Il Maestro Poli racconta il suo San Giovanni Calabria

Porta la firma del Maestro Albano Poli, artista veronese conosciuto in tutto il mondo, la statua che rappresenta San Giovanni Calabria davanti al nuovo ingresso dell’ospedale. Un’opera monumentale dedicata al prete che durante la guerra accolse il “fanciullo” Albano

Albano Poli, fondatore dell’atelier Progetto Arte Poli, è un artista conosciuto in tutto il mondo per le sue opere. Ma è anche un “buon fanciullo”, uno dei ragazzi poveri accolti nella casa fondata da San Giovanni Calabria nel 1907 in una stretta stradina di Verona – vicolo Case Rotte – poi trasferita a San Zeno in Monte, sopra una collina che domina la città scaligera. Quel prete che ha fuso la sua vita con il Vangelo, il Maestro Poli non l’ha mai dimenticato. Nemmeno i riconoscimenti ricevuti in tutto il mondo per le sue opere, in particolare in vetro, sono stati sufficienti per cancellare tutto il bene ricevuto da don Giovanni durante e dopo la seconda Guerra mondiale. A quel prete ha infatti ha dedicato il lavoro di realizzazione della statua che oggi accoglie il visitatore all’ingresso del nuovo ospedale.

Si tratta di una scultura monumentale alta 2,30 metri, realizzata interamente in bronzo con la tecnica a fusione persa e posta in un basamento di marmo giallo reale della Lessinia, per un totale di 3,3 metri di altezza e 20 quintali di peso. “Avere la possibilità di realizzare una scultura dedicata ad un santo che ho avuto la possibilità di incontrare personalmente e che mi ha lasciato il segno nel mio animo grazie al suo operato, è un onore che non credo ricapiterà”, afferma il Maestro Poli, “La realizzazione di questa scultura mi ha dato la possibilità di studiare più da vicino la storia di questo nostro Santo aggiungendo ai miei ricordi parole che prima non conoscevo e che li hanno illuminati di una luce e di un senso nuovo”

Ma ascoltiamo direttamente il Maestro Albano Poli che nel video allegato racconta il “suo” San Giovanni Calabria.


La prima retina artificiale liquida porta la firma anche del "Sacro Cuore"

Sviluppato il primo modello sperimentale di retina artificiale liquida, un progetto tutto italiano di cui fa parte anche l’IRCCS di Negrar. E’ formata da una soluzione acquosa in cui sono sospese nanoparticelle fotoattive che sostituiscono funzionalmente i fotorecettori danneggiati da malattie degenerative e invecchiamento, che in alcuni casi possono portare alla cecità completa

Dalla collaborazione tra i ricercatori del Center for Synaptic Neuroscience and Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, coordinato da Fabio Benfenati, e un team del Center for Nano Science and Technology dell’IIT di Milano, coordinato da Guglielmo Lanzani, con l’Unità operativa di Oculistica dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona), diretta dalla dottoressa Grazia Pertile, nasce l’idea rivoluzionaria di realizzare una protesi artificiale liquida di retina, per contrastare in futuro gli effetti di malattie come la Retinite pigmentosa e la degenerazione maculare legata all’età che portano alla progressiva degenerazione dei fotorecettori della retina, causando cecità.

Il team multidisciplinare vede coinvolti anche partner scientifici come l’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova e il CNR di Bologna. La ricerca, inoltre, ha potuto contare sul supporto della Fondazione 13 Marzo, Fondazione Ra.Mo., Rare Partners srl e Fondazione Cariplo.

Lo studio, pubblicato sulla rivista internazionale Nature Nanotechnology, rappresenta lo stato dell’arte nell’ambito delle protesi retiniche ed è un’evoluzione del modello di retina artificiale planare sviluppato dallo stesso team nel 2017 (Nature Materials 2017, 16: 681-689): un foglietto ricoperto di polimero che una volta impiantato nell’occhio si comporta come un minuscolo pannello fotovoltatico capace di trasformare l’impulso luminoso in impulso elettrico al cervello per la formazione dell’immagine.

Il modello di retina artificiale di “seconda generazione” è biocompatibile, ad alta risoluzione ed è costituita da una componente acquosa in cui sono sospese nanoparticelle polimeriche fotoattive realizzate ad hoc nei laboratori IIT, delle dimensioni di circa 1/100 del diametro di un capello, che prendono il posto dei fotorecettori danneggiati.

La naturale stimolazione luminosa delle nanoparticelle provoca l’attivazione dei neuroni retinici risparmiati dalla degenerazione, mimando così il processo cui sono deputati i fotorecettori della retina nei soggetti sani.

Rispetto ad altri approcci già esistenti, la nuova natura liquida della protesi assicura interventi più brevi e meno traumatici che consistono in microinieizioni delle nanoparticelle direttamente sotto la retina, dove queste restano intrappolate prendendo il posto dei fotorecettori degenerati, oltre a una maggior efficacia.

I risultati sperimentali dimostrano che l’innovativa tecnica rappresenta una valida alternativa ai metodi utilizzati fino ad oggi per ripristinare la capacità fotorecettiva dei neuroni retinici preservandone la risoluzione spaziale, gettando basi solide per futuri studi clinici sull’uomo. Inoltre, lo sviluppo di questi nano-materiali fotosensibili apre la strada a nuove applicazioni nel campo delle neuroscienze e della medicina.

“La procedura chirurgica per l’iniezione sottoretinica delle nanoparticelle fotoattive è minimamente invasiva e potenzialmente replicabile nel tempo, a differenza delle protesi retiniche planari – afferma Grazia Pertile, Direttrice dell’Unità Operativa di Oculistica dell’ IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar – Il tutto mantenendo i vantaggi della protesi polimerica, che è naturalmente sensibile alla luce che entra nell’occhio e non necessita di occhiali, telecamera o sorgenti di energia esterne.”

“I nostri risultati sperimentali evidenziano la potenziale rilevanza dei nanomateriali nello sviluppo di protesi retiniche di seconda generazione volte a curare la cecità degenerativa retinica, rappresentando un fondamentale passo avanti. – dichiara Fabio Benfenati, Direttore del Center for Synaptic Neuroscience and Technology dell’IIT di Genova – La creazione di una retina artificiale liquida ha grandi potenzialità per assicurare un campo visivo ampio e una visione ad alta risoluzione. Racchiudere i polimeri fotoattivi in piccole particelle di dimensioni inferiori ai fotorecettori, aumenta la superficie attiva di interazione con i neuroni retinici, permette di coprire agevolmente l’intera supeficie della retina e di scalare la fotoattivazione a livello di singolo neurone”.

“In questo lavoro abbiamo applicato le nanotecnologie alla medicina. – aggiunge Guglielmo Lanzani, Direttore del Center for Nano Science and Technology dell’IIT di Milano – In particolare abbiamo fabbricato in laboratorio nanoparticelle polimeriche simili a gomitoli che si comportano come minuscole celle fotovoltaiche, a base di carbonio e idrogeno, componenti fondamentali della biochimica della vita. Una volta iniettati nella retina le nanoparticelle formano piccoli aggregati di dimensioni confrontabili a quelle delle cellule, e si comportano di fatto come fotorecettori artificiali.”

Su: https://www.facebook.com/ospedalesacrocuoredoncalabria/ l’intervista della dottoressa Grazia Pertile al Tg3 Veneto

 


Nuovo e unico ingresso: dove parcheggiare

Con la nuova struttura d’ingresso dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria sono stati allestiti 308 posti auto/moto distribuiti su tre piani interrati. Basta poi salire al piano terra per accedere alla grande hall d’ingresso da cui partono tutti i percorsi

La nuova struttura d’ingresso comprende tre piani interrati adibiti a parcheggio per un totale di 308 posti, di cui 25 per moto e motocicli e 48 per disabili.

  • Come arrivo ai nuovi parcheggi
    La rampa è in via Ghedini a fianco dell’ingresso di Casa Perez
  • Quanto costa parcheggiare?
    Fino a mercoledì 1 luglio il parcheggio è gratuito. Dal 2 luglio i primi 15 minuti sono gratuito. La tariffa è 1 euro fino ad 1 ora,  e  30 centesimi ogni 15′ successivi
  • Per i disabili è gratuito?
    Per i disabili muniti di tesserino il parcheggio è gratuito. Lo è anche per i donatori di sangue. Il biglietto viene annullato in portineria
  • Come arrivo nelle nuova struttura?
    Tramite gli ascensori piano 0 o attraverso le scale. Dalla grande hall partono i percorsi per il Sacro Cuore (rosso), Don Calabria (arancione) e Poliambulatori (giallo oppure -2 dalla hall)
  • Devo andare a Casa Perez-Casa Nogarè- Casa Clero
    Dalla hall scendere a – 1 uscita giardino
  • Devo recarmi al Sacro Cuore con una persona disabile cosa devo fare?
    Per:
    Titolari del contrassegno disabili che devono sottoporsi ad esami/visite/ricoveri
    Entrate brevi per far salire in automobile persone con difficoltà motoria
    Donne in stato di gravidanza
    Urgenze notturne
    è riservato l’ingresso al Sacro Cuore da via Salgari, rampa del parcheggio multipiano ma senza entrare nel parcheggio. L’ingresso è dotato di campanello e sarà verificato il diritto all’accesso prima dell’apertura della sbarra


Il ruolo della fisioterapia nella cura dei pazienti Covid19

Anche i fisiatri e i fisioterapisti hanno avuto un ruolo importante nella cura dei pazienti Covid sia di quelli ricoverati in terapia intensiva sia di coloro che sono stati seguiti nell’area non critica. L’esperienza del team guidato dalla dottoressa Silvia Bonadiman

Non solo infettivologi, pneumologi, internisti o rianimatori. Anche i fisiatri e i fisioterapisti hanno avuto un ruolo importante nella cura dei pazienti affetti da Covid 19. Soprattutto nel prevenire i danni alla mobilità dovuti al lungo allettamento o alla capacità polmonare, messa alla dura prova sia dal virus che dalla respirazione assistita. L’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria dai primi di marzo ha ricoverato circa 200 pazienti, una trentina dei quali sono stati valutati e trattati dal punto di vista fisiatrico. A coordinare il team la dottoressa Silvia Bonadiman, fisiatra del Servizio di Medicina Fisica e Riabilitazione, diretto dal dottor Renato Avesani. Con lei i fisioterapisti Vito Rigo, Luca Vallisari, Silvia Corlevich e Alessandra Frapporti.

“Siamo stati coinvolti a fine marzo per i pazienti ricoverati sia in Terapia Intensiva sia nell’area non critica”, spiega la dottoressa Bonadiman. “A differenza di quanto si pensava all’inizio della pandemia, il virus SARS CoV2 non si localizza solo a livello polmonare, ma interagisce anche con altri organi – prosegue il medico -. I pazienti sviluppano inoltre delle miopatie e nervopatie, una sofferenza del tessuto muscolare e nervoso tale che sembra di essere di fronte a una paralisi. Una situazione aggravata anche dalla lunga immobilità. Soprattutto i pazienti passati dalla Terapia Intensiva hanno avuto ricoveri di oltre un mese”.

Per i pazienti intubati non responsivi, i fisioterapisti si sono limitati a un trattamento passivo al fine di mantenere libere le articolazioni e prevenire i danni da allettamento. Ridotta progressivamente la sedazione, il loro apporto è stato importante per il cosiddetto svezzamento, cioè il passaggio dalla respirazione assistita alla respirazione autonoma. “Una volta avvenuto il trasferimento nell’area non critica, proseguivamo con gli esercizi respiratori, soprattutto per preparare i pazienti con tracheotomia alla rimozione della cannula”, spiega ancora Bonadiman. Dopo le dimissioni, i pazienti più anziani, già istituzionalizzati, hanno proseguito la fisioterapia nelle strutture, quelli che sono tornati a casa continuano il trattamento da esterni presso il Servizio di Medicina Fisica e Riabilitazione.

“Il Covid ha portato con sé un grande carico emotivo – prosegue la fisiatra -. Sia per i pazienti che per tanto tempo sono stati in ospedale completamente isolati anche dagli affetti più cari. Sia per noi operatori: raramente ho visto malati rimanere così a lungo in una condizione precaria, tra la vita e la morte, e, una volta superata la fase critica, necessitare ancora di alcune settimane prima di riacquistare un minimo di autonomia. Abbiamo purtroppo avuto delle perdite, ma tanti pazienti, anche gravi, sono ritornati alle loro famiglie. Certo con qualche conseguenza, ma nulla a confronto con quello che hanno passato. E per noi che abbiamo vissuto il Covid “dall’altra parte” è un motivo di soddisfazione”.

Nella foto da sinistra: 
Alessandra Frapporti, Silvia Bonadiman, Vito Rigo, Silvia Corlevich e Luca Vallisari


Nuovo e unico ingresso: ecco cosa ospita

Da lunedì 22 giugno Ospedale Sacro Cuore Don Calabria ha un unico ingresso raggiungibile da viale Rizzardi. Non si tratta solo di un nuovo edificio, ma anche di una nuova organizzazione per facilitare l’accesso al paziente. Ecco quali sono gli uffici che si sono trasferiti nella hall

Con l’inaugurazione del nuovo ingresso in occasione della Festa del Sacro Cuore, l’Ospedale di Negrar ha dato vita a una nuova organizzazione per quanto riguarda l’accesso ai servizi rivolti al pubblico, con l’obiettivo di facilitare il percorso al paziente.

La grande hall – a cui si accede da viale Rizzardi o dai parcheggi interni con la rampa in via Ghedini – ospita molti degli uffici che erano dislocati in vari punti dell’ospedale.

Al piano terra si trovano:

  • le accettazioni/prenotazioni dell’attività dei Poliambulatori
  • dal 24 giugno l’accettazione di Oculistica, Cardiologia, Neurologia, Ginecologia e Centro di fertilità di coppia (prima collocata all’ingresso F)
  • l’ufficio Cassa
  • l’ufficio Relazioni con il pubblico/Segreteria Centrale
  • Cartelle Cliniche
  • Ritiro Referti

(foto Udali)


Inaugurata la nuova struttura d'ingresso dell'IRCCS Sacro Cuore

Sarà aperta al pubblico il 22 giugno la nuova struttura d’ingresso dell’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, inaugurata questa mattina in occasione della Festa patronale del Sacro Cuore. Una celebrazione ristretta a causa dell’emergenza Covid, seguita dalla Santa Messa presieduta dal vescovo di Verona, mons. Giuseppe Zenti nella hall della stessa palazzina. (vedi foto interviste video in fondo a questo articolo)

La nuova struttura da lunedì prossimo diviene l’unica “porta di entrata” dell’ospedale, che avverrà così a metà di viale Rizzardi. Saranno quindi chiusi gli altri varchi (Sacro Cuore e Casa Perez) ad eccezione di casi eccezionali. In questo modo viene reso così più agevole l’accesso per il paziente ai vari servizi e, tramite percorsi definiti e coperti, a tutti i reparti del “Sacro Cuore”, del “Don Calabria” e ai Poliambulatori di casa Nogarè, tre edifici distinti e raggiungibili oggi solo esternamente valicando il vecchio ingresso, dalla sommità di viale Rizzardi.

La prima pietra del nuovo edificio è stata posata dal presidente della Regione Luca Zaia il 4 ottobre del 2017, pertanto la realizzazione è avvenuta in poco più di due anni, nonostante la pandemia Covid19, con un investimento di 25milioni di euro totalmente autofinanziato.

Nella nuova ala sono stati riuniti tutti gli sportelli di accettazione e prenotazione di visite ed esami precedentemente dislocati in varie parti dell’ospedale, e, al primo piano, i 14 ambulatori per i pre-ricoveri di tutte le 11 chirurgie. Recentemente è stato trasferito anche il Centro prelievi e trasfusionale. Tre piani interrati sono stati adibiti a parcheggi, per un totale di 308 posti, collegati con gli ascensori ai successivi piani della palazzina. La sosta è di 1 euro all’ora poi 30 centesiami ogni 15 minuti. Il primo quarto d’ora è gratuito.

Un tunnel al piano terra collega la nuova struttura al “Sacro Cuore” e al “Don Calabria”, mentre un altro sotterraneo porta il paziente a Casa Nogarè, dove sono i Poliambulatori.

Sempre con l’obiettivo di agevolare il percorso ospedaliero del paziente, sono stati introdotti anche dei supporti informatici che consentiranno al paziente stesso di gestire in piena autonomia, per esempio, l’accettazione e il pagamento del ticket, riducendo i tempi di attesa.

Il nuovo edificio è il primo step di un progetto di riqualificazione complessiva dell’Ospedale di Negrar che ha come obiettivo l’adeguamento della struttura all’esponenziale sviluppo medico-scientifico e tecnologico che il nosocomio ha avuto negli ultimi decenni, anche dal punto di vista dell’immagine. I lavori di riqualificazione continueranno negli anni con l’ampliamento del Pronto Soccorso; un nuovo reparto di Oncologia e un Centro di Ricerca per le Malattie Infettive e Tropicali.

“Davanti a noi abbiamo una struttura bella e moderna che cambierà profondamente l’organizzazione e i percorsi all’interno dell’ospedale – ha detto il presidente dell’Ospedale di Negrar, fratel Gedovar Nazzari – E la bellezza, in questo caso, non è solo una questione esteriore. Io penso che in un’opera come la nostra, che è nata dal Carisma di San Giovanni Calabria, la bellezza degli ambienti abbia un valore carismatico. La bellezza è il segno dell’attenzione, della cura e, perché no, dell’amore che la nostra mission ci chiede di dedicare ad ogni malato, perché ogni malato con le sue sofferenze è una perla preziosa agli occhi di Dio”.

La centralità della persona è essenziale, per questo occorre garantire innovazione, aggiornamento, strumentazioni all’avanguardia, semplicità di accesso”, ha sottolineato l’amministratore delegato, Mario Piccinini. “Continuiamo il nostro lavoro con una struttura ‘green’, più digitale, con spazi grandi più a misura delle esigenze dei pazienti. La nostra formula ‘no profit’ di totale investimento degli utili direttamente nell’ospedale, vuole essere la garanzia di come si può continuamente crescere puntando solo al benessere dei pazienti”. E ha aggiunto: “Abbiamo pensato questa struttura quattro anni fa prima della pandemia, ma risponde alla logica che il paziente deve entrare in ospedale solo quando serve. Il tema della medicina dei prossimi anni sarà l’antibiotico resistenza, quindi questa nuova struttura oltre a facilitare l’accesso del paziente in ospedale ha anche l’obiettivo di proteggerlo da virus e batteri”.

La cerimonia del taglio del nastro ha visto anche la scopertura della statua di San Giovanni Calabria, collocata all’ingresso della nuova struttura, da parte del superiore generale dei Poveri Servi della Divina Provvidenza, don Miguel Tofful. L’opera del Maestro Albano Poli è alta 2,30 metri ed è stata realizzata interamente in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa. Poli fu uno dei “buoni fanciulli” aiutati da San Giovanni Calabria durante e dopo la seconda guerra mondiale. “Avere la possibilità di realizzare una scultura dedicata ad un santo che si è avuto la possibilità di incontrare personalmente e che ha sicuramente lasciato un segno nel mio animo grazie al suo operato, è un onore che non credo ricapiterà”, ha detto commosso

Ma la statua che ritrae il Fondatore dell’Ospedale di Negrar non è l’unica opera d’arte ospitata nella nuova struttura. E’ stata collocata anche “La Quercia della Speranza” del Maestro Marco Bonamini, ispirata all’idea che san Giovanni Calabria aveva dell’Opera da lui fondata: una realtà terrena che prende però nutrimento dal Cielo non dalla terra. Come l’albero rovesciato creato da Bonamini: un’opera che con i suoi 8 metri (per 12 quintali di peso) copre un’altezza che va dal secondo al quarto piano. La scultura in ferro battuto è stata collocata all’interno del vano luminoso nella parte centrale dell’edificio attorno al quale sono disposte le sale riunioni. La chioma è composta da 3.500 foglie battute a mano.

Nelle immagini (foto Ennevi/Udali) la cronaca della giornata:

  1. Il piano terra della struttura con 19 sportelli per le prenotazioni/accettazioni
  2. La grande hall d’ingresso con al centro il front office per le informazioni
  3. I parcheggi: 3 piani per 308 posti
  4. Il primo piano dedicato agli ambulatori per i prericoveri e prelievi
  5. Il totem con il quale i pazienti si registrano autonomamente all’arrivo per il prericovero
  6. Il tunnel che collega il nuovo ingresso con il “Sacro Cuore” e il “Don Calabria”
  7. Gli interventi della direzione durante la cerimonia
  8. La benedizione di don Miguel Tofful della statua che rappresenta San Giovanni Calabria
  9. Il taglio del nastro: da sinistra: il dottor Fabrizio Nicolis (direttore sanitario), fratel Gedovar Nazzari (presidente), il dottor Mario Piccinini (amministratore delegato), don Migue Tofful (superiore generale dell’Opera Don Calabria) e il dottor Claudio Cracco (direttore amministrativo)
  10. Il maestro Albano Poli, autore della statua di San Giovanni Calabria
  11. La Messa presieduta dal vescovo di Verona Giuseppe Zenti
  12. Un momento della celebrazione eucaristica
  13. Marco Bonamini,  autore de “La quercia della speranza”, l’albero rovesciato simbolo dell’Opera Don Calabria


Prenotazione on line anche per gli esami radiologici

Anche per gli esami radiologici che vengono effettuati al Centro Diagnostico di via San Marco è attiva la prenotazione on line attraverso il il sito www.sacrocuore.it.

La prenotazione degli esami radiologici in libera professione ( a pagamento) diventa più semplice. E’ attivo, infatti, il “canale” on line, che si affianca a quello telefonico (045.6014844). Se si vuole prenotare una radiografia convenzionale, piuttosto che una Risonanza Magnetica o una mammografia erogate al Centro Diagnostico Terapeutico di via San Marco 121 (Verona),  basta andare sul sito www.sacrocuore.it e cliccare il bottone “Prenota visita/esami”.

Dopo aver scelto la specialità “Radiologia”, si procede cliccando il tipo di esame (per esempio ecografia), il distretto da indagare (es: ecografia addome completo), il giorno e l’ora. Compare anche l’indicazione del costo.

La prenotazione on line degli esami radiologici, è solo una delle novità introdotte per facilitare l’accesso del paziente alle prestazioni. Ricordiamo la prenotazione on line delle visite in libera professione (con la stessa modalità degli esami radiologici) e dei prelievi e degli esami di laboratorio (www.sacrocuore.it bottone “Prelievo senza coda”)


Gli ospedali di don Calabria in rete contro il CoVid

Mentre il “Sacro Cuore” è ormai da qualche giorno senza più pazienti CoVid, la situazione è più critica in altre strutture sanitarie dei Poveri Servi della Divina Provvidenza e in particolare nell’ospedale di Marituba, alle porte dell’Amazzonia. Ecco come come gli ospedali dell’Opera affrontano l’emergenza facendo sistema tra loro

OSPEDALI CALABRIANI IN RETE

Da alcuni giorni il “Sacro Cuore” è “Covid free”, in quanto anche l’ultimo paziente positivo al virus è stato dimesso. Una bellissima notizia dopo tre mesi trascorsi in prima linea con tanti ammalati che si sono alternati nei 100 posti messi a disposizione dall’ospedale per il CoVid tra degenze in reparto, terapia sub-intensiva e intensiva. In ogni caso l’ospedale resta pronto per accogliere eventuali nuovi positivi essendo un riferimento per le malattie infettive e tropicali.
Purtroppo però la situazione non è così tranquillizzante nelle altre strutture sanitarie dell’Opera Don Calabria nel mondo: oltre all’IRCCS di Negrar ci sono anche l’Hospital Divina Providencia di Marituba (nord del Brasile), il “Divina Providencia” di Luanda (Angola) e centro medico “Bro. Perez” di Manila (Filippine) che in questi mesi di emergenza CoVid sono impegnate nella lotta contro il virus. Ed ora è soprattutto l’ospedale brasiliano a soffrire per la pandemia.
Fin dal mese di marzo, quando l’emergenza riguardava soprattutto l’Italia, le quattro strutture che fanno parte del “Sistema Calabriano di Sanità” sono state in contatto fra loro con riunioni periodiche per condividere le procedure e le informazioni utili per dare un’assistenza capace di stare al passo con i grandi bisogni del momento. In particolare il Sacro Cuore sta facendo da capofila fin dallo scorso 25 marzo, data del primo incontro online con la direzione dell’ospedale di Luanda.
Ecco una panoramica della situazione negli ospedali del Sistema Calabriano di Sanità…

MARITUBA

Lo stato del Parà, facendo parte della regione amazzonica, è uno dei più colpiti dalla pandemia che in quelle zone non ha ancora raggiunto il picco. Tra le vittime della malattie, purtroppo, c’è anche il direttore sanitario dell’ospedale calabriano, dottor Avelar Feitosa, deceduto lo scorso 27 aprile.
L’HDP di Marituba è uno degli ospedali che il governo dello Stato ha destinato alla presa in carico di pazienti con Covid-19. Dalla fine di marzo i programmi di assistenza dell’ospedale sono stati modificati e si è cominciato a sviluppare i protocolli specifici per il nuovo coronavirus. L’HDP è stato diviso in due settori. Uno riservato ai pazienti non sospetti per Covid-19, l’altro per i pazienti sospetti. La separazione avviene fin dal triage e dal pronto soccorso. Nella parte riservata ai pazienti Covid è stato allestito un reparto di degenza con 23 letti, inoltre è stato potenziato il servizio di terapia intensiva con capacità fino a 16 letti.
Uno dei maggiori problemi da affrontare è stata finora la carenza dei dispositivi di protezione individuale e dei respiratori. In parte tale problema è stato risolto grazie a progetti ad hoc promossi dall’Opera Don Calabria insieme all’Unione Medico Missionaria Italiana e dall’Associazione “Amici di monsignor Pirovano”.

LUANDA

In Angola resta molto limitato a poche decine il numero di casi di CoVid. Tuttavia nel Paese sono in vigore norme molto restrittive fin dal mese di marzo per prevenire il contagio. L’Hospital Divina Providência di Luanda ha dovuto adattarsi ed entrare anch’esso in modalità emergenza: ha sospeso le visite specialistiche e le visite mediche di routine. Le cinque unità periferiche hanno mantenuto in funzione solo il servizio per le urgenze e i vaccini. Nell’unità centrale, invece, continuano ad essere seguite le urgenze, è attivo il laboratorio, la farmacia, i centri per l’HIV e la TB e i due reparti adulti e bambini per garantire l’assistenza sanitaria nei limiti del possibile, rispettando anche tutte le disposizioni in materia di biosicurezza. La difficoltà maggiore rimane la reperibilità dei DPI (dispositivi di protezione individuale) e la forte speculazione sui prezzi di materiali ed equipaggiamenti sanitari, dovuta anche alla crisi economica che affligge il paese ormai da qualche anno. L’ospedale cerca di sostenere anche il suo stesso personale sanitario, attraverso corsi di formazione specifici per spiegare a tutti i collaboratori come prevenire i contagi e mostrare le migliori pratiche da adottare sull’utilizzo dei DPI e infine si è attivato per l’autoproduzione di mascherine. Anche in questo caso l’Amministrazione Generale dei Poveri Servi e l’Unione Medico Missionaria Italiana hanno dato un supporto in termini di progetti per far fronte alle necessità più immediate.

FILIPPINE

Dopo il lockdown imposto nel Paese dal 15 marzo il Centro Medico “Bro. Francisco Perez”, essendo una piccola struttura poliambulatoriale, ha chiuso i battenti per alcune settimane non essendo attrezzata per affrontare l’eventuale diffondersi del contagio. Dopo un percorso di preparazione del personale e di dotazione dei dispositivi di protezione, anche con l’aiuto del settore progetti della Congregazione, il Centro Medico ha potuto riaprire lo scorso 18 maggio predisponendo tutte le misure di sicurezza per la salute dei propri operatori e dei pazienti stessi: viene garantito il distanziamento sociale e vengono utilizzati guanti, mascherine, occhiali di protezione. Rimangono i servizi ambulatoriali ed è stato riorganizzato l’accesso degli utenti predisponendo un’area triage fuori dalla clinica, in cui viene fatta anche un’intervista mirata basata su modello standard del Ministero della Salute filippino per garantire l’esclusione dei paziente sospetti, i quali vengono a loro volta reindirizzati alle strutture dedicate alla cura del Covid-19. Al momento la clinica presta servizio “Free Covid”, proprio per garantire l’assistenza dei tanti altri problemi di salute che continuano ad affliggere la popolazione locale e che ora più che mai non vanno dimenticati.

matteo.cavejari@sacrocuore.it


Per la logopedia ai tempi del Coronavirus ci vuole il... plexiglass

La terapia logopedica richiede che la bocca sia del paziente che del terapeuta sia ben visibile, cosa difficile se è necessario indossare la mascherina. La soluzione arriva da un divisorio in plexiglass adottato dal Servizio di riabilitazione cognitiva e logopedia

Sembra il classico uovo di Colombo, ma è forse l’unico modo per proseguire la terapia logopedica ai tempi del Coronavirus. La soluzione l’hanno trovata le logopediste del Servizio di Medicina Fisica e Riabilitativa, diretto dal dottor Renato Avesani. Si tratta di un divisorio in plexiglass tra l’operatore e il paziente, che consente di lavorare in piena sicurezza senza indossare la mascherina e gli altri dispositivi di protezione individuale.

Quando sono riprese progressivamente le attività ospedaliere, ci siamo chiesti come potevamo proseguire una terapia per la quale è fondamentale che la bocca sia visibile”, spiega la dottoressa Maria Grazia Gambini, psicologa e coordinatrice del servizio di Riabilitazione cognitiva e logopedia. “Infatti il terapeuta deve mostrare al paziente i movimenti per emettere un determinato suono o verificare le capacità del paziente di effettuare questi movimenti non solo della bocca, ma anche della lingua e della guance. Abbiamo così pensato di mutuare per la nostra attività, un divisore in plexiglass, un ausilio che troviamo in molti uffici e anche nei negozi, il quale, tra l’altro, ci consente di ovviare il problema dovuto al fatto che molti dei nostri pazienti non riescono a tenere la mascherina”, sottolinea la dottoressa Gambini.

Una soluzione molto semplice, che si sta verificando anche un utile strumento di lavoro. “Possiamo così lavorare non solo su una superficie orizzontale, ma anche verticale sulla quale scrivere e mostrare delle immagini. Questo consente per esempio di ampliare le possibilità per i pazienti con problemi di disturbi del campo visivo o affetti da negligenza visuo-spaziale”, precisa la psicologa.

Del Servizio di Riabilitazione cognitiva e logopedia fanno parte 4 logopediste e una fisioterapista esperta in questo ambito ed è coordinato, appunto, da una psicologa per la presa in carico completa del paziente sia degente che esterno.

“Il campo della riabilitazione cognitiva, del linguaggio e della comunicazione si occupa di una vasta gamma di disturbi in base alla tipologia del paziente. I problemi infatti sono diversi a seconda se ci troviamo di fronte a degli esiti da ictus, da grave emorragia cerebrale o da trauma cranico”, precisa la dottoressa Gambini.

Il paziente colpito da ictus presenta dei problemi molto caratterizzati: se l’emisfero del cervello danneggiato dall’ischemia è quello sinistro, i disturbi maggiori sono a livello del linguaggio. Se è quella destro, invece, ad essere compromessa è soprattutto l’organizzazione spaziale, fino, nei casi più gravi, al non riconoscimento da parte del paziente di tutto ciò che è collocato a sinistra anche il lato del proprio corpo.

Più complessa è la situazione nel caso di un paziente colpito da trauma cranico o da emorragia, quando ad essere interessate dal danno sono vaste aree cerebrali – sottolinea la psicologa -. I disturbi sono diversi da persona a persona e possono riguardare numerose funzioni: la memoria, l’attenzione, il pensiero, la personalità. .

Fondamentale è il ruolo delle logopediste anche nel caso di riabilitazione della voce e della deglutizione. Vengono infatti trattati casi di disfonia (difficoltà di emissione dei suoni), disartria (difficoltà nell’articolazione delle sillabe) e disfagia.

“Con l’emergenza Covid-19 anche tutta l’attività riabilitativa in generale ha subito un deciso rallentamento – conclude la dottoressa Gambini -. Da alcune settimane abbiamo progressivamente ripreso con tutte le misure necessarie di protezione personale sia per gli operatori sia per i pazienti. Questo ci consente di proseguire con serenità un servizio per il quale il contatto operatore- paziente è fondamentale oltre che necessario”.

elena.zuppini@sacrocuore.it


Il "Sacro Cuore a Verona" ha ripreso visite ed esami a pieno ritmo

Come l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar ha ripreso a pieno ritmo le attività dopo l’emergenza Covid, così anche il suo Centro a Verona (in via San Marco 121). Naturalmente l’accesso richiede il rispetto di tutte le misure anticontagio

Dopo l’interruzione dovuta all’emergenza Covid, il “Sacro Cuore a Verona” ha ripreso a pieno ritmo tutte le attività. Il complesso dell’ospedale di Negrar che si trova nel capoluogo scaligero (via San Marco 121) comprende il Centro Diagnostico Terapeutico, la Medicina dello Sport, la Riabilitazione Ortopedica e Traumatologia dello Sport, il Centro Odontostomatologico e ASD Polisportiva Don Calabria. Tutti gli accessi avvengono nel rispetto delle misure di anticontagio: misurazione della temperatura corporea, distanziamento sociale, uso della mascherina, detersione delle mani e sanificazione frequente dell’ambiente. Per i piccoli interventi, esami particolari o prestazioni dentistiche vengono assunte ulteriore misuri. Si raccomanda sempre di non recarsi presso i Centri con una temperatura superiore ai 37,5 e con sintomi riconducibili al Covid.

Centro Diagnostico Terapeutico
Al Centro medico offrono prestazioni libero-professionali gran parte dei medici (tra cui molti primari) dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Inoltre vengono effettuati esami radiologici, ckech up e interventi di day surgery.

Prenotazioni:

  • on line: www.sacrocuore.it bottone “Prenota visite/esami”
  • Tel. 045.6014844 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17
  • Direttamente al Centro: dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19;  il sabato dalle 8 alle 12

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Medicina dello Sport
Il Centro offre un servizio integrale non solo all’atleta professionista ma anche alle società, alle associazioni sportive e ai singoli che operano nei settori amatoriale e dilettantistico.
Prenotazioni:

  • Tel. 045. 6013600 dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 14
  • Presso la segreteria con lo stesso orario

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Riabilitazione Ortopedica e Traumatologia dello sport

Sono riprese le prestazioni di fisioterapia e le visite private in attività istituzionale a pagamento e in libera professione e anche le onde d’urt:o dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 19
Prenotazioni:

  • Tel. 045.6013980 dal lunedì al venerdì  dalle 7.30 alle 18.30
  • Presso il Centro nello stesso orario

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Centro Odontostomatologico
In via San Marco si trova una delle due sedi del Centro Odontostomatologico dell’Ospedale di Negrar, dove, precisamente viene svolta l’attività libero professionale
Prenotazioni:

  • Tel. 045.601.46.50 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17

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ASD Polisportiva

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