Una visita per prevenire i tumori del cavo orale

Venerdì 1 aprile sarà possibile fare una visita di controllo della bocca, gratuitamente e senza bisogno di prenotazione, presso l’ambulatorio ORL di Casa Nogarè. Orario del servizio: dalle 8,30 alle 12,00

L’ospedale Sacro Cuore Don Calabria aderisce alla seconda giornata nazionale di prevenzione e diagnosi precoce dei tumori del cavo orale, organizzata dall’Aooi (Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani). L’appuntamento è per la mattinata di venerdì 1 aprile, dalle 8.30 alle 12.00, quando i cittadini potranno presentarsi all’ambulatorio ORL del Sacro Cuore, presso i poliambulatori di Casa Nogarè, per ricevere una visita di screening del cavo orale, gratuita e senza bisogno di prenotazione o impegnativa.

Qualora durante la visita fosse riscontrato il bisogno di qualche approfondimento, il paziente verrà inserito in un percorso di controllo adeguato, con l’ulteriore garanzia di trovarsi all’interno di un ospedale che si è recentemente costituito in Cancer Care Center, secondo un modello organizzativo che favorisce la presa in carico rapida e coordinata dei pazienti con sospetta diagnosi tumorale (vedi maggiori notizie sul Cancer Care Center).

Il cavo orale comprende lingua, gengive, guance, la parte inferiore della bocca, palato e labbra. I tumori di questo distretto hanno in Italia un’incidenza compresa tra 4 e 12 nuovi casi per 100mila abitanti all’anno. In genere si tratta di patologie che, con una diagnosi precoce, possono essere trattate efficacemente con metodi non invasivi, senza interventi demolitivi e con un’alta percentuale di sopravvivenza libera da malattia.

I maggiori fattori di rischio per questo tipo di tumori sono il fumo e l’abuso di alcol – dice il dott. Sergio Albanese, direttore dell’UOC di Otorinolaringoiatria del Sacro Cuore – Anche una dieta molto povera di frutta e verdura o altre situazioni che provocano una reiterata infiammazione della mucosa orale aumentano le probabilità di incorrere nella malattia. Tuttavia la vera emergenza è un’altra. Si è riscontrato, infatti, che negli ultimi anni c’è stata una crescita significativa di tumori del cavo orale e della gola correlati all’infezione da papilloma virus (HPV positivi). L’OMS parla addirittura di un aumento del 5% annuo a livello mondiale“.

Il papilloma virus è noto da tempo come un agente oncogeno a trasmissione sessuale, capace di favorire l’insorgere del tumore del collo dell’utero. In realtà si è scoperto negli ultimi anni che, in caso di rapporti orali, questo virus può infettare anche alcune cellule della gola, favorendo a lungo andare l’insorgere di tumori del distretto oro-faringeo. Proprio il cambiamento delle abitudini sessuali e l’aumento della promiscuità starebbe alla base di una progressiva diffusione del papilloma virus e dei tumori correlati.

Si tratta di una situazione allarmante anche perché il virus, una volta infettata la gola, si può trasmettere al partner anche con un normale bacio – dice ancora il dott. Albanese – ed è anche per questo che bisogna fare più informazione e prevenzione“.

Presso l’UOC di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Negrar nel 2015 sono state eseguite circa 4mila visite e 2.500 interventi in ambito ORL, comprendenti una quota di pazienti oncologici.

I pazienti con tumori della sfera ORL, a seconda della situazione, vengono inoltre prontamente trattati con chemio e radioterapia, secondo un percorso integrato con gli altri reparti operanti in campo oncologico all’interno dell’ospedale di Negrar.

matteo.cavejari@sacrocuore.it


Dormire bene è un sogno che può diventare realtà

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In occasione della giornata mondiale del sonno, il Centro di Medicina del sonno e l’associazione InFormaSonno si mettono a disposizione per dare informazioni e consigli sui disturbi del dormire. L’appuntamento è per sabato 26 marzo in Piazza Bra, a Verona

“Il buon sonno è un sogno raggiungibile”. Con questo tema si celebra oggi la giornata mondiale del sonno, il cui obiettivo è promuovere la conoscenza dei disturbi del sonno e sensibilizzare sulle ricadute che tali disturbi hanno sulla società (vedi poster allegato).

In occasione di questa giornata, anche il Centro di Medicina del sonnodel Sacro Cuore e l’associazione InFormaSonno si mobilitano per tenere alta l’attenzione su un problema che interessa in varia misura circa il 45% della popolazione italiana. In particolare i due enti promuoveranno una giornata di sensibilizzazione il prossimo SABATO 26 MARZO, allestendo uno stand informativo in Piazza Bra, nel cuore di Verona. A partire dalle 10 esperti e volontari saranno a disposizione per dare consigli sulle regole del dormire bene e per fornire materiale informativo a tutte le persone interessate. Tra i problemi al centro dell’attenzione: apnee notturne, insonnia, sindrome delle gambe senza riposo, disturbi del sonno nei bambini.

Il Centro di Medicina del sonno dell’ospedale di Negrar, diretto dal dott. Gianluca Rossato, opera da diversi anni nella prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi del sonno. Nel 2015 i medici del Centro hanno effettuato quasi 1600 visite, eseguendo 904 polisonnografie (l’esame elettivo per la diagnosi di disturbi del sonno). Inoltre sono state fatte 744 saturimetrie notturne, esame per valutare la saturazione del sangue durante il sonno, e 322 terapie ventilatorie cpap/bipap finalizzate ad aiutare i pazienti nella respirazione durante il sonno. InFormaSonno è un’associazione nazionale nata lo scorso anno grazie aai medici del Centro di Negrar proprio con l’obiettivo di sensibilizzare sui problemi legati ai disturbi del sonno, servendosi in particolare del primo portale italiano dedicato al mondo del dormire: www.informasonno.it.

I disturbi del sonno provocano un sensibile peggioramento nella qualità della vita di chi ne è afflitto, con ripercussioni sul lavoro, sulla vita sociale e sulla salute. Inoltre sono alla base di molti incidenti stradali (si calcola che mediamente ogni anno ci siano mille morti e 120mila feriti per incidenti causati da colpi di sonno). A tal proposito, da gennaio 2016 è in vigore una normativa europea che impone vincoli più stretti per il rinnovo della patente a chi soffre di apnee notturne. Altro aspetto significativo è l’uso di sonniferi. Ogni anno in Italia si spendono 500 milioni di euro per l’acquisto di farmaci che aiutano a dormire, nella maggioranza dei casi senza alcun controllo medico. D’altra parte solo una persona su quattro, tra quelle con problemi di sonno, si rivolge ad un medico. Un vero peccato, perché in molti casi con i giusti accorgimenti si possono ottenere sensibili miglioramenti nel riposo notturno.


Disponibile on line il kit per gli esami parassitologici

Con pochi semplici passaggi è possibile ricevere direttamente a casa i contenitori per la raccolta di campioni biologici necessari per alcuni esami da eseguire al Laboratorio del Centro per le Malattie Tropicali

Sul sito www.sacrocuore.it è disponibile un nuovo servizio che permette di richiedere online e ricevere a casa i contenitori per la raccolta dei campioni necessari per gli esami parassitologici da effettuare presso il Laboratorio di Parassitologia del Centro per le Malattie Tropicali.

Si può accedere al servizio tramite il sito www.tropicalmed.eu o dalla sezione “Servizi on line” del sito www.sacrocuore.it (il link diretto alla pagina per la richiesta dei contenitori è https://www.sacrocuore.it/contenitori). Una volta aperta la pagina apposita, l’utente deve selezionare gli esami da fare (con impegnativa del medico). A questo punto il sistema calcola in automatico i contenitori necessari per eseguire gli esami, il kit più appropriato per la loro spedizione e il relativo costo. Una volta regolarizzato il pagamento con carta di credito, il kit richiesto verrà spedito con corriere all’indirizzo indicato. Tramite e-mail il richiedente riceverà notifica dell’avvenuta spedizione e il “codice vettore” del pacco.

Gli esami per i quali è possibile richiedere i contenitori sono quelli relativi alla ricerca dei parassiti intestinali e delle vie urinarie. I contenitori sono spediti all’interno di un kit a norma per il trasporto di materiale biologico inattivato. Tale kit comprende, inoltre, le istruzioni sulle modalità di raccolta dei campioni, la documentazione per la privacy e altra modulistica per ottimizzare l’esecuzione degli esami.

Al termine della procedura, l’ospedale comunica via e-mail il costo degli esami effettuati. Il paziente, una volta regolarizzato il pagamento, potrà consultare i referti on line sempre nella sezione “Servizi on line” del sito www.sacrocuore.it (pagina diretta: https://www.sacrocuore.it/Servizi-on-line/dossier/).

Gli esami che vengono eseguiti annualmente dal Laboratorio sono più di 20mila (quasi 24mila nel 2015). Molti di essi riguardano la ricerca dei parassiti intestinali. Le richieste di esami arrivano da tutta Italia ed è per questo che si è deciso di mettere a disposizione dei pazienti la possibilità di ricevere e restituire i campioni senza dover spostarsi da casa, con l’ulteriore agevolazione di consultare on line i relativi referti.

matteo.cavejari@sacrocuore.it


L'Ambulatorio per la cura dei Tumori Neuroendocrini

Il 29 febbraio è la Giornata mondiale delle malattie rare, tra queste i Tumori Neuroendocrini. Il “Sacro Cuore Don Calabria” offre in loco tutte le opportunità terapeutiche con un Ambulatorio NET dedicato

I Tumori Neuroendocrini (NET-Neuroendocrine Tumours) del pancreas, del tratto gastroenterico e del polmone sono un gruppo eterogeneo di patologie sia per localizzazione sia per aggressività (benigni o maligni), che hanno origine dalle cellule del sistema neuroendocrino.
I NET possono essere funzionanti o non funzionanti e quando sono funzionanti secernano un ormone che provoca sintomi rilevanti sul paziente e da cui prendono il nome: insulinoma (insulina), gatrinoma (gastrina), glucanoma (glucagone), somatostatinoma (somatostatina), VIPoma (peptide vasoattivo intestinale-VIP)…
L’incidenza di 2-5 casi all’anno ogni 100mila abitanti, fa dei NET una forma oncologica relativamente rara, quindi poco conosciuta, la cui diagnosi viene effettuata spesso tardivamente in quanto queste neoplasie richiedono un approccio multidisciplinare e metodiche diagnostico-terapeutiche all’avanguardia

AMBULATORIO NET
Per questo nel 2013 è nato all’ospedale Sacro Cuore Don Calabria l’Ambulatorio NET, inserito all’interno del Dipartimento oncologico, diretto dalla dottoressa Stefania Gori. L’ambulatorio NET, coordinato dalla dottoressa Letizia Boninsegna, segue il paziente in ogni fase di diagnosi e cura inserendolo in un percorso integrato, dove ogni specialista si confronta e collabora nella gestione ottimale e personalizzata del paziente (per ulteriori informazioni dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, tel. 045.6013691, email: dip.onc@sacrocuore.itoppure letizia.boninsegna@sacrocuore.it).
L’équipe multidisciplinare Dell’ambulatorio NET fanno parte specialisti anatomopatologi, chirurghi generali e toracici, endocrinologi, diabetologi, gastroenterologi, medici nucleari, oncologi, pneumologi, radiologi e radiologi interventisti e psicologi.
Il Sacro Cuore Don Calabria ha una caratteristica unica per la presa in carico di pazienti affetti da questi tumori – afferma la dottoressa Boninsegna – in quanto dispone in loco di tutto ciò che è necessario per la diagnosi, la terapia e il follow up richiesti da questa patologia“.

LE CARATTERISTICHE
Diversamente da altre neoplasie che aggrediscono gli stessi organi, molti tumori neuroendocrini, come per esempio quello del pancreas, hanno ampie opportunità terapeutiche e prognosi favorevoli. “Personalmente sto seguendo pazienti – sottolinea il chirurgo – che sono stati operati nel 1997 e oggi stanno bene”.
Sono infatti forme oncologiche che raramente necessitano di chemioterapiapoiché la loro peculiarità è la presenza di recettori sulla superficie della membrana cellulare. Essi sono “come le serrature delle porte: indicano quale chiave usare per entrare nella cellula. L’80-90% dei NET dispongono dei recettori della somatostatina – spiega ancora Boninsegna – quindi la ‘chiave’ di accesso alla cellula è l’ormone somatostatina. Questo consente sia di diagnosticare il tumore con esami funzionali (come la PET con Gallio 68) sia di curare il tumore stesso”.

TERAPIE
In questo caso le vie terapeutiche sono due: la prima (terapia con analogo freddo) consiste nella somministrazione ogni mese dell’ormone somatostatina di sintesi (la sandostatina o l’octreotide) che ha le caratteristiche di “mettere a dormire” la cellula; la seconda (terapia con analogo caldo) è la terapia radiometabolica o radiorecettoriale, che si serve sempre della somatostatina, ma legata a un atomo radioattivo (l’ittrio o il lutezio) la cui somministrazione comporta la morte della cellula stessa.
“Quest’ultima è mirata e molto efficace, tanto che talvolta, riducendo la massa tumorale, consente di procedere chirurgicamente su casi considerati prima inoperabili”.

INTERVENTO CHIRURGICO
L’asportazione chirurgica del tumore rappresenta comunque il trattamento di prima scelta e il più efficace. “L’intervento sui tumori benigni è risolutivo – aggiunge la dottoressa Boninsegna – mentre nel caso di tumori maligni, sebbene si proceda radicalmente, vi è un rischio elevato che la malattia si riformi dopo cinque anni. Pertanto questi pazienti insieme a coloro che sono stati trattati anche per metastasi sono costretti a controlli a breve cadenza (sei mesi) e a convivere con la malattia. Per questo il Net si serve anche della fondamentale consulenza psicologica“.

CARCINOMI NEUROENDOCRINI
Una minoranza di Tumori Neuroendocrini origina da cellule neoplastiche scarsamente differenziate e caratterizzate da elevata frazione di crescita. La loro sede di origine appare ubiquitaria in quanto il tessuto neuroendocrino è diffuso ampiamente in vari organi e apparati, sia nel tratto gastroentero-pancreatico che dell’apparato respiratorio. Tali tumori sono i cosiddetti Carcinomi Neuroendocrini ed hanno una modalità di trattamento diversificata rispetto ad altre forme ben differenziate, in genere a crescita lenta con aggressività limitata (NET).

I Carcinomi Neuroendocrini infatti vengono spesso diagnosticati in fase avanzata e sintomatica della malattia, hanno una prognosi meno favorevole e presentano indicazioni a trattamento in prima linea con chemioterapia. In questo gruppo l’opzione terapeutica della Chirurgia e/o Radioterapia assume un valore limitato e palliativo e va considerata all’interno di un programma integrato che vede comunque indispensabile l’approccio chemioterapico.

elena.zuppini@sacrocuore.it


Nasce in Amazzonia un ambulatorio per l'epilessia

l servizio è stato avviato all’ospedale Divina Providência di Marituba grazie alla collaborazione tra il Sacro Cuore e il Centro universitario “Bettina Ferro” di Belem. Servirà un bacino d’utenza di 2 milioni di persone

UN SERVIZIO FONDAMENTALE
Un ambulatorio per l’epilessia che serve un bacino d’utenza di 2 milioni di persone nell’area metropolitana di Belem, capitale dello stato brasiliano del Parà: è questo il risultato di un progetto nato dalla collaborazione tra il Sacro Cuore di Negrar e l’ospedale Divina Providência di Marituba, struttura sanitaria gestita dall’Opera Don Calabria nella regione amazzonica del Brasile (130 posti letto, 500 collaboratori – vedi approfondimento). Al progetto ha partecipato anche l’ospedale universitario “Bettina Ferro” di Belem, che fa capo all’università federale del Parà e si occupa di patologie neurologiche dell’infanzia e adolescenza.

Il nuovo ambulatorio che si trova nell’ospedale Divina Providência rappresenta già un punto di riferimento fondamentale per tutta la regione in quanto nell’intero stato del Parà non ci sono strutture pubbliche accreditate per fare diagnosi accurate di epilessia. Una grave carenza, tanto più che nella sola città di Belem si stimano oltre 4mila casi di epilessia, che salgono a 15mila se si considera l’intero stato. La previsione è quella di garantire, attraverso questo servizio, tra le 1500 e le 2000 visite specialistiche annuali.

Nell’ambulatorio lavorano attualmente due neuro pediatre con formazione specifica sull’epilessia e una neurologa per adulti. Sono impiegati inoltre due infermieri formati in Neurofisiologia. L’ambulatorio va ad integrare il Servizio di Neurofisiologia che è operativo da alcuni anni al Divina Providência. Presso tale servizio si eseguono già elettroencefalografie ed elettromiografie, mentre a breve si partirà con le video-elettroencefalografie che sono indispensabili per la diagnosi di epilessia.

IL RUOLO DEL SACRO CUORE
La formazione specialistica del personale tecnico, fondamentale per questo tipo di esami, viene garantita attraverso la collaborazione con il dott. Davide Tonon coordinatore del personale tecnico del Servizio di Neurofisiologia del Sacro Cuore di Negrar. Da sette anni il Sacro Cuore organizza corsi specifici a Marituba e medici dell’ospedale brasiliano seguono periodi di perfezionamento presso l’ospedale di Negrar. In Brasile il personale sia tecnico che medico di Marituba svolge inoltre periodicamente un tempo di formazione a Porto Alegre, presso il centro di riferimento federale brasiliano per le patologie neurologiche.

Al di là del rapporto tra Negrar e Marituba, consolidato ormai da dieci anni, vorrei sottolineare l’importanza della collaborazione con il centro universitario “Bettina Ferro” che prosegue ormai da tre anni, durante i quali sono stati fatti molti eventi di formazione reciproca nel campo della Neurofisiologia e delle malattie genetiche in Neurologia pediatrica“, dice il dott. Claudio Bianconi, direttore dell’Unità di Neurologia al Sacro Cuore, che è stato recentemente a Marituba per seguire gli sviluppi del progetto. “Il servizio dedicato all’epilessia è un risultato molto importante – aggiunge il dott. Bianconi – ma nella regione amazzonica c’è bisogno di fare ancora molti passi avanti nel campo della presa in carico delle malattie neurologiche, perciò stiamo perfezionando altri progetti che riteniamo fondamentali“.

TANTI PROGETTI PER IL FUTURO
Quali progetti? Anzitutto è in fase di preparazione uno studio epidemiologico, finanziato dallo stato del Parà, per valutare l’incidenza dell’epilessia infantile nella zona di Marituba (al momento non ci sono studi né dati di alcun tipo in proposito). L’indagine verrà condotta tra i quasi quattromila bambini degli asili e delle scuole che l’Opera Don Calabria gestisce nella città di Marituba. Il gruppo di lavoro che se ne sta occupando, coordinato dalla dott.ssa Helena Feio, comprende medici dell’ospedale Divina Providência e del centro universitario “Bettina Ferro.”

Un altro progetto prevede la creazione di un database unico per la raccolta dati dei pazienti che accedono alle due strutture, con l’obiettivo di creare una modalità comune di presa in carico dei pazienti affetti da epilessia, definendo un protocollo di trattamento farmacologico condiviso che permetta di avere dati omogenei da analizzare successivamente in un lavoro scientifico congiunto. Inoltre si sta lavorando per creare un’équipe di medici esperti nella diagnosi e trattamento delle epilessie farmaco-resistenti, con definizione di un protocollo per intervento chirurgico.

L’obiettivo di lungo periodo – conclude il dott. Bianconi – è quello di arrivare alla creazione di un centro di riferimento statale per la diagnosi e la cura delle epilessie e delle epilessie farmaco resistenti pediatriche, con definizione di trattamenti farmacologici e chirurgici condivisi. Inoltre si sta lavorando per creare un gruppo multidisciplinare per la diagnosi genetica e molecolare delle patologie epilettiche complesse“.

matteo.cavejari@sacrocuore.it


Morte encefalica: aspetti medici e culturali

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Morte encefalica: aspetti medici e culturali

Sabato 20 febbraio sala Perez ospiterà un convegno sugli aspetti medici e culturali della morte encefalica. Interverranno il dottor Francesco Procaccio del Centro Nazionale Trapianti e il filosofo Umberto Galimberti

Avrà come tema la morte encefalica il convegno che si terrà sabato 20 febbraio, a partire dalle 8.30, nella sala Perez dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria. Promossa dal Dipartimento di diagnostica per immagini, diretto dal dottor Giovanni Carbognin, la mattinata sarà divisa in due parti.

«La prima parte sarà incentrata sugli aspetti rianimatori, neuro-radiologici e medico-legali della diagnosi di morte encefalica – spiega il dottor Carbognin – e vedrà la relazione anche del dottor Francesco Procaccio del Centro nazionale trapianti. La seconda parte, invece, avrà carattere culturale interessando gli ambiti filosofici, antropologici e sociologici che il tema coinvolge. Potremo ascoltare la relazione del noto filosofo Umberto Galimberti».

Perché un tema come la morte encefalica viene promosso da un ospedale dove non è presente né una Neurochirurgia né una Terapia intensiva neurochirurgica? «Anche in una struttura che non è sede di procurement di organi per i trapianti – risponde Alberto Beltramello, consulente scientifico di Neuroraradiologia per l’ospedale di Negrar e presidente in carica dell’Associazione italiana di Neuroradiologia – approfondire un tema come la morte encefalica significa un’acquisizione culturale importante per la professionalità chi opera con pazienti in fine vita”.

In Italia la dichiarazione di morte encefalica è obbligatoria al di là che la persona sia candidata o meno al prelievo degli organi e viene effettuata mediante osservazione nell’arco di sei ore da una commissione formata da un neurologo, da un rianimatore e da un medico legale. Si tratta di una diagnosi clinica e strumentale che comporta una serie di esami. Negli anni si è realizzata una migliore interpretazione di tecniche ormai consolidate, come i test di flusso, di cui si parlerà anche nel convegno.

«Ci sono situazioni in cui per le condizioni del paziente l’elettroencefalogramma non è effettuabile o altre in cui la diagnosi clinica non è assolutamente certa – prosegue Beltramello -. In questi casi si ricorre ai test di flusso, per verificare l’arresto alla base del cranio del flusso ematico, un criterio fondamentale per la diagnosi di morte encefalica». I test di flusso sono comunque obbligatori per i bambini di età inferiore ad un anno e sono l’angiografia, la scintigrafia e l’ecodoppler transcranico.

«Sette anni fa è stata aggiunta anche l’angioTac – prosegue il neuroradiologo -. Tuttavia anche con quest’ultimo esame si può verificare, soprattutto nei bambini, un minimo ingresso di liquido di contrasto all’interno del cranio attraverso le arterie carotidi, che pur essendo evidente manifestazione di stagnazione dello stesso, rende impossibile, applicando i criteri in vigore, stabilire la morte encefalica».

Grazie a uno studio collaborativo che ha coinvolto alcuni ospedali «il dottor Procaccio ed io nell’ambito del Gruppo di lavoro per l’aggiornamento del decreto ministeriale sull’accertamento di morte encefalica, di cui facciamo parte, abbiamo messo a punto un algoritmo in base al quale in presenza della stagnazione del liquido di contrasto nelle carotidi si verifica, secondo il modello francese, se le vene centrali del cervello sono iniettate. Se la risposta è negativa viene dichiarata la morte anche in presenza di un minimo ingresso intracranico di contrasto».

elena.zuppini@sacrocuore.it


Il messaggio di don Calabria per gli ammalati

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In occasione della 24ma giornata mondiale del Malato, il Superiore generale dell’Opera Don Calabria rivolge parole di incoraggiamento ai pazienti, ai loro familiari e agli operatori

In occasione della 24ma giornata mondiale del Malato, che si celebra oggi 11 febbraio, il Superiore generale dell’Opera Don Calabria, padre Miguel Tofful, ha rivolto un video-messaggio a tutti gli ammalati della Cittadella della Carità di Negrar, ai loro familiari e agli operatori sanitari che li assistono. Nel breve intervento, riportato qui sotto nella video-gallery, padre Tofful esprime la vicinanza della famiglia calabriana a tutti i sofferenti, citando le parole di papa Francesco e del fondatore san Giovanni Calabria. Sempre nella video-gallery, a tal proposito, è riportata la registrazione di alcune parole originali di don Calabria sul tema della sofferenza che tanto gli stava a cuore.

Nel pomeriggio di oggi, inoltre, la ricorrenza verrà celebrata nella Cittadella della Carità con una S. Messa alle ore 16.00 presso la chiesa dell’ospedale Don Calabria, presieduta dal parroco di Negrar don Luca Masin. I volontari dell’Unitalsi saranno a disposizione per il trasporto degli ammalati in chiesa. Al termine della celebrazione ci sarà il consueto rinfresco nel tunnel che unisce l’ospedale Don Calabria al Sacro Cuore.

La giornata mondiale del Malato, che tutta la Chiesa cattolica celebra nella ricorrenza della Madonna di Lourdes, venne istituita da papa Giovanni Paolo II nel 1993. Il tema di quest’anno, proposto da papa Francesco, prende spunto dal brano evangelico delle nozze di Cana: “Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria – «Qualsiasi cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5)”.

matteo.cavejari@sacrocuore.it


Qui le persone in stato vegetativo sono a casa

La Cittadella della Carità ospita una speciale unità di accoglienza per le persone in stato vegetativo, la prima nata nel Veronese

Il 9 febbraio del 2009 moriva Eluana Englaro, la giovane donna vissuta in stato vegetativo per 17 anni a causa di un incidente stradale, il cui decesso è sopraggiunto dopo la sospensione della nutrizione artificiale a seguito della decisione della magistratura. In questa data dal 2011 viene celebrata la Giornata nazionale degli stati vegetativi.

Una condizione di cui la Cittadella della Carità si occupa direttamente dal 2001, anno in cui è stata creata presso Casa Nogarè la prima Speciale unità di accoglienza permanente (Suap) del Veronese dedicata proprio ai pazienti in stato vegetativo o di minima responsività (filmato allegato con i contributi di Graziano Bottura, direttore di struttura, del dottor Giorgio Carbognin, responsabile medico di Casa Nogarè, del dottor Renato Avesani, direttore del Dipartimento di riabilitazione, e della dottoressa Rosalba Dall’Olio, dirigente dei Servizi socio-sanitari).

La Suap comprende dodici posti letto che non soddisfano assolutamente la richiesta del territorio, nonostante la presenza nel Veronese di altre strutture simili. Il turnover è infatti quasi inesistente perché la maggior parte degli ospiti vi rimane fino al decesso, il che significa, per quelli più giovani, anche decine di anni. Non esiste infatti una normativa regionale di riferimento che stabilisca i limiti temporali della permanenza.

“Le Suap sono nate per rispondere alle esigenze dei pazienti più giovani e dei traumatizzati cranici che richiedevano uno standard di assistenza e di protezione elevato – spiega il dottor Renato Avesani, direttore del Dipartimento di riabilitazione -. Nel tempo i traumi cranici dovuti essenzialmente a incidenti stradali sono diminuiti e si è dato accesso a tutte le condizioni di stato vegetativo di varia origine (infarti, arresti cardiaci, emorragie cerebrali…) e non più in relazione all’età. Nel 2016 c’è ancora bisogno di questo standard elevato di protezione? Farei dei distinguo. Le persone più anziane avrebbero il diritto di essere collocate nelle case di riposo, mentre queste unità dovrebbero essere riservate ai casi più selezionati. Cioè a persone giovani che hanno bisogno di una maggior sorveglianza, non solo assistenziale, ma anche in vista di ‘eventuali’ risvegli”.

Renzo Dalle Pezze da otto anni è il coordinatore del personale della Speciale unità, la “famiglia adottiva” dei pazienti ricoverati. È agli infermieri e agli operatori che spetta la cura costante di questi fragili pazienti, esposti a qualsiasi complicazioneL’assistenza è svolta con dedizione, professionalità ed efficienza, tanto che nessun paziente soffre di piaghe da decubito.

“Ogni giorno accudiamo persone con cui non possiamo comunicare e questo comporta una serie di “fatiche” psicologiche ed emotive importanti – afferma Dalle Pezze – alle quali si va a sommare il rapporto quotidiano con i parenti. Ci facciamo carico delle domande, delle paure, delle richieste di padri, madri, mariti e mogli e veniamo resi partecipi delle problematiche presenti nelle singole famiglie che la malattia ha fatto emergere o ha contribuito a dilatare. Soprattutto i genitori dei ragazzi sono presenti ogni giorno e per loro non esiste altro mondo se non quello dentro queste mura, dove c’è il loro ‘bambino’. Sono coscienti della dura condizione del loro caro, ma dai discorsi emerge sempre la speranza che le cose possano cambiare… Sono costantemente in una condizione di attesa. Ho lavorato in altri reparti, ma questo è veramente ‘un altro mondo’, dove si tocca con mano l’insondabilità del mistero dell’uomo”.

Testo: elena.zuppini@sacrocuore.it
Filmato: matteo.cavejari@sacrocuore.it


Virus Zika: per ora nessun allarme in Italia

Virus Zika: per ora nessun allarme in Italia

Prudenza nei viaggi per le donne in gravidanza e incremento in Veneto della sorveglianza delle febbri estive a causa della presenza in Italia della zanzara “tigre

Al momento nessun allarme in Italia per il virus Zika che invece sta provocando seri problemi sanitari in Sudamerica. Solo prudenza per le donne in gravidanza e un incremento della sorveglianza sulle febbri estive per impedire che l’agente patogeno (isolato per la prima volta nel 1947 nella foresta di Zika, in Uganda) non si diffonda anche in Italia a causa della presenza della zanzara tigre. Il messaggio rassicurante arriva dal dottor Federico Gobbi (nella foto), medico del Centro per le Malattie tropicali, diretto da dottor Zeno Bisoffi, Centro di riferimento per le patologie d’importazione della Regione Veneto.

“Si tratta di una patologia simile alla Dengue e alla Chikungunya. Causa una sindrome simil-influenzale caratterizzata da febbre, dolori alle articolazioni e congiuntivite; solo una persona contagiata su cinque sviluppa la malattia. Il quadro clinico si risolve in pochi giorni anche senza ospedalizzazione”, sottolinea il medico. L’attenzione deve essere rivolta soprattutto alle donne in attesa di un bambino. “In Brasile l’anno scorso si sono registrati quasi 4mila casi di microcefalia fetale, contro i 147 dell’anno precedente – prosegue il dottor Gobbi -. Questo fa ipotizzare, perché non c’è ancora la certezza scientifica assoluta, la correlazione tra il virus e le nascite di bambini con un insufficiente sviluppo del cranio”.

Alle donne in gravidanza quindi “deve essere decisamente sconsigliato di recarsi in zone dove lo Zika è presente da tempo (Africa, Asia e Oceania) a cui si devono aggiungere adesso anche il Centro e Sud America. Inoltre non è consigliabile concepire un figlio in quei Paesi”.

E per gli altri viaggiatori? Si raccomandano le solite precauzioni che devono essere adottate anche per proteggersi dal contagio di altre malattie che hanno come vettori le zanzare (oltre alla Dengue e alla Chikungunya anche la Malaria). “Cercare di evitare le punture di zanzara tramite repellenti cutanei, zanzariere e abiti lunghi e chiari. Se entro le due settimane dal rientro si manifesta febbre anche non alta, è bene rivolgersi al medico. Tutte precauzioni importanti per non ammalarsi e nello stesso tempo per evitare di diventare inconsapevolmente importatori del virus in Italia” afferma l’infettivologo.

Anche se sono stati riportati in letteratura alcuni casi sporadici di trasmissione sessuale, la trasmissione del virus avviene principalmente attraverso la puntura di zanzara Aedes. Sicuramente un vettore molto efficace è Aedes aegypti, presente in Asia, Africa e Sudamerica, ma non in Italia. “In Italia dal 1990 abbiamo la zanzara Aedes albopictus, la comune “tigre”, che appartiene alla stessa famiglia di Aedes aegypti e può quindi trasmettere il virus da persona a persona se punge un soggetto infetto “.


“Proprio per evitare che lo Zika diventi endemico anche nelle nostre zone – conclude il medico – la Regione Veneto ha deciso di allargare la sorveglianza delle febbri estive, di cui Negrar è uno dei coordinatori del Servizio, anche a questo virus che si aggiunge al Dengue, Chikungunya e West Nile”.

elena.zuppini@sacrocuore.it


L'impegno dei cappellani ospedalieri per il Giubileo

Ogni lunedì dalle 9 alle 12 un sacerdote è a disposizione nella chiesa del Sacro Cuore per impartire il sacramento della confessione durante l’Anno Santo della Misericordia

In occasione dell’Anno Santo della Misericordia indetto da papa Francesco, i cappellani della Cittadella della Carità di Negrar hanno deciso di rendere il sacramento della confessione più accessibile per tutti coloro che frequentano l’ospedale. Per questo ogni lunedì dalle 9 alle 12, durante tutto il periodo giubilare, un sacerdote sarà a disposizione nella chiesa del Sacro Cuore, situata dietro al pronto soccorso nella parte più antica del nosocomio.

Il vicariato della Valpolicella ci ha proposto di istituire un ‘punto confessione’ all’interno dell’ospedale e noi abbiamo accettato volentieri – dice don Gaetano Gecchele, sacerdote dell’Opera Don Calabria e responsabile della pastorale ospedaliera -. Naturalmente potrà accedervi chiunque: ammalati, visitatori, personale ospedaliero e più in generale gli abitanti della zona“.

La presenza dei cappellani è da sempre una caratteristica peculiare dell’ospedale calabriano, in linea con i fini istituzionali del nosocomio e con la convinzione del fondatore san Giovanni Calabria, secondo il quale l’ospedale deve essere un luogo di cura non solo per il corpo ma anche per lo spirito. Attualmente ci sono cinque cappellani che fanno da assistenti spirituali nelle varie strutture della Cittadella della Carità. Ogni cappellano è a disposizione per impartire i sacramenti ai malati o semplicemente per fare un colloquio con chi ha bisogno di assistenza e conforto.

L’istituzione del “punto confessione” al lunedì mattina rappresenta solo una delle iniziative intraprese dalla pastorale ospedaliera con lo sguardo sul giubileo. “Già in Avvento abbiamo proposto alcuni incontri formativi sul tema giubilare – conclude don Gecchele -. Ora l’esperienza si ripeterà in Quaresima, con quattro incontri che si terranno al giovedì a partire dal 18 febbraio, sempre in Sala Perez alle 17. Il tema saranno le opere di misericordia, corporali e spirituali, con la guida di padre Angelo Brusco“.

matteo.cavejari@sacrocuore.it