in Italia ne soffrano 2 milioni di persone), perché rappresentano solo la punta dell’iceberg, coloro che, consapevoli del problema, si sono rivolti al medico.

Ancora troppi ignorano infatti che quel forte russamento accompagnato dalla sospensione del respiro per alcuni secondi siano fattori di rischio di patologie neurologiche e cardiovascolari e che la sonnolenza diurna dovuta al cattivo riposo sia una delle cause principali degli incidenti stradali e sul lavoro, spesso mortali.

Per sensibilizzare la popolazione sui rischi che comportano le apnee del sonno, l’Associazione Apnoici Italiani (APS) in collaborazione con il Centro di Medicina del sonno dell’IRCCS di Negrar propongono alla cittadinanza un incontro informativo che si terrà sabato 26 novembre alle 10.30 presso il Centro Diagnostico Terapeutico Sacro Cuore di via San Marco 121 a Verona (area del Centro polifunzionale Don Calabria). Si tratta di una delle tappe dell’iniziativa “Aperitivo con l’esperto” che l’APS sta replicando lungo la penisola e che si concluderà con un momento conviviale.

L’incontro vedrà gli interventi del dottor Gianluca Rossato, responsabile del Centro di Medicina del sonno, e di Antonio Corica, tecnico di Neurofisiopatologia, sempre di Negrar, che affronteranno il tema delle apnee dal punto di vista clinico. In particolare il dottor Corica fornirà consigli pratici per la gestione del CPAP (Continuous Positive Airway Pressure), la maschera collegata a un ventilatore meccanico che una volta indossata garantisce durate il sonno un flusso di aria continuo, impedendo così l’interruzione del respiro. “La CPAP è una delle ipotesi terapeutiche – sottolinea il dottor Rossato –. La presa in carico del paziente deve essere multidisciplinare, in quanto le apnee, essendo causate da vari fattori, possono trovare una soluzione anche nel calo ponderale, nel cambiamento degli stili di vita, nella chirurgia otorinolaringoiatrica e maxillo-facciale (se ci sono impedimenti morfologici) e anche nella terapia odontoiatrica”.

Al presidente degli Apnoici Italiani, Luca Roberti, e al vicepresidente, Trifone Mastrogiacomo, spetterà il compito di illustrare l’attività dell’associazione a favore dei pazienti. Sarà trattato il tema dell’idoneità alla guida delle persone affette da apnee, perché dal 2017 la normativa prevede che nel caso di sospetta o accertata sindrome il rinnovo della patente sia subordinato ad ulteriori accertamenti medici.


Il dottor Marcello Ceccaroni, protagonista del Festival del Futuro

Sabato 26 novembre alle 11, il dottor Marcello Ceccaroni, direttore della Ginecologia e Ostetricia, interverrà al Festival del Futuro che apre domani 24 novembre al palazzo della Gran Guardia (Verona). Partecipazione gratuita con iscrizione. L’intervento può essere seguito anche via streaming: ecco come

“La rivoluzione rock della laparoscopia ginecologica” è il tema dell’intervento che il dottor Marcello Ceccaroni terrà al Festival del Futuro sabato 26 novembre alle 11 (Palazzo della Gran Guardia). Il Festival è una tre giorni dedicata ai grandi temi del nostro domani, organizzata da Eccellenze d’Inpresa, Athesis Group e Harvard Business Review Italia
👉 Partecipazione gratuita con iscrizione on line: https://eventi.studioventisette.com/fesival-del-futuro/
Oggi la laparoscopia è la tecnica dominante in chirurgica. Eppure quando i ginecologici la impiegarono per primi tra i chirurghi, vennero considerati dall’establishment medico degli eretici, nello stesso modo in cui la cultura dominante ostacolava negli stessi anni il rock. Ma la rivoluzione in sala operatoria era segnata, grazie anche all’emancipazione della donna, verso la quale la laparoscopia ha un approccio più rispettoso, attento alla sua femminilità e alla sua qualità di vita.
L’intervento del dottor Ceccaroni si può seguire in diretta streaming sui segueti siti e i rispettivi social