Il Sacro Cuore in prima linea contro il coronavirus insieme a tanti ospedali accreditati
L’AD Mario Piccinini sul giornale “L’Arena” annuncia l’arrivo di cinque nuovi ventilatori per la Terapia Intensiva dalla Germania e difende l’impegno dei presidi ospedalieri accreditati contro il Covid-19: “Stiamo lavorando fianco a fianco con la sanità pubblica per uno stesso obiettivo, cioè dare il massimo per i pazienti”.
Riportiamo l’articolo di oggi del giornale “L’Arena” in cui l’AD del Sacro Cuore, Mario Piccinini, parla del nuovo ampliamento nella disponibilità di posti in Terapia Intensiva, sottolineando il grande impegno dell’ospedale e delle altre strutture accreditate al fianco della sanità pubblica.
Pazienti oncologici: non annullate la radioterapia
Per il timore di venire in ospedale a causa dell’epidemia da Coronavirus, molti pazienti disdicono le visite e i trattamenti di radioterapia. Il prof. Alongi: “Non decidete da soli, consultateci. Le tempistiche in oncologia sono fondamentali”
“Capiamo il vostro timore, perché l’epidemia ci fa sentire tutti più vulnerabili, ma prima di disdire il vostro appuntamento, consultateci sempre. Ripeto sempre. Valuteremo insieme quando confermare, se indispensabile, o rimandare, se differibile, l’eventuale visita clinica e /o il possibile trattamento di radioterapia”.
I destinatari dell’appello del professor Filippo Alongi sono i pazienti del Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, che lui dirige. “E’ in atto un vero dramma etico anche da parte nostra” prosegue il professore associato alla Facoltà di Medicina dell’Università di Brescia. “In questa situazione critica in cui ovviamente ‘distanziamento sociale e isolamento’ sono cruciali per ridurre la diffusione dell’infezione COVID-19 – continua – i pazienti oncologici si trovano spesso soli e confusi a casa e talora, di loro iniziativa, decidono di cancellare la visita e/o rimandare il trattamento radioterapico”.
Rispettare i tempi del trattamento è fondamentale
Il radioterapista oncologo ricorda che “la radioterapia è indicata in almeno i due terzi dei pazienti affetti da tumore e rimane indifferibile in circa il 30 per cento di questi casi. Significa cioè che un paziente su 3 non può rimandare il trattamento, perché indispensabile per curare la malattia oncologica”.
Anche per la radioterapia adiuvante e palliativa
Questo vale anche per la radioterapia adiuvante, cioè indicata dopo l’intervento chirurgico, in presenza di fattori di rischio di recidiva. “Tale trattamento per essere efficace – sottolinea Alongi – deve essere effettuato entro alcuni mesi dall’intervento, altrimenti viene vanificato il suo ruolo di minimizzazione della possibilità di ripresa locale di malattia. In altri casi – spiega ancora – la radioterapia rimane indispensabile per migliorare la qualità di vita, per ridurre il dolore non responsivo ai farmaci o per evitare che la progressione di malattia tumorale possa portare localmente a conseguenze immediatamente invalidanti nei pazienti”.
Trattamenti in totale sicurezza
Per questo è importante che i pazienti non decidano da soli come proseguire le cure. “Noi radioterapisti oncologi siamo a disposizione, anche a distanza, per consulti e per una pre-valutazione della documentazione del caso o per sentire direttamente ogni singolo paziente – rassicura Alongi -. Inoltre per tutte le persone già in corso di trattamento radiante, garantiamo la conclusione del ciclo delle sedute in massima sicurezza. Nel Dipartimento è attivo, come il resto dell’Ospedale, il triage in entrata (misurazione della rialzo della temperatura, valutazione dei sintomi da approfondire come tosse, anamnesi sui recenti contatti con pazienti COVID-19) per l’eventuale isolamento casi sospetti. Inoltre il personale è dotato di dispositivi di protezione individuale che vengono forniti ai pazienti se sprovvisti e viene chiesto di lavare le mani con la soluzione idroalcolica. Abbiamo anche promosso l’utilizzo di trattamenti più brevi, ossia ipofrazionati, per ridurre gli spostamenti del paziente, vista la richiesta di mobilità ridotta in questo periodo pandemico. Infine per evitare assembramenti nelle sale di attesa abbiamo dilatato gli orari tra un paziente e il successivo”
Non decidete da soli: i radioterapisti oncologi sono a vostra disposizione
Il messaggio quindi è uno solo: “Consultate i medici della Radioterapia Oncologica sempre: valuteranno, anche in base a linee guida nazionali e internazionali emanate in occasione di questa emergenza, ogni singolo caso”.
Per contattare il Dipartimento: 045.6014800 oppure servizio.radioterapia@sacrocuore.it; segreteria.radioterapia@sacrocuore.
Coronavirus: aumentano ancora i posti letto per pazienti CoViD
L’andamento dell’epidemia da nuovo Coronavirus costringe il “Sacro Cuore Don Calabria” ad incrementare i posti letto per i pazienti CoViD che toccano attualmente quota 83. Uno sforzo reso possibile anche grazie ai nostri donatori.
Salgono a 83 i posti letto CoViD messi a disposizione dall’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria. Rispetto al piano ospedaliero straordinario disposto dalla Regione Veneto il 15 marzo, il numero viene ulteriormente incrementato per rispondere al crescente afflusso di pazienti bisognosi di ricovero ospedaliero.
In accordo con la Regione Veneto e con l’UlSS 9, I posti letto di Malattie Infettive salgono quindi da 29 a 62 (nel periodo precedente alla pandemia erano 14), quelli di terapia intensiva passano da 5 a 9, mentre i sub intensivi diventano 12, con un aumento di due posti letto.
“Il nuovo piano è stato possibile con un’ulteriore riorganizzazione dei reparti, in particolare di Medicina. Geriatria e Medicina Fisica e Riabilitativa – afferma l’amministratore delegato, Mario Piccinini -. Il “Sacro Cuore Don Calabria” non è un ospedale CoViD e come tale oltre alla cura di questi pazienti continua l’attività ordinaria, che riguarda le emergenze – mediche, chirurgiche e materno-infantili – relative ad altre patologie. Questa epidemia – per la quale siamo in prima linea fin dall’inizio – comporta per l’ospedale uno sforzo umano, tecnologico e organizzativo senza precedenti. In linea con ciò che sta accadendo in tutta la sanità veneta” .
Uno sforzo reso possibile anche grazie a tutti coloro che stanno sostenendo il “Sacro Cuore Don Calabria” con le loro donazioni. La commovente gara di solidarietà ha permesso l’allargamento dei posti letto di terapia intensiva il cui costo è di circa 60mila euro ciascuno, in quanto comprendono oltre ai ventilatori meccanici anche tutta la tecnologia per il monitoraggio continuo del paziente. Non è escluso che nei prossimi giorni il numero dei posti letto possano aumentare ulteriormente, in base all’andamento dell’epidemia. Quindi grazie ancora mille volte grazie a coloro che hanno contribuito questa lotta e a tutti coloro che lo vorranno fare.
PER DONARE:
Dona Ora (clicca qui)
oppure
“Coronavirus: sosteniamo il reparto di terapia intensiva in questa lotta”, racconta fondi promossa dalla blogger e youtuber veronese Martina Rodini attraverso la piattaforma “GoFoundMe”: https://www.gofundme.com/f/ospedale-sacro-cuore-don-calabria-di-negrar-verona
Coronavirus: la Cardiologia è sempre vicina ai suoi pazienti
A causa dell’emergenza Coronavirus la Cardiologia ha ridotto l’attività concentrandosi sulle urgenze e sugli prestazioni non prorogabili. Ma i pazienti non devono temere: sono sempre aperti i canali telefonici e di telemedicina
“State a casa. E’ un sacrificio che dobbiamo fare tutti per bloccare la catena dei contagi da CoViD-19, ma in particolare lo devono fare le persone con cardiopatie croniche, a rischio di complicanze molto gravi se contraggono il virus”. Lo ribadisce con forza il direttore della Cardiologia, dottor Giulio Molon.
L’Unità Operativa Complessa di Cardiologia ha disdetto tutte le attività ambulatoriali, sia divisionali che in libera professione, che verranno riprogrammate non appena sarà possibile. “Ma i pazienti cardiopatici che hanno bisogno di controlli ambulatoriali regolari non si sentano abbandonati e nemmeno non protetti. La nostra Cardiologia non ha mai smesso di funzionare, è sempre attiva per accogliere e trattare persone con sintomi cardiologici, pronta a rispondere alle esigenze dei pazienti”, rassicura Molon.
Rimane un punto fermo, e non potrebbe essere diversamente, la pronta disponibilità 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per trattare qualsiasi tipo di urgenza (infarto, coronaropatie, aritmie minacciose o blocchi cardiaci) con possibilità di eseguire coronarografie, angioplastiche, impianti di defibrillatore o pacemaker.
“Permane intatta inoltre – precisa Molon – la possibilità di eseguire visite ambulatoriali o altre diagnostiche, non procrastinabili per sintomi o situazioni ritenute a rischio e che debbano essere risolte in tempi rapidi. Le nostre segreterie continuano ad essere attive per accogliere le richieste ed i quesiti dei pazienti e per fornire delle risposte che siano in linea con i bisogni e le aspettative di chi chiama”. Il numero di telefono da contattare è lo 045.6013244, ma è possibile scrivere anche all’indirizzo servizio.cardiologia@sacrocuore.it
Una delle raccomandazione del Ministero è quella di preferire il contatto telematico con i pazienti. “Questo avviene già da tempo per i nostri pazienti con pacemaker o defibrillatore, che sono seguiti da casa mediante telemedicina – sottolinea il cardiologo -. In pratica sappiamo come stanno e come funzionano i loro dispositivi impiantati perché ci trasmettono i loro dati dal proprio domicilio, anche mediante il loro smartphone. Non ci serve vederli in ambulatorio. Inoltre, con tutti i nostri pazienti, siamo sempre stati disponibili al contatto telefonico o tramite e-mail. Sicuramente in questo momento è ancora maggiore l’attenzione di tutti noi, dello staff medico, infermieristico e di segreteria, nel dare supporto telefonico, informazioni su farmaci, consulenze e rispondere a dubbi”.
Molte persone telefonano per chiedere informazioni sulle terapie in corso preoccupate anche per il rinnovo dei piani terapeutici che sono necessari per ottenere alcuni farmaci. “A tal proposito ricordo che AIFA, l’Agenzia nazionale del farmaco, in data 12 marzo ha comunicato la proroga di 90 giorni della durata dei piani terapeutici in scadenza (https://www.aifa.gov.it), e quindi non c’è motivo di allarmarsi se non si può accedere all’ospedale per il rinnovo”, conclude il primario.
Coronavirus: ecco come donare al "Sacro Cuore Don Calabria"
Ecco le modalità con cui si possono attuare delle donazioni in favore dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria per fronteggiare l’emergenza Covid-19. Le donazioni serviranno per l’acquisto di dispositivi sanitari e di respiratori per l’allestimento di nuove postazioni di terapia intensiva
Da giorni riceviamo da più parti domande su come poter effettuare donazioni al nostro Ospedale per contribuire a fronteggiare l’emergenza Covid-19
PER DONARE CI SONO DUE MODALITA’
-
“DONA ORA” (clicca qui)
-
ADERENDO ALLA RACCOLTA FONDI PROMOSSA DA MARTINA RODINI TRAMITE IL LINK:
https://www.gofundme.com/f/ospedale-sacro-cuore-don-calabria-di-negrar-verona
raccolta approvata dalla Direzione dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria
Ringraziamo fin da ora la generosità di coloro che hanno già donato e di coloro che lo vorranno fare. Le donazioni saranno impiegate per l’acquisto di dispositivi sanitari e in particolare di respiratori per l’allestimento di nuove postazioni di terapia intensiva.
Coronavirus: un video spiega come si esegue il tampone per la diagnosi del Covid-19
Illustriamo in un video la tecnica con cui viene eseguito il tampone per la diagnosi di nuovo coronavirus. Inoltre l’infettivologo Andrea Angheben spiega nel testo come viene condotta l’analisi dei campioni nel laboratorio di biologia molecolare del Sacro Cuore che è riferimento provinciale per questo tipo di test
L’IRCCS Sacro Cuore Don Calabria è uno degli ospedali indicati dalla Regione Veneto per l’esecuzione dei test di biologia molecolare dei tamponi per la diagnosi del nuovo coronavirus. I campioni sono analizzati dal Laboratorio di Microbiologia del Dipartimento di Malattie Infettive e Tropicali, diretto da Zeno Bisoffi, professore associato all’Università di Verona.
Nel video qui sotto viene illustrata la tecnica con cui va eseguito il tampone per la diagnosi del Covid-19.
Ma in cosa consiste il test di biologia molecolare eseguito dopo aver effettuato il tampone? Ce lo spiega il dottor Andrea Angheben, responsabile del reparto di Malattie Infettive e Tropicali.
“Il test viene effettuato su due tipi di materiale biologico: l’escreato (il muco/catarro espulso dalle vie aeree inferiori ndr) oppure le secrezioni prelevate con il tampone naso-faringeo, cioè andando a toccare in profondità la gola e le cavità nasali con una sorta di cotton fioc. La stragrande maggioranza dei test viene effettuato sui tamponi, in quanto è molto difficile disporre dell’escreato del paziente, perché, come è noto, uno dei sintomi della COVID-19 è la tosse secca.
La prima fase dell’analisi consiste nell’estrazione degli acidi nucleici per individuare la presenza dell’RNA (l’acido ribonucleico) virale. Una volta ottenuto l’RNA dal campione biologico, si procede con la fase definita di screening cioè l’individuazione delle presenza di un virus della famiglia dei Coronavirus, di cui il SARS-CoV-2, responsabile dell’infezione COVID-19, fa parte. Se questa fase è positiva, si procede alla ricerca dei marcatori genetici specifici del SARS-CoV-2, cioè di quella parte dell’RNA virale stabile, non sottoposta a mutazioni che caratterizza la specie.
La benedizione del vescovo di Verona per tutti gli operatori sanitari
Il vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, ha inviato un video con una speciale benedizione per tutti i medici, gli infermieri e gli operatori che in questi giorni si stanno prodigando per compiere il loro lavoro al servizio degli ammalati
Nella mattinata di domenica, dopo aver celebrato la S. Messa nella cattedrale vuota, il vescovo monsignor Giuseppe Zenti ha voluto esprimere la sua vicinanza a tutti gli operatori sanitari chiedendo l’intercessione della Madonna che dia loro la forza di continuare nel loro impegno così importante e gravoso in questo momento. Ecco il video…
Coronavirus: il "Sacro Cuore Don Calabria" attua un nuovo piano d'emergenza
L’Amministratore Delegato, dottor Mario Piccinini, illustra il nuovo piano di emergenza per fronteggiare l’evolversi dell’epidemia da CoDiV-19. “Abbiamo incrementato il numero dei posti letto di Malattie Infettive e Tropicali e quelli di Terapia Intensiva dedicati ai pazienti colpiti dall’infezione. Inoltre sarà attivato l’ospedale di Comunità, riservato ai pazienti che hanno superato la fase critica ma non è possibile dimetterli”.
Per fronteggiare l’emergenza CoViD-19, l’Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-IRCCS per le Malattie Infettive e Tropicali e struttura privata accreditata della Regione Veneto – ha attivato un ulteriore piano ospedaliero.
“Innanzitutto abbiamo aumentato di 28 posti letto la dotazione del reparto di Malattie di Malattie Infettive e Tropicali che passa da 14 a 42 – spiega l’amministratore delegato, dottor Mario Piccinini -. Di questi 42 posti letto dieci sono di terapia subintensiva, cioè con supporti di ventilazione ad alti flussi (AIRV-20). L’incremento dei posti letto è stato possibile grazie a una riorganizzazione che ha coinvolto il reparto di Geriatria e quello di Medicina Fisica e Riabilitazione.
Aumenteranno nei prossimi giorni anche le postazioni di Terapia Intensiva. “Ai 6 posti letto dedicati ai pazienti CoViD-19 – prosegue il dottor Piccinini – si aggiungono ulteriori 9 posti letto per un totale di 15. Infine saranno attivati, i 24 posti letto di Ospedale di Comunità già previsti dalla Delibera Regionale 614/2019. Questi saranno riservati ai pazienti CoViD-19 che hanno superato la fase critica ma non sono ancora dimissibili”.
“A nome di tutta la Direzione voglio far pervenire anche attraverso i mezzi di comunicazione un grande ringraziamento a tutti i collaboratori, sanitari e non, del “Sacro Cuore Don Calabria” per la grande professionalità e dedizione che stanno dimostrando fin dall’inizio dell’emergenza CoDiV-19”, conclude l’Amministratore Delegato.
Malati oncologici: "Rispettate le norme anticontagio"
Le indicazioni La dottoressa Stefania Gori, direttore dell’Oncologia medica e presidente della Fondazione AIOM, per i malati oncologi in questo momento di epidemia da Coronavirus.“Non è necessario interrompere le cure», rassicura Gori. «Ogni paziente può confrontarsi col proprio oncologo di riferimento per valutare un eventuale posticipo del trattamento antitumorale in base alla sue condizioni, che poi è quello che sempre viene fatto».
Sono i più fragili, perché le terapie contro il tumore indeboliscono il sistema immunitario. Il principio vale in generale, non solo per l’infezione da Covid-19. Quest’ultimo, però, è nuovo e i malati oncologici sono in apprensione da quando le informazioni sulla sua diffusione suggeriscono che siano soprattutto le persone con patologie pregresse, oltre agli anziani, a rischiare le complicanze maggiori.
Posso venire in ospedale nonostante l’emergenza sanitaria? Devo interrompere le terapie? Sono alcune delle domande che in questi giorni vengono rivolte più spesso ai sanitari. Le approfondisce la dottoressa Stefania Gori, direttore dell’Oncologia medica dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar, già presidente di AIOM (Associazione italiana di Oncologia medica) e attuale presidente di Fondazione AIOM.
«I pazienti oncologici affetti da tumori solidi», spiega, «non sono in genere a maggior rischio di contrarre l’infezione da nuovo Coronavirus, ma sicuramente sono più esposti alle complicanze, nel caso sviluppino la malattia. Per questo è importante che seguano con cura le raccomandazioni per contenere il contagio: evitare le strette di mano e i contatti ravvicinati, mantenere la distanza di un metro, evitare i luoghi affollati, pulire le superfici di casa, lavarsi spesso le mani».
Sull’uso delle mascherine protettive nelle persone e nei pazienti oncologici che non presentino infezione da Coronavirus, si è sentito un po’ di tutto. «Possono essere utili», chiarisce, «se non c’è la possibilità di mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone, per limitare il contagio», situazione che, per esempio, può verificarsi «quando un famigliare o il caregiver deve avvicinare il paziente per imboccarlo o aiutarlo ad alzarsi dal letto».
Ma vanno interrotte o meno le cure antitumorali in questo periodo? “Non è necessario interrompere le cure», rassicura Gori. «Ogni paziente può confrontarsi col proprio oncologo di riferimento per valutare un eventuale posticipo del trattamento antitumorale in base alla sue condizioni, che poi è quello che sempre viene fatto». Invece per le persone che hanno già terminato il trattamento attivo e che devono andare in ospedale solo per visite di controllo (o di follow-up) «sempre il medico valuterà se posticipare la visita, per evitare a queste persone di recarsi in ospedale in assenza di una necessità clinica conclamata».
Ma cosa succede se un malato oncologico contrae il Covid-19? «Le terapie poste in essere sono le stesse impiegate per i pazienti non oncologici», dice.
Laura Perina
(da L’Arena 13 marzo 2020)
Un grande grazie alla famiglia Rana
Uno speciale ringraziamento da parte di tutto il personale dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria alla famiglia Rana per la generosa donazione effettuata per l’acquisto di apparecchiature che ci aiuteranno ad affrontare la difficile situazione dovuta all’epidemia di coronavirus
La Direzione, i medici, gli infermieri e tutto il personale dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella ringraziano il dottor Gian Luca Rana per la grande sensibilità e generosità dimostrate verso il nostro Ospedale e la Sanità veronese, di cui il “Sacro Cuore-Don Calabria” è parte integrante (vedi articolo allegato in foto, ndr).
Ringraziano altresì la Famiglia Rana e tutti i dipendenti e collaboratori del Pastificio Rana per la vicinanza espressa nei confronti del nostro personale – medico e non – in prima linea con impegno e dedizione fin dall’esordio dell’epidemia da nuovo Coronavirus.
L’emergenza CoViD-19 sta mettendo a dura prova le strutture ospedaliere, in particolare le Terapie Intensive. La donazione del dottor Rana ci permetterà, con l’acquisto di apparecchiature per la ventilazione assistita, di creare nuove postazioni per l’assistenza dei malati più gravi.
L’Amministratore Delegato
Dott. Mario Piccinini