XI Giornata nazionale del malato oncologico

Il Numero Verde per la cura del tumore e la consegna da parte di un medico dei referti non favorevoli sono alcune iniziative messe in campo dal Cancer Care Center per il malato oncologico di cui il 15 maggio si celebra la Giornata nazionale

Un Numero Verde per la cura del tumore e la presenza di un medico nel momento della consegna al paziente esterno di un referto non favorevole sono alcune iniziative messe in campo dal Cancer Care Center dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria per il malato oncologico, di cui il 15 maggio si celebra l’XI Giornata nazionale.

Una ricorrenza voluta dalla Favo, la Federazione delle associazioni di volontariato oncologico, per sensibilizzare le istituzioni e l’opinione pubblica sui diritti del malato di tumore ad avere cure adeguate, tutela sociale e lavorativa. Anche alla luce della trasformazione della malattia oncologica che progressivamente si sta cronicizzando. Sono infatti 3 milioni di persone in Italia che vivono con diagnosi oncologica, indipendentemente dal tempo in cui è stata effettuata.

Al diritto alle cure e a un’assistenza adeguata per una patologia così complessa, il Cancer Care Center di Negrar ha risposto con un modello organizzativo che coinvolge in rete tutte le specialità, i Servizi e le Unità operative interessate dalla malattia oncologica.

L’obiettivo è prendersi cura del malato oncologico, dalla diagnosi alla terapia fino al follow up e, se necessario, alle cure palliative. Un percorso personalizzato tracciato da un team di specialisti – che non trascura nemmeno l’aspetto psicologico e spirituale – reso possibile dalla peculiarità del Sacro Cuore Don Calabria che dispone nello stesso ospedale le eccellenze professionali e tecnologiche necessarie per la diagnosi e la terapia del malato oncologico adulto.

Una delle “porte” di accesso di questo percorso è il Numero Verde 800 143 143. Il numero per la cura del tumore a cui risponde un tutor professionale in grado di indirizzare le persone con diagnosi o sospetto di malattia oncologica verso gli specialisti o servizi diagnostici che rispondono al suo problema.

Una modalità che il paziente esterno sperimenta ogni qualvolta da un esame diagnostico effettuato al Sacro Cuore Don Calabria vengono rilevati la presenza o il sospetto di un tumore. In questi casi la persona interessata viene contattata e invitata a ritirare personalmente il referto. Referto che sarà commentato da un medico, il quale, se il paziente lo riterrà opportuno, indicherà lo specialista più adatto per iniziare un percorso di approfondimento diagnostico e di cura.


Radioterapia e malattie del connettivo: Lancet Oncology pubblica uno studio di Negrar

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La Radioterapia Oncologica del Sacro Cuore firma su Lancet Oncology un importante studio sulla tollerabilità dei trattamenti radioterapici da parte di pazienti con Lupus o artrite reumatoide, molto spesso esclusi dalle cure

Anche le persone affette da malattie autoimmuni del connettivo possono essere sottoposte a radioterapia a condizione che il paziente sia accuratamente valutato e selezionato e che il trattamento sia opportunamente personalizzato per ogni paziente, grazie alle più moderne tecniche.

A dimostralo è uno studio su “La radioterapia in pazienti con malattie del connettivo” pubblicato sulla rivista Lancet Oncology a firma dall’équipe dell’Unità operativa complessa di Radioterapia oncologica dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria- Cancer Care Center, diretta dal dottor Filippo Alongi.

Un risultato molto importante perché potrebbe cambiare la decisione terapeutica dei paziente con malattie del tessuto connettivo, che ad oggi sono frequentemente esclusi dalla radioterapia per i timori di potenziali sequele.

La decisione di offrire il trattamento radioterapico nei pazienti affetti per esempio da artrite reumatoide o da Lupus eritematoso sistemico oppure da sclerodermia continua infatti ad essere una scelta clinica complessa e difficile.

La radioterapia, se da un lato efficace nel trattare il cancro, potrebbe innescare l’insorgenza di malattie del tessuto connettivo aumentando l’espressione di autoantigeni, diminuendo l’attività dei linfociti, attivando effettori dell’immunità intrinseca, meccanismi che da soli o insieme potenzialmente potrebbero portare a pause del corretto funzionamento del sistema immunitario.

Questo potenziale rischio ha sollevato un certo dibattito in oncologia e specificamente tra gli specialisti in radioterapia oncologica, sul fatto che i pazienti con malattie del tessuto connettivo possano tollerare meno le radiazioni rispetto alle persone senza malattie connettivali.

Poiché il numero di pazienti con tumore e malattie del tessuto connettivo che necessita di radioterapia probabilmente aumenterà a causa di miglioramenti diagnostici e terapeutici in medicina e vista l’aspettativa di vita più lunga, il problema delle interazioni tra radioterapia e malattie del tessuto connettivo necessita di essere chiarito al meglio.

In questo studio che ha revisionato tutti i casi della letteratura mondiale, vengono discussi i dati disponibili e le evidenze scientifiche per affrontare nel dettaglio il problema della radioterapia per i pazienti con malattie del tessuto connettivo.

Lo studio, il primo di questo tipo, ha preso in considerazione 569 pazientiaffetti da tumore e concomitanti malattie del connettivo, registrati nei centri mondiali con maggiore casistica – come la Mayo Clinic (Rochester), Ann Harbor (Michigan) e altre prestigiose strutture accademiche internazionali.

L’analisi dei dati raccolti, evidenzia sorprendentemente unminor rischio di sviluppare effetti collaterali rispetto a quanto atteso ad eccezione dei pazienti irradiati con tecniche obsolete e dosi non opportune.

Dal confronto di questi dati con quelli della Radioterapia del Sacro Cuore Don Calabria si conferma che i pazienti radiotrattati hanno tollerato ottimamente il trattamento nel gran parte dei casi. Questo a condizione che il paziente sia accuratamente valutato e selezionato e che il trattamento di radioterapia sia opportunamente personalizzato per ogni paziente, grazie alle più moderne tecniche.

Un esempio è la radioterapia a intensità modulata, che permettendo di irradiare precisamente il volume tumorale, riduce il coinvolgimento dei organi a rischio compreso il tessuto connettivo vicino alla neoplasia.

La personalizzazione del trattamento necessita anche una valutazione multidisciplinare dove la figura dell’immuno-reumatologo risulta cruciale così come quella del radioterapista oncologo.


Sacro Cuore: un ospedale a misura di mamma

Prima e dopo la nascita: ecco i servizi offerti dall’area materno-infantile per affrontare il parto e i mesi successivi al lieto evento con più serenità e sicurezza

Sono molteplici le iniziative proposte dall’area materno-infantile del Sacro Cuore Don Calabria per le future mamme e per coloro che lo sono da poco. Perché si sa, avere un bambino è una gioia infinita, ma suscita timori, ansie e costa fatica.

In preparazione alla nascita
La sala convegni “Fr. Perez” ospita ogni primo giovedì del mese un corso di preparazione rivolto alle donne entro la trentaquattresima settimana di gravidanza. Gli incontri di due ore sono tenuti dai pediatri, dalle ostetriche e dalle infermiere dell’Unità operativa complessa di Pediatria, diretta dal dottor Antonio Deganello, e dell’Unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia, diretta dal dottor Marcello Ceccaroni. Dalle 14 alle 16 verranno date informazioni sull’accoglienza del Punto Nascita del “Sacro Cuore Don Calabria”, e sull’accompagnamento al travaglio e al parto. Inoltre verranno illustrate le buone pratiche per favorire l’allattamento e rafforzare il legame madre-bambino. Per la partecipazione gratuita agli incontri – che sono aperti anche ai futuri padri o a persone di fiducia della partoriente – non è necessaria né l’impegnativa né la prenotazione. Per informazioni: 045.6013358/6013351/6013300/6013296. L’incontro mensile si svolge tutto l’anno, anche quindi d’estate, ogni primo giovedì del mese, festivi esclusi.

Se la gravidanza è a basso rischio…
Sempre per le future mamme è stato avviato un ambulatorio ostetrico in collaborazione con il ginecologo per la presa in carico della gestante a basso rischio fin dall’inizio della gravidanza.

Per l’avvio all’allattamento
Per il supporto all’avvio dell’allattamento vengono proposti degli incontri dopo qualche giorno dalla dimissione. Ad ogni neomamma è dato un primo appuntamento presso lo “Spazio mamma”, dove trova un’ostetrica o un’infermiera del Nido. Se è necessario, vengono fissati dei successivi appuntamenti (all’incirca nel primo mese di vita del bambino) sempre con l’obiettivo di supportare le fasi di avvio dell’allattamento. Per particolari bisogni viene contattato, dal personale referente, anche il pediatra del Nido.

A trenta giorni dalla nascita
Infine per il controllo del puerperio a 30 giorni dal parto è accessibile un ambulatorio gestito dalle ostetriche.


Mese della prevenzione al Centro dentistico di via San Marco

Il Centro odontostomatologico di via San Marco dedica l’intero mese di maggio alla salute dentale e attende bambini e adulti per la prima visita preventiva. Obbligatoria la prenotazione

Un mese dedicato alla salute dentale. Da lunedì 2 maggio il Centro odontostomatologico Sacro Cuore Don Calabria di via San Marco 121 a Verona (nell’area del Centro Polifunzionale Don Calabria) dedica un intero mese alla salute dei denti.

Gli specialisti del Centro, diretto dal dottor Carlo Raimondo, attendono i cittadini per una visita preventiva. È necessaria la prenotazione telefonando al numero 045.6014650, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17

La struttura, che si estende per 600 mq, dispone di 13 riuniti (poltrone odontoiatriche), tra cui un ambulatorio chirurgico con tutte le caratteristiche di una sala operatoria destinata ad interventi odontoiatrici di una certa rilevanza. Un ampio spazio è invece riservato a cinque postazioni di ortodonzia pediatrica, spazio che sottolinea la forte attenzione del Centro per la prevenzione, soprattutto rivolta ai bambini.

Il Centro odontostomatologico – che dispone delle più moderne tecnologie per la diagnosi e l’implantologia – è un vero e proprio “reparto” dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Infatti si avvale della consulenza di medici radiologi, anestesisti e di laboratorio della struttura sanitaria della Valpolicella.

Per ulteriori informazioni sul Centro odontostomatologico Sacro Cuore Don Calabria: https://www.sacrocuore.it/Servizi-di-diagnosi-e-cura/Centro-Odontostomatologico/


Asma e allergie: i consigli dell'esperto

Oggi è la Giornata mondiale dell’asma, che in Italia colpisce oltre 3 milioni di persone, ma in molti sottovalutano i sintomi e le possibili conseguenze. Ne abbiamo parlato con il dott. Carlo Pomari, responsabile di Pneumologia al Sacro Cuore

L’asma è una malattia delle vie aeree che colpisce, con varia intensità, in tutto il mondo (300 milioni di persone malate, cioè una ogni 20). In Italia l’incidenza è superiore al 6% della popolazione, pari a oltre 3 milioni e mezzo di persone. Molto spesso questo disturbo è associato alle allergie, ma su di esso incidono molti altri fattori legati allo stile di vita, al clima e all’inquinamento. Ne abbiamo parlato con il dott. Carlo Pomari, responsabile dell’Unità semplice di Pneumologia del Sacro Cuore, in occasione della giornata mondiale dedicata a questa malattia che si celebra il 3 maggio.

Dott. Pomari, cos’è l’asma?
L’asma è una malattia caratterizzata da un’ostruzione reversibile delle vie aeree solitamente dovuta a un processo infiammatorio. In genere l’infiammazione è causata da una qualche forma di allergia ed ha delle radici di tipo genetico. Talvolta un soggetto può ammalarsi di asma in seguito all’esposizione prolungata a sostanze presenti nell’ambiente di lavoro. In questo caso si parla di asma professionale.

Si può guarire?
L’asma è una malattia cronica comune e potenzialmente grave, che tuttavia può essere tenuta molto bene sotto controllo., perché può essere trattata efficacemente e la maggior parte dei pazienti possono raggiungere un buon controllo della malattia. L’importante è non trascurarla, non sottovalutare i sintomi ed essere il più possibile regolari nell’assunzione della terapia prescritta dallo specialista pneumologo.

Quali sono i sintomi più importanti?
I sintomi più comuni sono respiro corto, oppressione toracica, tosse persistente di varia intensità, sibili, dispnea. Naturalmente questi sintomi variano molto nel tempo. Ad esempio il malessere sarà molto pronunciato quando si entra a contatto con sostanze allergeniche che possono scatenare una crisi, mentre i sintomi saranno meno intensi o assenti nei periodi compresi tra una crisi e l’altra.

Ci sono dei campanelli d’allarme?
Attacchi di tosse prolungati dopo uno sforzo o dopo una risata. Fiato corto e senso di oppressione notturno senza cause apparenti. Strascichi di tosse per molto tempo dopo un raffreddore. Sono tutte situazioni che, se si ripetono in modo ricorrente, dovrebbero indurre a fare degli approfondimenti.

Cosa fare quando ci si accorge di avere questi sintomi?
Anzitutto non bisogna sottovalutarli. Purtroppo di solito succede che se un malessere non interferisce con la vita quotidiana, tendiamo a dimenticarlo. Così gli attacchi di tosse prolungati vengono attribuiti a cause spesso infondate, quali lo stress, il freddo o altro. E solo quando il disturbo diventa cronico si va a farsi vedere dal medico.

Quali esami bisogna fare per approfondire un sospetto di asma?
Bisogna fare due esami funzionali molto semplici. Si tratta della spirometria e del test di provocazione bronchiale aspecifico. Nel primo caso si misura la quantità ed il flusso di aria emessa da un soggetto soffiando nello spirometro prima e dopo la somministrazione di un farmaco broncodilatatore. Invece il test di provocazione bronchiale consiste nella somministrazione di metacolina, una sostanza che somministrata per aerosol nei soggetti asmatici provoca entro sette dosi una progressiva riduzione del 20% dei flussi espiratori rispetto al valore basale, confermando la diagnosi.

Quali sono le terapie?
Le terapie per l’asma oggi sono molto efficaci e tarate assai bene sulle reali condizioni del paziente, grazie a test che possono vedere con precisione il livello di infiammazione delle vie aeree, permettendo di dosare i farmaci in modo adeguato. I farmaci usati sono i broncodilatatori e i cortisonici inalatori.

Cosa succede se la malattia viene trascurata?
Un asma trascurato o curato male può portare a crisi via via più pesanti, con sintomi sempre più accentuati e frequenti. Nel 2015 in Italia sono morte un centinaio di persone in seguito ad attacchi d’asma. Inoltre se non viene curato, l’asma può portare alla BPCO, che è una malattia più grave e non reversibile delle vie aeree, caratterizzata da una definitiva perdita di funzione polmonare.

Quali allergie possono provocare l’asma?
Come si diceva, spesso sono le allergie i fattori scatenanti dell’asma. Tra le sostanze più insidiose, da questo punto di vista, ci sono svariati tipi di pollini, per non parlare della parietaria e delle graminacee. Un potente allergenico sono alcuni tipi di muffa, come l’alternaria che si crea su specifici materiali in via di decomposizione o in colonie come ad esempio carta da parati, foglie, tappeti, ecc… In questo caso, ad esempio, ci si accorge dell’allergia quando si viene colti da attacchi asmatici tutte le volte che si entra in un determinato luogo. Anche i peli di gatto sono molto allergenici, tanto più se consideriamo che possono restare in un ambiente anche per 5-6 anni.

Cosa si può fare a livello di prevenzione?
La prevenzione primaria si fa limitando i contatti con le sostanze che scatenano gli attacchi.

E riguardo allo stile di vita?
Per un soggetto asmatico è particolarmente importante seguire uno stile di vita corretto, così da limitare la frequenza e l’intensità delle crisi. Quindi niente fumo e niente abuso di sostanze alcoliche. Un discorso a parte va fatto sull’alimentazione. Spesso le crisi asmatiche sono associate a reflusso gastro-esofageo, in modo particolare in soggetti sovrappeso. Perciò se si vuole tenere sotto controllo l’asma è fondamentale alimentarsi in modo corretto.

Com’è la situazione a livello epidemiologico?
In Italia l’incidenza dell’asma è compresa fra il 5 e il 7% della popolazione. Tra l’altro il trend è in crescita, anche perché c’è un significativo aumento di persone, soprattutto bambini, che sviluppano una qualche forma di allergia.

E l’inquinamento?
Indubbiamente l’inquinamento accentua i sintomi nei soggetti asmatici. Questo vale soprattutto per le polveri sottili e per l’ossido di azoto prodotto dagli scarichi delle automobili.

matteo.cavejari@sacrocuore.it


A Negrar il meeting dei Centri europei di Medicina Tropicale

Venerdì e sabato TropNet, il network che mette in rete 71 Centri europei di Medicina Tropicale terrà il suo metting annuale al “Sacro Cuore Don Calabria”

È il network che mette in rete 71 Centri europei che si occupano di Medicina Tropicale e salute dei viaggiatori. Il TropNet terrà il suo meeting annuale al “Sacro Cuore Don Calabria” venerdì 19 e sabato 30 aprile, per la seconda volta nella sua storia, la prima è stata nel 2009 in occasione del Congresso europeo di Medicina tropicale e Salute internazionale organizzato dal Centro di Negrar, diretto dal dottor Zeno Bisoffi.

Al meeting saranno presenti 45 membri, rappresentanti di prestigiosi Centri come il Swiss Tropical and Health Institute di Basilea, Isglobal di Barcellona, l’Institute of Tropical Medice di Anversa, l’Institute of Tropical Medicine and International Health di Berlino e l’Hospital for Tropical Diseases di Londra.

Il TropNet ha tra i suoi compiti principali quello della sorveglianza. La costituzione in rete permette di segnalare precocemente l’esistenza di epidemie di malattie tropicali nel mondo e quindi di avvisare il viaggiatore del rischio di infezione. È accaduto in passato per la Tripanosomiasi africana, una forma acuta di “Malattia del sonno”. Ma anche per la Sarcocistosi, un’infiammazione diffusa dei muscoli, descritta da vari centri europei in turisti di ritorno dalla Malesia.

La presenza nel network dei maggiori esperti europei di malattie tropicali e di Centri con casistiche molto rilevanti fa sì che il TropNet abbia un ruolo importante riguardo all’utilizzo di farmaci anche non registrati dalle agenzie competenti, di cui può monitorare l’efficacia e segnalare su larga scala eventuali effetti collaterali. Accade per l’Artesumato, un farmaco contro la malaria su cui si sono accessi i riflettori in occasione dell’assegnazione del Nobel per la Medicina. Essendo prodotto in Cina non secondo le regolamentazioni internazionali, non ha ancora ricevuto l’approvazione dall’EMA, ma l’uso è raccomandato da TropNet in quanto dà risultati decisamente migliori di altri farmaci in caso di malaria grave.

Altro obiettivo della “rete europea” di Centri per le Malattie Tropicali è di uniformare su tutto il vecchio continente i protocolli di diagnosi e, soprattutto, di terapia per le principali patologie infettive d’importazione.

Sorveglianza, utilizzo di nuovi farmaci, armonizzazione delle cure saranno anche i temi che verranno trattatati durante la due giorni al Centro di formazione e solidarietà dell’ospedale di Negrar. Gli esperti si confronteranno poi su vari temi di medicina dei viaggi, tra cui l’attuale epidemia di Zika, il virus responsabile di febbri trasmesse dalla zanzara tigre in America Latina e minaccia per le donne gravide in quanto causa microcefalia nei neonati.


Lotta alla malaria, c'è ancora molto da fare

La malaria uccide ogni anno quasi mezzo milione di persone, ma si vedono segnali di speranza nella battaglia contro questa malattia. Ce li spiega il dott. Andrea Angheben, infettivologo del Centro per le Malattie Tropicali

Ogni anno la malaria uccide quasi mezzo milione di persone nel mondo, di cui il 70% sono bambini con meno di 5 anni. Si tratta della terza causa di mortalità dovuta a malattie infettive, superata solo da TBC e HIV (vedi alcuni dati). Anche in Italia, ogni anno, vengono segnalati e curati centinaia di casi di malaria. Tra questi, una media di 40 casi all’anno vengono trattati presso il Centro per le Malattie Tropicali dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria, diretto dal dott. Zeno Bisoffi, che è centro di riferimento regionale per le malattie tropicali ed è una delle realtà più importanti a livello nazionale per questo tipo di patologie. Tra l’altro per l’ospedale di Negrar è in corso l’iter per il riconoscimento di IRCCS (Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico) relativamente proprio all’ambito delle Malattie tropicali e della Medicina delle migrazioni.

In occasione della giornata mondiale della malaria, che si celebra il 25 aprile, abbiamo parlato dei progressi nella lotta a questa malattia con il dott. Andrea Angheben, medico infettivologo del Centro per le Malattie Tropicali del Sacro Cuore.

Dott. Angheben, a che punto siamo nella lotta alla malaria?

I dati relativi alla diffusione e alla mortalità sono ancora molto elevati. Tuttavia sono numeri in forte calo rispetto al recente passato, perchè negli ultimi anni sono stati fatti notevoli progressi.

Quali progressi?

C’è una combinazione di più interventi che hanno permesso di aggredire la malaria sotto vari aspetti. Ad esempio sono stati fatti investimenti importanti per diffondere l’uso di zanzariere da lettoimpregnate con permetrina, una sostanza che tiene lontane le zanzare. Questo rappresenta una modalità efficace di prevenzione della malaria soprattutto per i bambini. Ma anche nel campo delle cure sono stati fatti grandi progressi.

Si riferisce alle cure contro le patologie parassitarie che hanno fruttato il premio Nobel per la Medicina a tre ricercatori nel 2015?

Sì, e in particolare mi riferisco alla dott.ssa Youyou Tu che ha ricevuto il Nobel per aver scoperto e sviluppato il principio attivo dell’artemisinina. I farmaci sviluppati da questo principio sono usati da qualche anno contro la malaria e hanno un’efficacia molto elevata.

Perché questi farmaci sono così efficaci?

Anzitutto perché l’artemisinina è molto rapida nel ridurre la carica di parassiti della malaria presenti nel sangue della persona malata, agendo come una sorta di “antibiotico veloce”. Inoltre ha la proprietà di uccidere i gametociti del parassita, che sono il veicolo attraverso il quale le zanzare si infettano pungendo un soggetto malato.

Riguardo ai farmaci anti-parassitari che hanno portato al Nobel per la Medicina, anche il Centro per le Malattie Tropicali di Negrar è coinvolto in alcuni progetti di studio, vero?

Sì, il nostro Centro coordina uno studio europeo multicentrico per stabilire il dosaggio appropriato di ivermectina per la cura della strongiloidosi, una malattia parassitaria riemergente anche in Italia (l’ivermectina è un antiparassitario derivato dall’avermectina, agente bioattivo scoperto da Omura e Campbell, premiati con il Nobel nel 2015 insieme a Youyou Tu). Riguardo alla malaria, invece, il CMT è impegnato in uno studio di sorveglianza post-marketing di un farmaco basato sull’associazione tra di-idro-artemisinina e piperachina, attualmente usato per trattare i pazienti affetti dalla malattia e dell’artesunato, usato nei casi di malaria grave

Sul fronte di un eventuale vaccino cosa possiamo dire?

Esiste un vaccino che si trova nella fase finale della sperimentazione. La sua efficacia è compresa fra il 30 e il 40% nei bambini. Non molto, apparentemente, ma se lo pensiamo in combinazione con gli altri interventi già citati, può dare un’ulteriore sostanziale contributo nel ridurre la diffusione e la mortalità della malaria.

Parliamo del Centro per le Malattie Tropicali di Negrar. Trattate molti casi di malaria?

Da quando è nato il nostro centro, nel 1989, abbiamo preso in carico più di 1500 casi di malaria. Attualmente la media è di 40 casi all’anno.

Ma quindi la malaria è presente in Italia?

Nella quasi totalità dei casi si tratta di persone che si ammalano durante un viaggio in zone a rischio e sviluppano la malattia al loro rientro. Questo vale per i turisti e per i migranti che tornano in patria a trovare parenti e amici senza fare una profilassi contro la malattia. Poi ci sono alcuni migranti che arrivano in Italia già malati dalla loro terra d’origine.

Quali sono le zone più a rischio?

Sicuramente l’Africa sub-sahariana soprattutto occidentale è l’area dove c’è maggior diffusione della malattia. Altre aree con una certa presenza della malaria sono il Sud-Est Asiatico, in particolare il “triangolo” Cambogia-Thailandia-Vietnam, e l’Amazzonia, per le americhe.

Quali sono i servizi del Centro riguardo alla malattia?

Anzitutto abbiamo un ambulatorio di consulenze pre-viaggio per chi si deve recare in zone a rischio. Per accedervi bisogna rivolgersi alla segreteria del reparto. Si tratta di un servizio fondamentale, perché per certi tipi di viaggio non basta informarsi su Internet ma c’è bisogno di una vera e propria consulenza personalizzata alla luce del tipo di viaggio e delle condizioni di salute del soggetto. Ad esempio nel caso della malaria diamo una serie di consigli da seguire per ridurre i rischi e, se è il caso, indichiamo la profilassi più corretta.. Inoltre, se è il caso, già nella visita di consulenza possiamo procedere con le vaccinazioni più indicate.

E se qualcuno si presenta da voi con sintomi sospetti dopo un viaggio?

Siamo attrezzati per fare il test della malaria 24 ore su 24 e 7 giorni su 7. Infatti nel caso della malaria la diagnosi tempestiva è assolutamente fondamentale. Qualora il test sia positivo o in caso di sintomi acuti procediamo al ricovero nel reparto dove abbiamo 14 posti letto. In generale noi consigliamo a qualunque viaggiatore di fare un controllo in caso di comparsa di febbre elevata nel periodo successivo ad un viaggio in zone a rischio.

matteo.cavejari@sacrocuore.it


Malattie trasmesse dalle zecche: cosa fare?

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Venerdì 15 aprile in Sala Perez oltre 140 esperti provenienti da tutto il Triveneto si confrontano sulle problematiche connesse ai morsi di zecca. L’incontro è organizzato dal Centro per le Malattie Tropicali

Quali malattie può portare un morso di zecca? Come si fa ad individuarle? E come va gestito un paziente con una problematica di tal genere? Sono questi alcuni dei temi che verranno affrontati venerdì 15 aprile al Sacro Cuore, in occasione del convegno intitolato “Le malattie trasmesse dalle zecche in area locale e tropicale” (vedi programma allegato).
L’incontro, organizzato dal Centro per le Malattie Tropicali diretto dal dott. Zeno Bisoffi, vedrà la partecipazione di oltre 140 esperti del settore provenienti da diverse strutture sanitarie del Triveneto. Proprio il reparto di Malattie Tropicali del Sacro Cuore, insieme all’ospedale di Belluno, è centro regionale accreditato per le malattie rare infettive, tra cui quelle trasmesse dalle zecche.

Un problema in crescita
I morsi di zecca, e le malattie correlate, rappresentano un problema sempre più frequente per due motivi. Da un lato il cambiamento del clima sta favorendo una maggiore proliferazione di questo insetto, da sempre presente soprattutto nelle zone montane e rurali del Veneto, Friuli e Trentino Alto Adige. Dall’altro lato aumenta il numero di viaggiatori che si recano in Paesi tropicali dove sono endemiche alcune malattie trasmesse dalle zecche.
Le zecche portano malattie diverse a seconda della zona in cui si trovano – dice la dott.ssa Anna Beltrame, responsabile scientifica del convegno – in genere si tratta di malattie rare che presentano sintomi molto variabili, il che ne rende difficile l’individuazione specialmente se il paziente non viene seguito in modo adeguato. Per questo è fondamentale individuare un protocollo condiviso e uniforme per la gestione di questi casi“.

Quali malattie?
Le zecche possono trasmettere batteri, virus e parassiti responsabili di vari tipi di malattia. Tra le infezioni più frequenti causate dal loro morso in Italia ci sono la malattia di Lyme e la infezione da TBE (Tick-Borne Encephalitis) virus che in alcuni casi può avere delle gravi complicanze neurologiche. Riguardo alla malattia di Lyme, in Veneto sono stati segnalati 46 casi nel 2015, concentrati soprattutto in provincia di Belluno. Per la TBE i dati epidemiologici parlano invece di 159 casi in Italia tra il 2001 e il 2010 (dati riportati da European Centre for desease prevention and control, 2012). Per entrambe le malattie gli esperti sono concordi nell’affermare che i dati sono sottostimati. Dai Paesi tropicali i turisti possono invece importare patologie come la rickettsiosi, la tularemia e altre.

I sintomi e la gestione medica
Quando un paziente arriva dal medico in seguito a un morso di zecca, la prima cosa da fare è rimuovere la zecca. “Questa operazione va fatta senza usare nessun tipo di sostanza, perché così è meno probabile che la zecca rigurgiti i suoi germi infettando il paziente“, dice la dott.ssa Beltrame.
Successivamente è necessario fare un periodo di osservazione clinica, per valutare se l’infezione c’è stata o no. I principali sintomi da valutare: la comparsa di un’eruzione cutanea nella zona del morso (entro 7 giorni), probabile segnale di Lyme; la presenza di altri disturbi quali febbre, malessere, dolori articolari; l’accentuarsi di sintomi neurologici che possono indicare TBE (entro un mese dal morso).
Il passo seguente, nella gestione medica del morso di zecca, è l’invio del paziente a fare indagini sierologiche dopo 4-6 settimane per accertarsi che non ci sia stata infezione. Nel caso di morsi di zecca avvenuti in zone tropicali, inoltre, è fondamentale che gli esami siano effettuati presso centri di riferimento per le malattie tropicali.

Il convegno
Nel convegno la tematica verrà affrontata con un approccio multidisciplinare. Dopo un’introduzione sulle caratteristiche delle zecche e le modalità di estrazione delle stesse, si effettuerà l’aggiornamento dei dati epidemiologici delle varie patologie correlate, con un approfondimento delle loro manifestazioni cliniche, delle indagini e delle terapie disponibili. La parte finale sarà dedicata alla prevenzione e alla proposta di uno schema uniforme di gestione dei pazienti affetti da questa problematica.

matteo.cavejari@sacrocuore.it


05/04/2016 Aperto il bando per otto volontari del Servizio Civile

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Possono partecipare tutti i giovani di età compresa tra 18 e 28 anni. La domanda va presentata entro il 20 aprile. I volontari selezionati affiancheranno per un anno gli educatori e gli operatori di Casa Nogarè, Casa Clero e Casa Perez.

IL BANDO
È aperto il bando per la selezione di giovani volontari che vogliano fare il Servizio Civile Nazionale presso la Cittadella della Carità di Negrar. I posti disponibili sono otto, suddivisi fra le tre strutture socio-sanitarie della Cittadella: Casa Perez, Casa Nogarè e Casa Clero.

La domanda va presentata entro mercoledì 20 aprile alle ore 14, compilando gli appositi moduli (domanda e curriculum) e consegnandoli o inviandoli al Centro Sociale di Casa Perez. Possono candidarsi giovani maschi e femmine che al momento della domanda abbiano un’età compresa tra 18 anni (compiuti) e 29 anni (non compiuti). Il bando è aperto a cittadini dell’Unione Europea e a cittadini non comunitari in regola con il permesso di soggiorno. Per chiarimenti e ulteriori informazioni ci si può rivolgere agli educatori della Cittadella della Carità (tel. 045.6013656 / 6013066; e-mail csocialeperez@sacrocuore.it / educazione@sacrocuore.it).

Le candidature pervenute entro il 20 aprile saranno valutate dall’ufficio del Servizio Civile dell’Opera Don Calabria. Verranno considerati con attenzione sia i titoli dei candidati sia le loro esperienze nel campo del volontariato, dopodiché ci sarà un colloquio conoscitivo e motivazionale con ogni candidato. Infine entro il mese di giugno sarà definita una graduatoria con la scelta degli otto volontari. Il Servizio vero e proprio inizierà indicativamente nel mese di settembre 2016.

IL PROGETTO
Tutti gli obiettivi del Servizio, l’organizzazione e le attività richieste ai volontari sono contenute nel progetto intitolato “Incontrarsi e raccontarsi: storie che educano” (vedi sintesi progetto). I giovani saranno chiamati a collaborare con il personale specializzato delle tre Case affiancando gli ospiti nei vari momenti della giornata, quali ad esempio: laboratori, accompagnamento ai pasti, feste di compleanno, gite e uscite, colloqui, incontri… In particolare verrà richiesto ai volontari di impegnarsi nel creare una relazione attiva con gli ospiti, ponendosi in un atteggiamento di ascolto e valorizzando le loro storie di vita, i loro interessi e i loro ricordi.

Le strutture nelle quali saranno inseriti i servizi civili sono di tipo socio-sanitario. In particolare a Casa Nogarè ci sono una casa di riposo, una Residenza Sanitaria Assistenziale ad indirizzo riabilitativo funzionale e una Speciale Unità di Accoglienza per persone in stato vegetativo permanente. A Casa Clero sono ospitati sacerdoti anziani non autosufficienti. A Casa Perez, infine, ci sono una casa di riposo per persone non autosufficienti con problemi sociali e psichiatrici e una RSA sempre per persone con problemi sociali e psichiatrici cronici.

IL SERVIZIO
Il Servizio Civile Nazionale, istituito nel 1998, dura 12 mesi per un impegno settimanale di 30 ore distribuite su 5 o 6 giorni. Ai volontari è corrisposto un incentivo di 433,80 € mensili. L’Opera Don Calabria è da tempo un ente accreditato dall’ufficio nazionale del Servizio Civile per fare progetti e accogliere giovani volontari nelle proprie attività. Attualmente nelle varie realtà dell’Opera sono già operativi 35 volontari, che stanno svolgendo il servizio nelle Case di San Benedetto (Verona), Catanzaro e Termini Imerese (Palermo).

Oltre al progetto della Cittadella della Carità, è aperto il bando, con scadenza il 20 aprile, per un progetto per quattro volontari anche al Centro Polifunzionale Don Calabria di Verona. Tutte le informazioni in merito si possono trovare sul sito www.serviziociviledoncalabria.it.

matteo.cavejari@sacrocuore.it


Quel dolore diffuso che nasconde la fibromialgia

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Quel dolore diffuso che nasconde la fibromialgia

Si tratta di una sindrome difficile da diagnosticare perché oltre al dolore presenta molti altri sintomi. Se ne parlerà sabato 9 aprile in un convegno in Sala Perez

“Dottore, sento dolore ovunque”. È una delle frasi più comuni che i medici di medicina generale sentono pronunciare dai loro pazienti. L’espressione di uno stato di malessere molto accentuato che spesso nasconde una sindrome, la fibromialgia, difficile da diagnosticare in quanto caratterizzata dai sintomi più disparati.

Della sindrome fibromialgica, della diagnosi e della terapia, si parlerà nel IX Seminario di Reumatologia della Valpolicella, che si terrà sabato 9 aprile dalle 8.30 nella sala convegni “Fr. Perez” dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar. Un incontro formativo annuale, promosso dall’Unità operativa semplice di Reumatologia, diretta dal dottor Antonio Marchetta, rivolto in particolare ai medici di medicina generale, in prima linea riguardo alle malattie reumatiche. Patologie che negli ultimi dieci anni hanno conosciuto grandi novità soprattutto nell’ambito terapeutico, con l’impiego dei farmaci biotecnologi affiancati a quelli tradizionali (per ulteriori informazioni sul convegno: http://formazione.sacrocuore.it/CorsiDettaglio.aspx).

Durante la mattinata, a cui presenzierà anche l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, verrà trattato anche il tema dell’edema osseo con la lettura magistrale del professor Luigi Sinigaglia, direttore della Reumatologia dell’Istituto Gaetano Pini di Milano. A seguire il professor Giampiero Girolomoni, direttore della Scuola di Specializzazione in Dermatologia e venereologia dell’Università di Verona, parlerà delle manifestazioni dermatologiche nelle malattie reumatiche.

Dottor Marchetta, cos’è la fibromialgia?

È una forma molto comune di dolore muscolo-scheletrico diffuso, di affaticamento (astenia) e disturbi del sonno che colpisce circa 1.5-2 milioni di italiani, la maggior parte donne. Occorre chiarire che la fibromialgia non è un’artrite ma interessa prevalentemente i muscoli, i legamenti e i tendini. È una condizione che viene definita sindrome, dal momento che può manifestarsi con svariati sintomi .

Oltre al dolore diffuso, cosa lamenta il paziente?

Molto spesso sono presenti numerosi altri segni e sintomi con possibile interessamento di quasi tutti gli organi e apparati. L’insonnia o il cattivo riposo è un sintomo molto invalidante come la forte stanchezza (astenia). Molte persone riferiscono di cambiamenti repentini del tono dell’umore, e molto spesso i pazienti con fibromialgia presentano anche un quadro di depressione o disturbi di ansia. Altri sintomi sono la cefalea, di tipo muscolotensivo, disturbi gastrointestinali come il colon irritabile con alternanza di diarrea e stipsi, formicolio alle braccia e alle gambe, spasmi vescicali che costringono a urinare spesso. Il freddo acuisce tali disturbi.

Quali sono le cause della fibromialgia?

Al momento sono ignote. Esistono però vari fattori che possono scatenarla. Eventi stressanti come un lutto, una separazione, un trauma fisico o psichico, una malattia, la perdita del lavoro.

Come viene diagnosticata?

La diagnosi di questa sindrome a volte non è agevole, perché all’apparenza il paziente si presenta sano. Normalmente non si rilevano alterazioni degli esami di laboratorio come gli indici di infiammazione o i test reumatici così come gli esami strumentali quali quelli radiologici. Di fronte a un paziente con fibromialgia vanno escluse tutte le altre possibili malattie reumatologiche e non. La diagnosi è comunque fondamentalmente clinica e importante è l’associazione tra il dolore diffuso e la presenza di aree (tender points) che alla pressione evocano un dolore molto intenso.

Come si cura?

Essendo la fibromialgia un insieme di sintomi non esiste una cura specifica, ma una serie di interventi terapeutici per migliorare la qualità di vita del paziente. Il trattamento deve essere personalizzato e multispecialistico e comprendere figure quali il medico di medicina generale, il reumatologo, il fisiatra, lo psicologo e tutti gli specialistici interessati ai sintomi che il paziente lamenta. Le opzioni possono essere molte: la prescrizione di farmaci per attenuare il dolore o per riposare meglio; programmi di attività fisica che comprendano esercizi di stretching muscolare, tecniche di rilassamento ed altre metodiche per diminuire la tensione muscolare. La terapia termale è un valido presidio così come le terapie psicologiche cognitivo-comportamentali per aiutare il paziente a comprendere la sua malattia e imparare a convivere con la fibromialgia.

elena.zuppini@sacrocuore.it