In un video le nuove regole per un accesso sicuro al "Sacro Cuore"
Insieme al dottor Davide Brunelli mostriamo le procedure che garantiscono a pazienti ed operatori un accesso in sicurezza ad ogni aspetto dell’attività ospedaliera. Perchè in questa “fase 2” dell’emergenza coronavirus tutto sta tornando ad una nuova normalità
In un video itinerante all’interno della Cittadella della Carità mostriamo le procedure che garantiscono a pazienti ed operatori un accesso in sicurezza durante la fase 2 dell’emergenza coronavirus. Ad accompagnarci è il dottor Davide Brunelli, vicedirettore sanitario del Sacro Cuore, che spiega il nuovo protocollo studiato appositamente per favorire percorsi assistenziali “puliti dal coronavirus” in ogni aspetto dell’attività ospedaliera: dalle visite alle sale d’attesa, dai ricoveri programmati agli interventi chirurgici, dalla prenotazione degli esami agli ingressi tramite pronto soccorso. Un protocollo che permette di tornare ad una “nuova normalità”, accogliendo i pazienti e prendendosi cura delle loro patologie con nuove regole ma anche con la consueta umanità e competenza.
Per il dettaglio delle procedure adottate vedi anche questo link: ospedale in sicurezza e la brochure allegata (vedi brochure)
Covid-19, Negrar a capo di grande studio sull'idrossiclorochina per la prevenzione
L’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria è capofila italiano di un grande studio internazionale promosso da Oxford sull’efficacia della clorochina/idrossiclorochina nel prevenire l’infezione da nuovo Coronavirus. Coinvolgerà 40mila operatori sanitari di Asia, Africa ed Europa.
L’idrossiclorochina può prevenire il Coronavirus? A stabilirlo sarà uno studio internazionale su 40mila operatori sanitari di tre continenti, che vede capofila per l’Italia l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona). Almeno ottocento i medici ed infermieri che saranno arruolati nel nostro Paese, dando vita al più grande studio italiano sul personale sanitario, la categoria maggiormente esposta al contagio da Sars-Cov2. Dai risultati, previsti entro l’anno, ci si attende un contributo fondamentale nella risposta alla pandemia, soprattutto in assenza di un vaccino.
Lo studio COP-COV (clorochina profilassi-coronavirus) è promosso dall’Università di Oxoford e coordinato dalla sua Unità di Ricerca in Malattie tropicali dell’Università di Mihidol di Bangkok (MORU). Con 40mila partecipanti distribuiti tra circa 100 ospedali in Asia, Africa ed Europa, vede in Italia accanto al centro coordinatore “Sacro Cuore Don Calabria”, l’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi di Firenze.
“La clorochina è un farmaco ben conosciuto, essendo un vecchio antimalarico risalente agli anni ’30. Per quanto riguarda l’Europa, la sperimentazione impiegherà il suo derivato, l’idrossiclorochina, utilizzato, anche per le sue proprietà antinfiammatorie, contro le malattie autoimmuni, come l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso”, spiega la dottoressa Dora Buonfrate, coordinatrice della ricerca e infettivologa del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali di Negrar. “In Italia l’idrossiclorochina è già stata usata fuori indicazione in alcuni casi di COVID-19 sulla base di una attività antivirale dimostrata in vitro. Ma gli studi clinici sono ancora pochi e i risultati su pazienti, al momento, scarsi – prosegue Buonfrate – Da qui l’importanza di questa sperimentazione che grazie ai suoi grandi numeri potrà darci una risposta sull’efficacia di questo farmaco in chiave preventiva. Tanto più che i risultati dovrebbero arrivare entro l’anno quando con tutta probabilità non avremo ancora il vaccino”, conclude Buonfrate.
L’idrossiclorochina è un farmaco bene tollerato ed essendo lo scopo dello studio quello di determinarne l’efficacia preventiva e non terapeutica sarà impiegato nella sperimentazione a dosi relativamente basse. Il personale medico-infermieristico che accetta di partecipare riceverà idrossiclorochina o un placebo (compressa identica ma senza sostanza attiva) in base a una scelta generata da un computer (randomizzazione), in modo che né i ricercatori né i soggetti partecipanti sappiano in quale braccio di studio si trovi l’operatore. La modalità, detta a doppio cieco, viene attuata al fine evitare che giudizi personali possano influenzare i risultati. Alla fine dello studio si paragoneranno i tassi di infezione nei due gruppi e si valuterà se il farmaco ha apportato un vantaggio nella prevenzione dell’infezione.
Secondo Piero Olliaro, professore in malattie infettive correlate alla povertà all’Università di Oxford, fra i coordinatori di questo studio internazionale e membro del comitato tecnico scientifico dell’IRCCS di Negrar “il numero di contagi è in crescita in molti Paesi e anche in quelli che come l’Italia in cui si assiste a un’inversione della tendenza non possiamo escludere un ripresa o una seconda ondata, per cui trovare un rimedio semplice ed efficace di prevenzione, specialmente per il personale sanitario, rimane una priorità in tutto il mondo. Il farmaco allo studio è l’idrossiclorochina in Europa e Africa e la clorochina in Asia. Trattandosi di prevenire e non di curare una malattia in atto, possiamo usare dosi relativamente basse di farmaco, che sappiamo essere ben tollerate.”
“Il nostro ospedale aggiunge alla pratica clinica un‘intensa attività di ricerca e sperimentazione – commenta Zeno Bisoffi, direttore Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar e professore associato dell’Università di Verona. “Basti pensare che, solo su Covid-19, l’IRCCS ha attivi oltre 15 studi. In sostanza, vogliamo studiare l’infezione nel modo più ampio possibile e dare il nostro contributo nella lotta contro il Covid-19 in prima linea anche nello scenario internazionale”.
Nel video allegato il servizio del Tg2 con l’intervista alla dottoressa Dora Buonfrate
I tamponi confermano i test rapidi: tutti negativi nella Rsa e Case di Riposo di Negrar
Vista la tipologia dei pazienti accolti, i 293 ospiti sono stati sottoposti ad un indagine approfondita realizzata in tre fasi: test sierologici rapidi, tampone su un campione statistico e tampone su tutti gli ospiti. Il risultato è stato sempre confermato: tutti negativi al SARS CoV-2
La conferma è arrivata anche dai tamponi: tutti gli ospiti delle Case di Riposo e delle Rsa della “Cittadella della Carità” – l’insieme delle strutture di cui fa parte anche l’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria – sono negativi al virus SARS COV2, quello che provoca il CoViD-19.
Ad attestarlo in un primo momento sono stati i test sierologici rapidi per la ricerca degli anticorpi anti COVID-19 a cui sono stati sottoposti i 293 ospiti, anziani e disabili, residenti nell’area-socio sanitaria.
Nonostante il risultato del tutto positivo, per maggior sicurezza la direzione ha commissionato al biostatistico Massimo Guerriero un’indagine campionaria, cioè è stato creato un campione statisticamente rappresentativo degli ospiti delle strutture (90 soggetti) ed è stato sottoposto al tampone. Il risultato dei test sierologici è stato confermato anche dall’analisi molecolare sui tamponi. L’indagine tramite tamponi è stata sarà allargata nei giorni successivi anche ai restanti ospiti. Ancora una volta tutti negativi.
“Fin dall’inizio della pandemia siamo stati particolarmente accorti nei confronti nostra area socio-sanitaria, proprio per la tipologia degli ospiti, pazienti fragili per età e gravi patologie. I risultati emersi dai test rapidi e dai tamponi ci confortano molto, confermando la strategia che abbiamo impostato e che ci ha portato ad oggi ad non avere ospiti positivi al virus e nessun decesso. La Cittadella della Carità ha una direzione unica – afferma l’amministratore delegato, Mario Piccinini – pertanto l’area socio-sanitaria è stata considerata alla stregua di un reparto dell’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria: è stata attivata fin da subito la formazione del personale, messi a disposizione di tutti gli operatori i dispositivi di protezione, disposti i tamponi per il personale e per gli ospiti che verranno ripetuti periodicamente come previsto anche dalle disposizioni regionali; interrotte le visite dei familiari, con i quali gli ospiti hanno mantenuto il contatto tramite video-chiamate. La guardia rimane sempre alta, ma l’approccio ospedaliero alle Case di riposo e alle RSA, si conferma il miglior metodo preventivo in caso di pandemia”.
La Cittadella della Carità comprende oltre all’ospedale, Casa Nogarè (Centro servizi anziani autosufficienti e non autosufficienti, Residenza Sanitaria Assistenziale e Speciale Unità di Accoglienza per Stati Vegetativi Permanenti), Casa Fr. Perez (Centro Servizi per adulti e anziani non autosufficienti con problemi psichiatrici e sociali cronici) e Casa Clero (Centro Servizi per religiosi anziani non autosufficienti).
5 maggio: Giornata mondiale del lavaggio delle mani
Domani 5 maggio è la Giornata mondiale del lavaggio delle mani, un gesto semplice che mai come in questo periodo ha assunto un’importanza fondamentale per il contenimento del contagio. Un nostro video mostra come eseguirlo nel modo corretto
Il 5 maggio è la Giornata Mondiale per il lavaggio delle mani promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Mai come in questi ultimi mesi connotati dall’emergenza Coronavirus questo semplice gesto ha assunto una grande importanza al fine del contenimento del contagio. Troppo spesso dimentichiamo che il lavaggio delle mani è una formidabile barriera preventiva contro tutte le infezioni, soprattutto negli ambienti ospedalieri. E uno dei maggiori alleati contro la diffusione dei germi resistenti agli antibiotici.
Ripetiamo spesso il lavaggio delle mani durante la giornata, promuoviamolo sul posto di lavoro e insegniamolo ai nostri cari.
Il video in allegato mostra come lavarsi le mani in modo corretto: non basta acqua e sapone… anche se sono essenziali
Le buone pratiche per il benessere del neonato
Le infermiere del nido e il direttore della Pediatria dottor Antonio Deganello accompagnano i genitori con 5 video nei quali illustrano come affrontare le piccole sfide quotidiane nella cura del neonato, offrendo un utile servizio che permette di “stare vicini” nonostante l’emergenza coronavirus
Primi giorni in ospedale, inizio dell’allattamento, cambio del pannolino, pulizia del moncone, bagnetto… ci sono tante sfide da affrontare per i genitori fin dalle primissime ore dopo la nascita del loro bambino. Come fare a gestire tutto questo senza affanni e adottando le migliori soluzioni per il benessere del pargoletto? Ce lo spiegano i medici e le infermiere del nido del Sacro Cuore con cinque utili video in cui mostrano il percorso del neonato in ospedale e illustrano le buone pratiche da adottare per prendersi cura di lui nelle prime settimane di vita.
L’iniziativa, fortemente voluta dalla Pediatria diretta dal dottor Antonio Deganello, ha anche il valore di stare vicini ai neo-genitori in questa fase di emergenza Covid dove non si possono fare corsi e incontri informativi con le modalità tradizionali. Un servizio che conferma la particolare sensibilità del Sacro Cuore nel garantire ai neonati un avvio di vita il più sano e naturale possibile, in linea con il riconoscimento Unicef di “Ospedale Amico dei Bambini per l’Allattamento Materno” ottenuto nel 2018 (vedi articolo sul riconoscimento Unicef).
Il video-corso è a disposizione di tutti i genitori sul sito web dell’ospedale alla pagina Pediatria (sezione neonatale) e sul canale youtube dell’ospedale. Naturalmente chi avesse bisogno di ulteriori informazioni o per altre necessità è possibile contattare le infermiere del nido telefonando allo 045.6013395 (con disponibile anche servizio di video-chiamata).
Al "Sacro Cuore" riprendono le regolari attività ambulatoriali e di ricovero
Da lunedì 4 maggio riprendono progressivamente le attività programmate ambulatoriali e di ricovero. Ecco le disposizioni da rispettare per creare un ambiente ospedaliero il più sicuro e sereno possibile dopo l’emergenza COVID
Da lunedì 4 maggio all’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria riprenderà progressivamente l’attività di ricovero e ambulatoriale programmata, sospesa a causa dell’emergenza Coronavirus. In questi giorni saranno ricontattati molti dei pazienti, ai quali, in ottemperanza alle disposizioni regionali che prevedevano l’attuazione solo delle urgenze e della prestazioni non procrastinabili, è stato rimandato l’appuntamento. Per la prenotazione di nuove prestazioni (visite ed esami) è preferibile farlo attraverso il CUP (045.6013257) o il sito www.sacrocuore.it (prestazioni in libera professione). In caso di presenza in ospedale per altra prestazione ci si può rivolgere agli sportelli, mantenendo il distanziamento
Dover recarsi in ospedale è sempre un motivo di ansia ed è comprensibile che il timore aumenti in un momento in cui stiamo affrontando ancora una pandemia. Il nostro ospedale ha messo in atto tutte le misure per garantire un ambiente “CoViD free” fin dall’inizio dell’emergenza, adottando percorsi differenziati per i pazienti colpiti dal Coronavirus. Queste misure sono state ulteriormente rafforzate in vista di un maggior afflusso in ospedale e valgono per tutte le strutture della Cittadella della Carità: Ospedale, Rsa e Case di riposo, Centro Diagnostico Terapeutico e Centro Odontostomatologico (quest’ultimi in via San Marco, 121 a Verona). Le elenchiamo qui di seguito: un ambiente ospedaliero sicuro è possibile solo con la collaborazione di tutti.
OSPEDALE SICURO
- Zona filtro (“Triage”) agli ingressi dell’Ospedale (monitoraggio della temperatura e controllo dell’uso della mascherina) con “lasciapassare” per accesso in sicurezza
- Aree di accettazione, di attesa e ascensori che garantiscano il distanziamento
- Punti dispenser gel idroalcolico con erogatore automatico
- Utilizzo obbligatorio e appropriato dei dispositivi di protezione personale (DPI) da parte di tutto il personale
- Sorveglianza attiva del personale (effettuazione periodica del tampone nasofaringeo e del test sierologico)
- Potenziamento della sanificazione ambientale
- Controllo degli impianti di condizionamento dell’aria
- Sistemi aggiuntivi di trattamento dell’aria
- Massima attenzione alle procedure che generano aerosol (uso dei DPI adeguati)
RICOVERO
- Triage telefonico pochi giorni prima del ricovero da parte della segreteria del reparto per rilevare eventuali sintomi riconducibili al COVID
- Tampone a tutti i pazienti prima del ricovero
- Sorveglianza con tampone nasofaringeo all’accompagnatore: genitore, partner in ostetricia, assistente di pazienti che necessitano di accompagnamento
- Sale operatorie “pulite”. Per i pazienti positivi al COVID è riservata una sala operatoria dislocata rispetto al blocco operatorio principale che è quindi “pulito”. Si tratta di una Un ambiente a contaminazione controllata in pressione negativa, cioè dotato di un sistema di areazione che impedisce la dispersione nei reparti e negli ambienti limitrofi di agenti patogeni come il virus SARS-CoV2. La stessa condizione ambientale che si verifica nelle stanze di isolamento per pazienti infettivi. La degenza post chirurgica viene effettuata nel reparto COVID.
- Limitazione degli accessi per le visite ai degenti (solo per stato di necessità)
VISITE ED ESAMI
- Check-points per lo screening di sintomi respiratori/temperatura
- Per la prenotazione di visite ed esami è preferibile farlo attraverso il CUP (045.6013257) o il sito sacrocuore.it (prestazioni in libera professione). In caso di presenza in ospedale per altra prestazione ci si può rivolgere agli sportelli, mantenendo il distanziamento
- Prenotazione “Zerocode” per l’accesso al centro prelievi
- Sistemi di avviso chiamata per visite specialistiche ed esami diagnostici
- Rimodulazione attività ambulatoriale per evitare gli assembramenti: distribuzione degli accessi con allargamento della fascia oraria (pomeriggio e sabato)
- È richiesta la massima attenzione al rispetto dell’orario di prenotazione. In caso di impossibilità, avviso con necessario anticipo
- E’ consentito al massimo un accompagnatore e solo se strettamente necessario, ovvero per l’accompagnamento di un minore, di un disabile o di una persona con fragilità.
PRONTO SOCCORSO
- Triage per immediata identificazione di eventuali pazienti sospetti, con percorso dedicato
Quali sono i test sierologici rapidi più affidabili? Uno studio ne confronta cinque
Quello del “Sacro Cuore” è il primo studio clinico in Italia su pazienti con sintomi COVID-19, che mette a confronto 5 test sierologici rapidi e 3 diversi test molecolari su tampone. Nei video allegati la dottoressa Francesca Perandin spiega cosa sono i test sierologici rapidi e in cosa consiste lo studio
Sono ben 5 i test sierologici rapidi per la ricerca degli anticorpi anti SARS CoV2 “messi sotto esame” in uno studio clinico promosso dall’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (Verona).
Si tratta del primo studio clinico in Italia effettuato su una coorte di 400 pazienti afferenti al Pronto Soccorso con sintomi riconducibili al COVID-19, che mette a confronto un numero così elevato di test rapidi e 3 diversi test molecolari su tampone naso-faringeo.
L’obiettivo degli sperimentatori, guidati dalla dottoressa Francesca Perandin, responsabile dell’Unità di Microbiologia del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali, diretto dal professor Zeno Bisoffi, è valutare l’accuratezza diagnostica dei test rapidi al fine di stabilire tra i test utilizzati quale siano i più affidabili per rilevare l’infezione da SARS CoV2 in soggetti sintomatici.
Individuare quali siano i test rapidi – numerosi in commercio, ma nessuno sufficientemente validato dalla comunità scientifica – che abbiano maggiore attendibilità diventa fondamentale, sia in una fase epidemiologica in cui l’incidenza dell’infezione è in costante discesa, sia per la riapertura delle attività produttive.
Ad oggi, l’unico sistema approvato per la diagnosi di infezione da SARS-CoV2 è l’analisi molecolare dei tamponi naso-faringei, la quale, a fronte di una elevata accuratezza, richiede almeno 3 ore per l’esecuzione, contro i 15 minuti dei test rapidi.
Lo studio, che coinvolgerà in totale 400 pazienti afferenti al Pronto Soccorso con sintomi sospetti per COVID-19, ha già arruolato 300 soggetti e perciò sta volgendo al termine.
Il campione di sangue venoso dello stesso paziente viene sottoposto a 5 diversi test rapidi con due differenti metodologie di rilevazione: 4 immunocromatografici e 1 a immunofluorescenza. I test valutano la presenza delle immunoglobuline di classe M (risposta anticorpale primaria al virus) e di classe G (risposta immunitaria secondaria). Ai test rapidi si aggiungono quelli molecolari su tampone per la ricerca dei principali geni target bersaglio di amplificazione dei test molecolari, che sono molto accurati, ma non sensibili al 100%.
Tutti i risultati ottenuti verranno sottoposti ad analisi statistica atta a valutare quale sia il metodo più accurato, singolo o in combinazione, per la diagnosi di infezione da SARS COV2.
Nei video la dottoressa Francesca Perandin, spiega la differenza tra l’analisi molecolare del tampone naso-faringeo e i test sierologici rapidi.
Studio epidemiologico "Comune di Verona 2020": informativa da firmare
I veronesi che hanno risposto positivamente all’invito di partecipare allo studio epidemiologico “Comune di Verona” 2020 sono pregati di scaricare e firmare i documenti allegati al testo seguente
I cittadini veronesi che hanno ricevuto la lettera di invito per partecipare allo studio epidemiologico “Comune di Verona 2020” – indagine che ha come obiettivo quello di rilevare la distribuzione del virus nel capoluogo scaligero – sono pregati di scaricare e prendere visione della documentazione allegata qui sotto (4 fogli per gli adulti e 6 per i minori) e di presentarsi all’appuntamento fissato per gli esami diagnostici previsti con tale documentazione firmata. Questo consentirà una maggior velocizzazione di tutte le procedure. L’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria, promotore dello studio, ringrazia per la collaborazione
Trenta minidepuratori ad acqua e un pulitore a vapore donati al "Sacro Cuore"
Il materiale per la sanificazione dell’aria è stato consegnato stamattina in farmacia dall’azienda Hyla Italia di Rovereto. Un altro gesto di solidarietà e vicinanza per il nostro ospedale in prima linea nella lotta contro il Covid-19.
Continua la gara di solidarietà in favore del “Sacro Cuore” che si manifesta in tanti gesti piccoli e grandi, tutti ugualmente graditi e importanti in questo momento di epidemia da coronavirus. In proposito stamattina è arrivata una donazione di materiale per sanificazione dell’aria da parte dell’azienda Hyla Italia di Rovereto. Si tratta di 30 minidepuratori ad acqua con 300 flaconi di essenze antibatteriche e disinfettanti da utilizzare in stanze e ambienti chiusi e 1 pulitore a vapore secco adatto all’igienizzazione delle ambulanze con vapore a 170 gradi e 7 atmosfere di pressione.
I depuratori a basso consumo elettrico utilizzano 1 litro d’acqua come filtro per abbattere polveri e allergeni, mentre aggiungendo il disinfettante si opera una sanificazione dell’ambiente. Si possono inoltre inserire essenze per la profumazione dell’aria ed è attiva la funzione di cromoterapia. Il materiale sarà utilizzato in particolare nelle sale d’attesa e nei corridoi dell’ospedale.
“Sappiamo che ospedali come quello di Negrar sono in prima linea in questa lotta contro il Covid 19 e siamo contenti di dare un contributo per sostenere gli operatori, come sta facendo anche la nostra casa madre in Germania” dice Luca Fattorini, amministratore di Hyla Italia che ha consegnato il materiale insieme al direttore commerciale Andrea Weger.
L’ospedale rinnova il proprio grazie a Hyla e ai tantissimi benefattori che con il loro contributo stanno dando un aiuto concreto per affrontare questa emergenza (vedi articolo con i ringraziamenti a tutti i benefattori).
Tocilizumab e Covid-19: al "Sacro Cuore" due studi clinici
Anche L’IRCCS di Negrar partecipa due studi multicentrici sull’efficacia e la sicurezza del farmaco impiegato da tempo per patologie autoimmuni come l’artrite reumatoide e oggi utilizzato anche per i pazienti affetti da polmonite da CoVid-19.
Fa parte di quei farmaci dal nome impossibile da pronunciare, ma non è mai stato pronunciato come in questa emergenza Covid-19. E’ il Tocilizumab, un anticorpo monoclonale, quindi un farmaco frutto della biotecnologia, impiegato dal 2007 per patologie autoimmuni come l’artrite reumatoide e oggi utilizzato anche per i pazienti affetti da polmonite da CoVid-19. Il Tocilizumab va a spegnere l’abnorme risposta immunitaria dell’organismo in presenza del virus, causa dell’infiammazione ai polmoni.
Per testare l’efficacia e la sicurezza di questo farmaco nei pazienti affetti da polmonite da Covid-19 è in corso uno studio clinico multicentrico, promosso dall’Istituto Nazionale Tumori di Napoli, a cui partecipa anche l’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria. Lo studio è ormai nelle fasi conclusive di analisi dei dati raccolti. L’ospedale di Negrar ha contribuito con una casistica di 28 pazienti. Su questi pazienti il farmaco ha dato risultati incoraggianti, ma sarà necessario attendere l’analisi dei dati del trial multicentrico per avere una risposta scientificamente attendibile sull’efficacia dei Tocilizumab.
Attualmente risulta invece in corso al “Sacro Cuore Don Calabria” un’altra sperimentazione clinica sempre sul Tocilizumab che coinvolge più strutture ospedaliere italiane, promossa questa volta dall’IRCCS Azienda Unità Sanitaria Locale di Reggio Emilia. L’obiettivo di questo secondo studio è valutare se la terapia precoce con questo farmaco sia in grado di ridurre il numero di pazienti con polmonite da nuovo Coronavirus che richiedono la ventilazione meccanica in terapia intensiva. Lo studio, di recente approvazione, è stato avviato da pochi giorni con l’inserimento del primo paziente.
Entrambi gli studi vengono effettuati dal Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali con il supporto dell’Unità per la Ricerca Clinica dell’ospedale.